28.

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Zayn.


Notti intere passate a fissare il soffitto bianco. Notti insonni, che sembravano non finire mai. Notti passate a guardare Heidi dormire, a sfiorarle un braccio godendo della comparsa della pelle d'oca sulla pelle, a respirarle nei capelli sperando che durasse per sempre. Notti che parevano essere diventate infinite, nelle quali mi ritrovavo a lanciare occhiate stanche alla sveglia sul comodino, accorgendomi con un sospiro del troppo poco tempo trascorso, dei troppi pensieri che mi affollavano la mente, rendendo il sonno solo l'ultimo di una lunga serie.

Giorni interi passati con lei. Giorni pieni, che finivano troppo in fretta, quasi senza che io mi accorgessi della loro esistenza. Giorni passati a tenere Heidi per mano, a farla ridere, a parlare di musica, a bere cioccolata e guardarla fare una smorfia quando puntualmente si scottava la lingua. Pomeriggi passati a fare l'amore sopra le coperte e con la finestra lasciata aperta, per poi rintanarsi sotto al piumone e condividere gli stessi respiri e la stessa pelle. Giorni che sembravano volare, coi pensieri che si nascondevano, pronti a prendere il sopravvento al calar del sole.

Tre settimane erano volate, facendoci dimenticare Nathan e facendoci concentrare quasi unicamente sull'imminente intervento di Heidi. Lui non si faceva più sentire né vedere, era come scomparso e in qualche modo ne ero sollevato, per quanto avessi ancora il terrore che potesse prendere di mira la mia ragazza; lei era terrorizzata, con le mani che le tremavano praticamente sempre e non solo per il freddo, aveva paura per l'intervento, paura di morire, paura di non tornare a vedere, paura che tutto quel che stavamo facendo potesse essere vano, inutile.

Lancio l'ennesima occhiata distratta alla sveglia sul comodino, notando con un sospiro che sono le due di notte e ancora gli occhi non mi si chiudono. Sono le ore in cui il soffitto bianco si rende interessante, lasciando nello stesso tempo che i pensieri lo colorino di sfumature indefinibili, indecifrabili. Occhi azzurri e capelli biondi compaiono tra le minuscole crepe dell'intonaco, portandomi un peso sullo stomaco che ormai sembra tornare puntualmente tutte le notti, quando inevitabilmente finisco per pensare a cosa succederebbe ad Heidi se Nathan desse di matto.

Le farebbe male, e non posso permetterlo.

Ci penso da tre settimane, alla possibilità di scappare. Di andare lontano per un po' e tornare quando Ariel avrà convinto Nathan a costituirsi, a dare la vera versione dei fatti alla polizia. Potrebbe anche non succedere mai, e io sarei un fuggitivo a vita, un uomo che vaga di collina in collina pur di non tornare a casa e distruggere l'equilibrio. Devo proteggere Heidi, qualsiasi cosa la mia decisione comporti.

Quasi non mi accorgo di aver tirato fuori la sacca di tela che tengo sotto al letto finché non sento la consistenza delle banconote che vi tengo dentro sotto le dita. Sono le mance del bar, i soldi che non ho dato a mamma per pagare le bollette e fare la spesa. Sono i soldi che tengo da parte per ogni evenienza, per le emergenze, per le fughe – non programmate o programmate che siano. Scendo dal materasso con un sospiro, prima di riempire la sacca di vestiti e infilarmi un paio di jeans e una felpa pesante, prendere le scarpe e uscire in corridoio.

Un altro sospiro, e cammino sul parquet attento che non scricchioli. Scendo le scale senza nemmeno accendere la luce, conoscendo ogni centimetro di quello spazio quasi meglio di come conosca me stesso. Infilo le scarpe e la giacca di pelle, ma quando sono con la mano sulla maniglia mi blocco, vedendo con la coda dell'occhio una luce accendersi, in fondo alle scale.

Non riesco a non voltarmi, è più forte di me.

E la figura di mia sorella minore che si stropiccia un occhio dal sonno, coi piedi nudi e i capelli arruffati da morire, mi colpisce come un pugno nello stomaco. La guardo, con gli occhi che mi si inumidiscono e lei che di rimando si morde piano il labbro inferiore, ricordandomi nostra sorella maggiore, in modo in cui lo faceva lei, il modo in cui mi riprendeva quando cercavo di scappare dalla realtà.

Blind love. [Zayn Malik]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora