Per la prima volta dopo tanti anni mi sveglio serena, il fatto di avere un ragazzo che mi corteggia consapevole delle mie condizioni economiche e sociali mi rallegra, prendo la foto di mamma e la bacio.
<<solo ci fossi stata tu mamma>>
Cerco qualcosa da mangiare ma come al solito oltre a lattine di birra mezze vuote non trovo nulla, comprerò qualcosa per strada e la mangerò al locale dove lavoro ma appena arrivata scopro di essere l'unica cameriera rimasta.
Tom:"Hel mi devi fare un favore, vai da josefine e fatti cambiare sta sera mi serve una dannata ragazza immagine e sono tutte con l'influenza" rimango pietrificata.
Helene:"Tom ma che stai dicendo"
Tom:"Ti pagherò di più" Certo che più soldi mi farebbero comodo.
Helene:"E cosa dovrei fare di preciso?"
Tom:"Niente Helen devi servire un ragazzo e poi sederti vicino a lui"
Helene:"Mi paghi il doppio Tom" mi guarda e sorride mentre vado nel camerino di Josefine.
Helene:"È permesso?" Busso delicatamente.
Josefine:"Avanti mon cherie" mi avvicino a lei.
Helene:"Tom ha detto che devo cambiarmi per sta sera e di venire da me"
Josefine:"Certo amore prendi tutto quello che vuoi" mi guardo attorno e tra una pailettes e un pitone di piume i miei occhi notano uno splendido abito rosso fuoco in pelle, forse è troppo e abbasso lo sguardo.
Helene:"Non so cosa.."
Josefine:"Prendilo pure, è uno dei miei preferiti"
Helene:"Cosa?" Arrosisco.
Josefine:"Ho visto che guardavi quello rosso hai buon gusto, prendilo pure"
Helene:"No non credo che faccia per me"
Josefine:"Per quale motivo?"
Helene:"Non lo so non ho mai indossato nulla del genere" si alza e afferra il vestito insieme a un paio di decolte nere per poi avvicinarle a me.
Josefine:"Vai pure a cambiarti in bagno, c'è sempre una prima volta" mi sorride e annuisco.
Esco dal bagno e vado verso lo specchio ma ciò che riflette mi mette a disagio, non ho mai indossato un abito così succinto.
Josefine:"Sei da mozzare il fiato piccola" poggia le sue mani sulle mie spalle per poi legarmi i capelli in una coda alta.
Helene:"Credi che io sia bella?" Mi accarezza il volto per poi prendere da un cassetto un rossetto rosso e sporcarmici le labbra.
Josefine:"Sei bellissima" mi guarda soddisfatta mentre mi alzo e vado verso la sala privè.
Helene:"Grazie" le sorrido.
Josefine:"Ricorda sempre, mon cherie, tu sei il giocatore e mai il giocattolo" annuisco e sorrido chiudendo la porta.
Dal retro del bancone del bar vedo tre uomini parlare italiano e sedersi ad un tavolo, due ordinano da bere delle birre e uno di loro ordina una bottiglia di vodka calda con un bicchiere, Tom mi guarda e mi fa cenno di a dare, afferro la vodka ed il bicchiere per poi camminare con passo deciso verso il tavolo.
Sento gli occhi di chiunque spogliarmi di quel poco tessuto che mi è rimasto addosso, poso la bottiglia insieme al bicchiere, quando incrocio il suo sguardo, occhi scuri e freddi quasi senza emozioni, mi scivola il bicchiere dalle mani e si rompe sul pavimento.
Michele:" Portane un altro e cerca di farlo arrivare integro" poi mi poggia una mano sulla coscia e la mia pelle rabbrividisce, torno con un bicchiere nuovo di zecca e glielo poggio sul tavolo.
Michele:"Cosa c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?" Prendo un respiro profondo.
Helene:"Scusami non avevo intenzione di rompere il bicchiere" mi guarda e sorride.
Michele:"Scuse accettate ma ora siediti" annuisco imbarazzata e mi siedo, rimango immobile, quasi pietrificata su quei divanetti solo qualche volta noto i suoi occhi incrociare i miei fino a quando si avvicina al mio orecchio.
Michele:"Come sei silenziosa, non mi fai compagnia?"
Helene:"Non amo parlare" rispondo innervosita.
Michele:"Non dobbiamo per forza parlare" mi afferra il volto per poi cercare di baciarmi la guancia quando lo respingo infastidita.
Helene:"Ma come ti permetti?" Mi alzo.
Michele:"Per quale motivo pensi che vieni pagata?" Mi guarda.
Helene:"Io non sono quello che pensi, è disgustoso" mi guarda sorridendomi e si gira dall'altra parte ignorandomi fino a che decido di andarmene, non rimarrò di certo ferma a farmi maltrattare da uno sconosciuto.
Tom:"Hel dove stai andando?"
Helene:"A casa, mi dispiace ma non c'è la faccio" prendo le mie cose e mi dirigo verso l'uscita quando tutto d'un tratto mi rendo conto di un fatto alquanto allarmante.
<<CAZZO! Ho lasciato la macchina in doppia fila>>
Rimango lì, inpietrita a sperare in un miracolo quando vedo uscire il ragazzo di prima dal locale, si poggia su una macchina e si accende una sigaretta, dopo qualche tiro si gira verso di me.
Michele:"Ma tu sei la maleducata di prima?".
Helene:"Ah ora sarei io la maleducata? Assurdo" sbuffo.
Michele:"Vai spesso in giro vestita così?" Ride.
Helene": Mi hanno portato via la macchina, l'ho lasciata in doppia fila per la fretta" lui accenna ad un altra risata che mi fa prendere la decisione di incamminarmi a piedi quando sento tirarmi da un braccio.
Michele:"Sali" mi fa cenno con la testa di salire sulla sua macchina.
Helene:"Ma figurati, manco ti conosco"
Michele:"Piacere Michele" mi porge la sua mano.
Helene:"Non scherzare" mi guarda e sorride.
Michele:"Guarda come cazzo sei vestita e sali in macchina che non ti faccio niente non ne ho bisogno"
Helene:"Se magari mi lasci il braccio" salgo e in men che nom si dica inizia ad accelerare cosi tanto da spaventarmi e farmi mettere la cintura di sicurezza.
Michele:"Addirittura?"
Helene:"Ci tengo alla mia vita"
Michele:"Dove abiti?"
Helene:"Senti lasciami dopo il discount non ti preoccupare"
Michele:"Non scherzare, non lascio una ragazza per strada da sola, dimmi dove abiti"
Helene:"Ho detto lasciami al discount" mi afferra la mano per poi portarsela sulle sue labbra.
Michele:"Non ti ho chiesto se mi per caso puoi dirmi dove abiti, ti ho ordinato di dirmelo che è al quanto differente" mi bacia le dita e la lascia andare.Helene:"Vivo al discount, nella roulotte parcheggiata"
Michele:"Vivi in una roulotte?" E inizia a ridere.
Helene:"Fottiti!" Inchioda e mi guarda per qualche secondo sucessivamente mi sposta i capelli dietro le orecchie.
Michele:"se vuoi fotto te" il suo fiato sul collo mi porta i brividi.
Scendo immediatamente da quella macchina, sbatto la portiera arrivo davanti alla porta e mi volto, mi stava guardando.
Michele:"Però, hai proprio un bel culo sodo maleducata" mi fa l'occhiolino io mi giro di scatto ed entro dentro, questa è decisamente la serata più assurda che mi sia mai capitata.
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IL VELENO CHE MI DAI
ChickLit*STORIA PROTETTA DA COPYRIGHT * (In adattamento perdonate per gli errori e la confusione) Helene era una bambina felice fin quando non fu diagnosticato il cancro alla madre che morì qualche mese dopo, tutto ciò portò lei e il padre in un abisso di d...