24.

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Zayn.

È tutto completamente buio. Tutto nero, più scuro della notte, più scuro delle profondità marine. Più scuro di qualsiasi altra cosa abbia mai visto; perché è tanto scuro da mancarmi il fiato, da farmi perdere un battito. Tanto scuro da farmi paura, come effettivamente non ne ho mai provata prima.

Nel buio, le uniche cose che riesco a sentire sono il rumore dell'acqua che scorre. Potrebbe essere il mare, o un fiume. Più semplicemente, potrebbe essere qualche goccia caduta da un rubinetto lasciato aperto per sbaglio, per quanto ne so. Nel buio, sento un odore, sopra tutti gli altri. C'è uno strano odore di fiori, ma non sono sicuro di che fiori siano; ed è mischiato ad un odore che riconoscerei anche da chilometri, o in mezzo alla gente.

L'odore dello shampoo di Heidi mi arriva addosso, portato da una brezza leggerissima.

Sento anche freddo, sulla pelle. Come fossimo all'aria aperta, con le intemperie che ci finiscono addosso. E noi fermi lì, immobili, forse ad aspettare che succeda qualcosa. Forse fermi sotto la neve così, per gioco. Forse perché lo voleva lei, o forse perché l'ho voluto io.

Non lo so. Non me lo ricordo. Ricordo poco o niente. Sento fin troppo. E non vedo niente. Nemmeno la mia stessa ombra, o una luce seppur minima proveniente da chissà dove. Niente, se non le tenebre, le profondità del mare, o qualunque cosa sia tutto quel nero.

Non faccio in tempo a capirlo, però, che sento le dita della ragazza al mio fianco staccarsi delicatamente dalle mie. Staccarsi le une dalle altre come se non significasse nulla e come se io non potessi né riuscissi a fare niente per impedirlo. La sento semplicemente staccarsi da me, lasciarmi un bacio a fior di labbra e allontanarsi senza dire niente.

Lasciando il mio "ti amo" ad essere l'unico rumore in quella giornata invernale.

Un rumore che non ottiene risposta, se non il freddo che sento mentre lei si allontana. Un rumore e una frase che rimangono inascoltati, lasciandomi cieco sotto la neve, coi suoi passi che si allontanano attutiti dalla distesa bianca sulla quale camminano.

Sento la voce di Heidi arrivarmi alle orecchie. Un po' distorta. Sembra nervosismo, o preoccupazione; ma in realtà non saprei dire che cosa sia, perché le sue piccole mani bianche mi scuotono le spalle, intente a strapparmi da... possibile che sia un sogno?

«Zayn!».

È decisamente preoccupazione, quella insita sul suo viso e nelle iridi celesti che tanto amo. E' sicuramente preoccupazione, dato che non riesco a smettere di tremare. Prendo un respiro profondo – probabilmente un sospiro di puro sollievo – non appena mi accorgo che lei è qui, al mio fianco.

Qui, ancora mezza nuda e coi capelli scompigliati. Le guance rese rosse dalle lacrime mi fanno ricordare... tutto quanto. Le iridi celesti sgranate cercano di vedermi, senza successo; ma a farlo ci pensano le sue mani, che salgono lungo le mie spalle, a fermarsi sul mio collo contratto.

«Amore...», mi sussurra contro la pelle, avvicinandosi sensibilmente. Posa le labbra sulla mia fronte, prendendo un respiro profondo che in chissà quale assurdo modo riesce a farmi rilassare. «Shhh, va tutto bene», continua, stringendomi a sé.

Ed è solo allora che mi accorgo di piangere, di far fatica a trattenere i singhiozzi.

Riesco solo a stringerla a me. A farmi stringere. Riesco solo a nascondere il viso nell'incavo del suo collo e a respirarla cercando di non crollare; perché anche se non riesco a dirlo, quello era un incubo. Un incubo in cui lei scappava da me, lasciandomi cieco sotto la neve.

«Ti amo, piccola». E forse mi basta sentirla sorridere in risposta, per smettere di pensare alla sensazione che ho ancora appiccicata addosso; la sensazione di averla persa è ancora lì, non se ne va nemmeno quando si accoccola contro di me mormorando un timido "ti amo", sussurro bollente contro la neve del mio sogno.

Blind love. [Zayn Malik]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora