Capitolo 26

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Isabella's POV

Presi l'aria col naso e la cacciai con la bocca. Mi feci coraggio prima di varcare la soglia dell'istituto con l'ansia. Non avrei mai pensato di dirlo ma non vedevo l'ora di tornare a casa. Strinsi la presa sulla mia cartella e camminai a passo lento tenendo lo sguardo basso mentre tutti gli altri studenti mi passavano accanto nella beata ignoranza delle loro vite. Dopo gli eventi successi al ballo a palazzo non mi sentivo più la stessa. Il pensiero di poter veder sbucare un vampiro all'improvviso non mi dava mai tregua. Le giornate erano fatte di ansia costante che peggiorava la notte, mentre di giorno si affievoliva a mala pena. La paura si impossessava di me ogni volta che notavo qualcosa di ambiguo. Cercavo di sopprimerla il più possibile ma temevo che nel momento in cui avessi sollevato gli occhi loro sarebbero stati lì davanti. Loro potevano essere tra quelle persone, essere studenti o addirittura professori, anche inservienti.
Guardai un gruppetto di ragazzi alla mia destra che ridevano, e il cuore accelerò. Spostai lo sguardo su altre due ragazze che si affacciarono dal piano e i muscoli si irrigidirono.

Calmati Bella. Siamo in pieno giorno, loro non possono essere qui...

Da dietro sentii la voce del professor. Ioveanu salutarmi e gridai colta dalla sorpresa, spaventando anche lui. Mi scusai dicendo che ero sovrappensiero e non lo avevo notato, per poi salire le scale di corsa salutandolo imbarazzata. Non riuscivo a controllare la paura. Guardavo ogni persona in maniera quasi maniacale, controllando anche il più piccolo dettaglio che potesse darmi un indizio: occhi, pelle, movimenti, denti. Poi ancora: occhi, pelle, denti e ancora... Ogni persona sembrava avere occhiaie e pelle pallida. Forse era solo una falsa impressione dovuta alla paranoia di trovarmi un vampiro davanti. Mi passai una mano trai capelli e nella mia testa comparvero le immagini di Boris che mi attaccava, a seguito dei ricordi delle guardie al Tiche, di quei vampiri a palazzo. Le immagini si confondevano e i loro volti si sovrapponevano con quelli dei miei compagni che mi mostravano i denti affilati con dei sorrisi inquietanti.

Sto soltanto diventando paranoica.


Da lontano sentii la voce di Anna chiamarmi e alcune persone si girarono a fissarmi. Dovevo sembrare una pazza in quel momento. Abbassai di nuovo lo sguardo sui miei piedi e salii al piano superiore e ignorando Anna. La poverina non aveva alcuna colpa, ma non ero nel migliore degli umori per spiegarle i miei problemi. Lei già temeva per la mia salute mentale da quando le ho rivelato di poter vedere i fantasmi e gli spiriti, perché molti dei tramiti come me impazzivano per colpa dei loro poteri, sviluppando ossessioni e manie.

Anna capirà. Siamo migliori amiche da anni e mi conosce. Sa che quando mi isolo è perché preferisco affrontare tutto da sola. Ho sempre trovato appoggio in lei e stimo la sua grande forza nonostante la sua vita difficile col padre e Jurij...


Chiusi gli occhi sull'orlo di un'emicrania e mi fermai vicina alla balaustra di pietra, quando poi una voce maschile interruppe i miei pensieri.

«Il Signore stesso cammina davanti te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perder d'animo. Solo in Dio riposa l'anima mia; da lui la mia salvezza»

Mi raddrizzai a quelle parole e contro ogni aspettativa mi ritrovai accanto il signor Meyer, vivo e illeso. Mi sentivo sollevata che fosse riuscito a scappare dato che l'era vista proprio brutta. Lo osservavo senza aggiungere nulla mentre lui mi fissava severo con i suoi occhi blu notte abbinati alla sua cravatta.

«So perfettamente come vi sentite, ma dovete restare forte in questo momento signorina o cadrete negli abissi della follia come molti medium prima di noi hanno fatto. Le nostre menti sono tra le più fragili ma sono anche tra le più forti e potenti mai esistite»

Hunters: Black EmpireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora