Cap 2. Sapore di rock e vodka

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"Non vi è vita più bella dell'uomo senza pensieri; 

la spensieratezza è un male davvero indolore."

(Sofocle)


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Il locale era gremito di persone: urlavano a squarciagola le canzoni che lui stava cantando, tanti ballavano sulla pista o sui tavoli e tanti invece flirtavano in disparte. Ed erano solo le canzoni passate per riscaldarsi in vista del vero inizio della serata!  L'atmosfera era carica di adrenalina, voglia di far festa e divertirsi fino a tarda notte, con un po' di alcol (e tanto anche) e il fumo di qualche sigaretta corretta. Non si poteva esser di cattivo umore in un posto come quello.

Elsie entrò a dir la verità quasi di soppiatto, temendo sotto sotto che qualcuno la notasse ma non fu così. Qualche avventore le rivolse un fugace sguardo, ma giusto quelli che stavano accanto alla porta e solo perché si erano sentiti sospinti da essa, quando lei l'aveva aperta per accedere all'interno.  Elsie ne fu più che grata e subito il nodo dell'ansia che le legava lo stomaco dal pomeriggio, iniziò a sciogliersi.

Si diresse al bancone, con un'occhiata languida il barista le chiese biascicando le parole                 << Allora, bambola, che ti posso dare, eh? >> senza pensarci su, Elsie risposte << A parte farti una buona dose di cazzi tuoi, visto che non sono una bambola, puoi darmi un vodka tonic, grazie! >>. Lui la guardò torvo non aspettandosi una reazione del genere, ma si astenne da far ulteriori commenti e le servì il drink velocemente. Non avrebbe voluto rivolgersi così in malo modo, a dir la verità, ma con certi elementi era necessario per staccarseli di dosso senza tanti complimenti e velocemente. Iniziò a sorseggiare con tutta calma il suo vodka tonic, seduta sullo sgabello, prima di girar finalmente la testa verso la vera ragione per cui era lì: la band.

Sei componenti che sognavano un giorno il grande debutto nel mondo del rock ma che nel frattempo si divertivano a riempire bettole come quella.  Non male tutto sommato come aspirazione anche se la loro epoca d'oro, a dir la verità, era in realtà già passata da un bel pezzo.  Lanty era la voce, Gellert e Bonn le due chitarre elettriche, Tait il basso e Midnight la batteria, insieme formavano i Black Cherries. I brani che suonavano solitamente erano per lo più cover di vecchie canzoni famose, ma delle volte li alternavano con delle canzoni che il leader scriveva di suo pugno e che provenivano dalla sua sensibilità, come ogni buon cantautore che si rispetti.

Ed era proprio lui a far da portabandiera dei Black Cherries: Lanty era alto, tonificato dal lavoro e dallo sport, la t-shirt nera infatti gli metteva ben in risalto i bicipiti e i pettorali, capelli ormai sale e pepe un po' a spazzola incorniciavano un volto dagli zigomi alti e ben delineati, labbra sottili e occhi nocciola, furbi e intelligenti. A completare il look, jeans anch'essi neri e i suoi soliti anelli da rockstar alle dita. A Elsie era piaciuto fin dal primo momento in cui l'aveva visto parecchi anni prima, durante un loro concerto a una festa. A colpirla era stato il suo aspetto ma la voce... Quella le faceva sempre lo stesso effetto: calda, profonda, passionale e da quel timbro così suo, unico, inconfondibile!

Solo che lui, non si era mai accorto della presenza di lei, nonostante i parecchi concerti a cui era stata, sia sola che in compagnia delle poche amiche. Era così che si erano "conosciuti" molto tempo addietro, ma ognuno aveva proseguito giustamente per la propria strada perché troppo piccola lei, ancora una ragazzina ingenua, dopotutto aveva solamente 14 anni, altro non si poteva pretendere e troppo, decisamente troppo più grande lui, già oltre la trentina, 31 per la precisione.  Ma ora lei era sbocciata, forte, determinata e sì... Anche parecchio bella. Una bella presenza l'avevano definita alcuni, e lo era davvero! 25 anni portati con grazia e resilienza. Si sentiva bene con la sé esterna, l'aspetto l'appagava molto ma dentro era tutto un tormento confuso. Però non era quello il momento, quello era il momento, la serata, per festeggiare, far casino, lasciarsi andare e avere la testa leggera leggera ed era tutto ciò di cui Elsie era in cerca.

Continuò a bere piano il suo drink, assaporandolo mentre la vodka le pizzicava la gola e l'acqua tonica invece le solleticava la lingua, e intanto lo sguardo si adagiava sul palco, lasciato libero di girovagare tra strumenti, fili elettrici e uomini, fino al centro del palco dove presenziavano Lanty e la sua voce profonda. Il palco non distava molto da dove aveva scelto di accomodarsi e tra buio, faretti e diversi giochi di luce, ci si intravedeva gli uni con gli altri a malapena, vista anche la leggera nebbiolina di fumo di sigarette, che Elsie non tardò ad accendersi dopo qualche sorso:alcol e fumo è una combinazione vincente per una serata divertente e spensierata.

Sempre stata, sempre lo sarà.

Nonostante ciò, la visuale sul palco non era poi tanto male e di lì a poco la band incominciò a fare sul serio, suonando uno dei pezzi per cui andavano più famosi e che faceva sempre tremare il locale, da tanto era apprezzato.  Anche questa volta, l'effetto non tardò a manifestarsi! Elsie si alzò dallo sgabello e cominciò a ballare e a canticchiare i versi: adorava lasciarsi trasportare dalla musica e così, senza accorgersene, mimò involontariamente il significato del verso che passava in quel momento con le mani, anche se lo sguardo era delicatamente posato sul frontman. Amava quella canzone e non era riuscita a non farsi prendere dal ritmo incalzante e dalle parole così dense del testo. Realizzò una frazione di secondo dopo che lui l'aveva notata fare il gesto e che la stava guardando mentre sorrideva, imitandola a sua volta.

Elsie, accorgendosene, ebbe un piccolo e bruciante tuffo al cuore che le fece colorire parecchio le gote, cosa che lei stessa pensava di non riuscire più nemmeno a fare da talmente tanto tempo che non le capitava, ma d'altro canto, disse tra sé e sé, che era un sorriso come un altro che lui, da cantante, doveva regalare a tutte le persone che lo circondavano per farsi benvolere e intrattenere al meglio. Ma così presa da quei pensieri che tentavano di razionalizzare, non si era presa un momento di tempo per realizzare lo sguardo che invece lui le stava regalando.

Passarono altre canzoni in scaletta e Elsie si rese conto che i nervi della tensione che aveva accumulato pian piano stavan scemando davvero completamente, anzi non c'erano quasi più, facendola sentire allegra e rilassata, un po' la musica certamente e un po' anche il calore della vodka, anche se la sua soglia di sopportazione dell'alcol era molto alta. Lo era sempre stata, bere quel tanto giusto, la rilassava e la faceva sentire per certi versi meglio dopo una giornata pesante, ancor meglio addirittura se con delle patatine fritte da abbinarci oppure una pizza fumante! Insieme ovviamente al sapore acre del tabacco:quello era immancabile. Da quando era uscita di casa aveva già bruciato mezzo pacchetto da 20.

La serata stava proseguendo davvero bene, a poca distanza dallo sgabello dove aveva lasciato appoggiata la borsa ora stava seguendo gli altri partecipanti, ballando, saltando e divertendosi in mezzo a tutti quegli sconosciuti, resa euforica anche dal quel piccolo ma intenso momento di contatto visivo avvenuto poco prima, che Elsie aveva scelto di catalogare come esilarante, perché in fondo la reazione immediatamente naturale che aveva avuto era stata quella di sorridere, trasformata quasi subito in una risata cristallina e a cuor leggero, come non ne aveva sentite da mesi provenire dalla sua stessa bocca.

Sovrappensiero e tranquilla, a un certo punto decise di far una cosa che avrebbe fatto meglio a non fare: guardare il cellulare. L'intenzione era quella di guardare semplicemente l'ora per decidere se fosse già il momento di rincasare oppure se rimanere, anche se del lavoro il giorno dopo le importava veramente poco in una serata così bella come quella, ma invece di controllare che l'orologio del telefono segnasse le 22:45, l'occhio le cadde sull'anteprima di un messaggio di niente di meno del suo storico ragazzo che diceva: "Ma dove cazzo sei finita Elsie, è tutta la sera che cerco di contattarti".

E il buio calò di nuovo sul suo sguardo.

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