Cap 37. Casa non è un posto

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"Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue,

 ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.

Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto."

Richard Bach. 


Elsie si offriì di riaccompagnare Blair a casa, nonostante le sue vane proteste e quando ormai il sole era in procinto di sorgere sulla vallata, svegliando la vita che vi brulicava, Elsie e Lanty riuscirono a rincasare.

Non appena entrarono nell'appartamento, si fiondarono subito nella doccia dove rimasero avvinghiati per un po', per poi andare a preparare la colazione. Lanty si offrì di cucinare, lei solitamente preferiva aiutarlo nella preparazione ma stavolta si limitò a ringraziarlo prima di lasciarsi cadere sul divano, sfinita dalle emozioni turbolente della notte ma non abbastanza da riuscire ormai ad addormentasi: era come se l'adrenalina che si era sentita in corpo quando aveva richiamato l'attenzione di Andrew, le fosse rimasta in circolo e non ne volesse sapere minimamente di lasciarla andare: << Che nottataccia! >> esclamò Lanty, cercando di sdrammatizzare come al suo solito, tra un giro di pastella per pancake e l'altro. << Già... tu immagina che così come l'hai visto stasera non era ancora al suo massimo >> sospirò lei, fissando il thé caldo che si versata nella tazza della mattina: << Tu non immagini quanto sia contenta di sapere che adesso rimarrà nel posto che si merita. Ci deve marcire lì dentro >> aggiunse poi, il tono duro, risentito. Era davvero contenta che alla fine lo avessero preso. A quanto pareva, la prima volta era riuscito a scamparsela per qualche via legale o qualche manchevolezza del sistema giudiziario. Stavolta però gli era andata proprio male. Lanty, finì di sistemare i dolci e un po' di frutta sui piatti e poi raggiunse Elsie sul divano, passandole la colazione assieme ad un bacio sulla fronte: << Grazie, mi ci vuole proprio >>, sorridendogli. Mangiarono immersi in un silenzio piacevole: << Senti, che ne dici se stasera prenotiamo per cena al Piccadilly e poi ce ne andiamo al Coco? >> propose dal nulla Lanty. Elsie lo guardò un po' sorpresa: erano tra i locali più trendy ed esclusivi della zona: << Ma Lanty.. sei sicuro? >> chiosò rispondere lei: << Assolutamente! Cena non prima delle 21 e poi serata! >> affermò lui con sicurezza: << Affare fatto allora! >> accettò Elsie con un sorriso enorme in volto. Lo stesso che una frazione di secondo dopo però svanì: << Lo sai vero che oggi non possiamo più rimandare quello che abbiamo evitato ieri? >>. Alzò gli occhi dal piatto. Lui la stava già guardando in quei suoi occhi verdi. Le sorrise appena e poi con quel tono che solo lui poteva avere, la rassicurò: << Lo so. Ehi, andrà tutto bene Elsie. Non ti devi preoccupare: ce la caveremo alla grande >>. Appoggiò i suoi pancake sul tavolino davanti per prenderla tra le braccia possenti e baciarla. Fu in queo momento che Elsie seppe che tutto sarebbe andato davvero bene: non avevano nulla da perdere, più nulla. Se non loro. Quello sarebbe stato il giorno in cui lei avrebbe ufficialmente presentato Lanty alla famiglia O'Riar.

Nel frattempo, dall'altra parte della città, la signora Lara stava affondando in modo insolitamente violento, la lama delle cesoie che adoperava sempre per ortensie e rose che crescevano copiose e rigogliose in ogni angolo del loro fazzoletto di verde. Era agitata, sentiva un peso sempre più crescente nello stomaco. La figlia, la loro cara e adorata Elsie, aveva telefonato il giorno prima per avvisarli che sarebbe passata a trovarli con una grande novità. Poi, misteriosamente, aveva mandato loro un messaggio poco prima dell'orario stabilito per disdire la visita e drigli che sarebbe invece andata da loro il giorno dopo, sempre con quella grande novità. Lara, non sapeva più che aspettarsi: aveva vissuto anni immersa nella fantasia che un giorno avrebbe appellato Andrew come suo figlio e che da quell'unione sarebbero nati tre o quattro marmocchi bellissimi con cui lei e suo marito avrebbero trascorso bellissime giornate estive in campagna, che li avrebbero viziati a più non posso e e ricoperti di tutte le attenzioni possibili: avrebbero svolto il loro ruolo di nonni in maniera ineccepibile, sarebbero stati la loro unica ragione vera di vita. Ma poi tutto si era distrutto come un mucchietto di cenere al vento: Elsie era finita in ospedale perché Andrew le aveva messo le mani addosso e lei nemmeno ci aveva voluto credere al primo momento. Che stupida era stata: aveva vissuto talmente tanto nella bolla della sua fantasia che non era più stata quasi in grado dalla realtà dei fatti. Fortunatamente era intervenuto Ewan che l'aveva riportata con i piedi per terra. Con la scusa di una piccola vacanza di famiglia, aveva trascorso un periodo effettivamente da sua sorella ma non perché quest'ultima avesse bisogno, ma era per prendersi del tempo per sé stessa per riflettere su tutto il tornado di eventi che si erano abbattuti su di loro, per poi accettare finalmente le cose come stavano. Ora Elsie abitava con delle coinquiline verso il centro della città e sembrava che questo la rendesse particolarmente felice ed indipendente. Certo, questo era quello che lei credeva. Quello sarebbe stato il giorno in cui avrebbe capito che così non era.

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