Il mio ritorno all'istituto non fu per niente facile. Mio padre decise di accompagnarmi con la carrozza quella mattina, anche perché doveva parlare col preside del mio rientro. Una volta arrivati davanti al cancello ci imbattemmo in Anna e Mark che erano in procinto di litigare come loro solito. Decisi di intervenire prima che quei due scatenassero la seconda grande guerra proprio davanti mio padre, tra l'altro. Non appena si accorsero di noi, smisero subito di discutere e salutarono come se nulla fosse ma continuandosi a dare gomitate poco gentili. Mio padre si limitò con un cenno del capo e con un sorriso accennato. Negli ultimi giorni il suo umore era praticamente sceso sottoterra per via di Carl che ancora non si era svegliato. La cosa preoccupava anche me ma cercavo di non darlo a vedere, ero tremendamente fiduciosa nel suo risveglio. Mi guardai intorno alla ricerca del pezzo mancante del nostro quartetto ma non lo vidi.
È strano che Jan non sia qui, non è da lui non presentarsi a all'istituto. Meglio chiedere agli altri
«È caduto per evitare una carrozza e si è storto la caviglia» disse Mark sbadigliando
«Poverino, dovremmo mandargli un cesto che ne dite?»
«Penso che voglia stare da solo. Sono andata io a trovarlo ieri e non mi ha nemmeno invitata ad entrare» disse Anna abbassando lo sguardo per terra
«Non cruciarti Volkova, sai com'è fatto Jan. Ama affrontare il dolore da solo»
Presi a fissare Mark e nuovamente mi persi ad ammirare il suo viso. Era più che adorabile quando sorrideva, ogni volta gli si formavano delle fossette adorabili e i capelli castani splendevano sotto il sole mattutino. Mi chiesi se si potesse essere più perfetti di così. Probabilmente, in volto avevo preso la mia solita espressione da ebete, visto che Anna aveva una faccia tra il disgusto e la voglia di fuggire.
Ci avviammo verso l'istituto e Anna mi aggiornò sulla situazione tra gli studenti. Tutti sapevano del mio incidente alla Vulpe Alba ed infatti notai che non era passata inosservato. Sentivo gli occhi di tutti non appena misi piede nel grande atrio. Arrivati nel suo ufficio, il preside ci accolse me e mio padre a braccia aperte, stringendo vigorosamente la mano di mio padre.«Oh, signor Gardner mi fa davvero piacere vederla e sono anche molto felice che vostra figlia Isabella sia incolume. Posso offrirvi qualcosa?»
«La ringrazio signor preside ma sono a posto. Sono qui solo per Isabella»
«Certo, la signorina se non ha alcun tipo di problema fisico o può tornare a frequentare le lezioni già da oggi. Deve solo firmare e compilare alcune scartoffie ma non ci vorrà molto. Invece la signorina Katia potrà tornare presto tra di noi?» chiese falsamente interessato. Voleva solo la simpatia di mio padre non che i suoi soldi. Mio padre faceva assidue donazioni appena ce n'era occasione, perciò, il preside non si poteva permettere di fare un passo falso con lui.
«Katia è ancora in ospedale ma presto tornerà a casa anche se costretta a letto»
«Comprendo. Voglio solo farle presente di quanto sia addolorato, sia per voi che per tutti gli studenti dell'istituto Ienăchiță Văcărescu scomparsi. Questa però è la prova che Dio non lascia impunito nessuno»
Spero veramente che sia così signor preside. Spero che Dio punisca anche quel mostro di Maximilian Darcy e tutti i suoi sottoposti a cominciare da...
Qualcuno, all'improvviso, bussò alla porta e il preside disse con la sua voce gracchiante di entrare. Con grande sorpresa entrò quel villano di Dimitri Petrov in borghese, vestito in completo scuro e con l'espressione perennemente severa in faccia. Il mio sguardo passò prima su mio padre, che lo fissava truce, e poi sul preside che aveva una faccia più che sorpresa. Chiaramente non aspettava una sua visita.
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Hunters: Black Empire
مصاص دماء❤︎✞︎𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐅𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲/𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 𝐬𝐮𝐢 𝐯𝐚𝐦𝐩𝐢𝐫𝐢 ✞︎❤︎ Essere brava e buona non sempre significa avere una vita tranquilla, la mia si poteva definire normale ma nulla dura per sempre. Qualsiasi equilibrio è fatto per essere...