Cap 7. Vento di tempesta

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"Battere le ali contro la tempesta avendo fede

che dietro questo tumulto splenda il sole."

Virginia Woolf 



Lanty osservò bene le mosse di Elsie e quelle labbra rosa e morbide che sfioravano dolcemente e con lentezza il bordo del bicchiere stavano iniziando a dargli alla testa molto più della tequila e per un breve attimo desiderò rovesciare il tavolo per poterle sentire sulle sue e poterle assaggiarle senza fretta e gustandosi ogni millimetro della sua bocca, sfiorandole prima delicatamente con le sue e poi più deciso, mentre il calore di entrambi iniziava a diffondersi sui loro corpi.

Quella visione gli aveva mandato momentaneamente il cervello in cortocircuito e non si era accorto che la stava fissando avidamente, bevendone ogni gesto con il solo sguardo bruciante. Poi si ricordò che erano in pubblico, in un locale e che probabilmente lei nemmeno se ne stava accorgendo dell'effetto che gli stava procurando.

Ma Elsie, Elsie sapeva molto bene cosa stava facendo.

Non era mai stata una sprovveduta e prima di conoscere Andrew si era divertita con le amiche del liceo ad andare per locali, conoscere ragazzi e provarci con alcuni di loro provocandoli. Erano ormai tempi molto lontani e con l'avanzamento comunque degli anni, aveva maturato una consapevolezza di sé e degli altri diversa ed Andrew l'aveva proprio conosciuto così: ad una festa di compleanno di un'amica che si era divertita ad organizzarla sul ghiaccio e quindi li aveva portati tutti a pattinare.

A metà della serata, quando tutti avevano bevuto già un po', la maggior parte ormai continuava a cadere dai pattini e Elsie, che aveva scelto di rimanere sobria per quella sera, travolta da alcuni ragazzi alticci era atterrata sulla schiena di questo ragazzo moro, abbastanza alto e con gli occhi azzurri. Andrew. Elsie era rimasta subito colpita dalla premura con lui l'aveva trattata benché non si conoscessero e subito capì che voleva approfondire quella conoscenza e così, in breve tempo, erano diventati amici.

Finché Andrew non si era fatto avanti, confessandole che provava qualcosa per lei, e Elsie, convinta di ricambiare, aveva accettato felicemente di iniziare una relazione. I primi mesi le erano sembrati idilliaci, a lei piaceva stuzzicarlo con giochetti in pubblico e lui non si sottraeva affatto e più di una volta eran finiti con il farlo nei bagni dei locali. Il poter esser visti o sentiti la faceva impazzire e Andrew all'inizio assecondava qualsiasi richiesta, bastava affondare.

Ma il baratro era arrivato a richiamarla puntualissimo.

Pian piano Andrew aveva iniziato a dimostrarsi geloso e possessivo ma lei lo difendeva agli occhi degli altri che glielo facevan notare, sostenendo che era innamorato e che in una relazione un pizzico di gelosia era lecita, anzi all'inizio la faceva sentire voluto, amata, protetta.

E per il primo anno, era filato tutto abbastanza liscio. Qualche alto e basso, ma Elsie si ripeteva che in una relazione seria, poteva capitare, era normale.

Poi, dal secondo anno era andato tutto a rotoli: la costringeva in casa, aveva perso così molti amici, tutti che le accusavano il fatto di essersi dimenticata della loro esistenza, il suo telefono la maggior parte delle volte controllato, tracciato e lui che non le dava affatto respiro, fino a metterle le mani addosso quando osava contestare qualcosa.

E adesso era lì, mentre la tequila le riscaldava in parte lo stomaco e invece il basso ventre veniva infuocato dall'uomo davanti. Lo scrutò dritto negli occhi e con un mezzo sorrisetto prese un altro sorso, lento e con le labbra molto rilassate attorno al bordo del bicchiere: vide la sua espressione adombrata e capì che stava iniziando a fargli effetto.

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