Amor che nulla amato amar perdona

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12.00

Un emicrania terribile mi pulsa nella testa, mi sveglio nel letto di Michele, senza di lui, non ricordo molto di ieri sera ho un mal di testa terribile.

Sento bussare alla porta, apro.

Simone:"Che diamine di faccia hai?"

Helene:"Abbassa la voce, tu sai dove sono le aspirine:

Simone:"È ovvio sei a casa mia"

Helene:"Ah, già"

Va in bagno e prende una pastiglia, la mette in un bicchiere d'acqua e la bevo tutto d'un fiato.

Simone:"Che hai combinato ieri sera?

Helene:"Non mi ricordo niente ho solo un cerchio alla testa"

Simone:"Dai vieni ti preparo un caffè "

Passo la giornata con Simone e mio padre, pranziamo insieme con una pizza davanti alla TV, ci divertiamo molto, mio padre esce e rimango da sola a casa sul divano con lui, mi levo la felpa perché sento caldo e rimango in canottiera.

Simone:"Dio helene, stai scherzando?"

Helene:"Cosa?"

Simone mi prende e mi porta davanti allo specchio.

Simone:"Hel sei praticamente un livido umano" mi tocca il collo e le braccia.

Helene:"Non è niente"

Simone:"Niente? Ti sta distruggendo"

Helene:"Non  è vero.." Mi avvicino e gli tocco il volto.

Simone:"Ti prego hel io non ce la faccio" mi sposta le mani dal volto, prende la sua giacca e se ne va.

Decido di chiudere con quel lavoro la sera stessa mi presento davanti al locale appositamente per licenziarmi.

10.30

Prendo coraggio e scendo dalla macchina, decido di entrare dal retro quando mi sento strattonare.

Michele:"Ti ho già detto che la mia donna non ha bisogno di fare questo squallido lavoro"

Helene:"Ero venuta per licenziarmi"

Michele:"Credi davvero che dopo ieri sera gliene possa fregare a qualcuno della tua presenza qui?"

Helene:" Alexander, mi ha aiutata quando ne avevo bisogno avvertirlo sarebbe il minimo" si mette a ridere.

Michele:" Ad Alexander interessa solo scoparti"

Helene:"Entro, mi licenzio e esco" Apro la porta del retro.

Michele:"Non provare a oltrepassare quella porta": spinge la porta con la mano e la richiude con forza "Tu porti solo problemi".

Helene:"Non puoi decidere della mia vita"

Michele:"Posso eccome, scommettiamo?" Si mette a ridere "facciamo un gioco, se esce testa, sali in macchina con me, se esce croce, puoi entrare fare quello che vuoi e io sparisco" lancia la moneta per aria, la blocca e la poggia sul dorso della sua mano "Oh, peccato, testa...Sali in macchina bambina"

Helene:"Oh Dio ti odio"

Michele:"Mettiti in fila dolcezza" si sposta e mi fa passare.

Entro in macchina, non lo guardo neanche per sbaglio, sono furiosa, mi sfiora il ginocchio ma io subito gli levo la mano.

Michele:"Che c'è? Ti ha morso una tarantola?"

Helene:"Non puoi scegliere tu ogni mio passo"

Michele:"Lo faccio per il tuo bene e per il bene di chi ti circonda Hel, sopratutto per il bene di chi ti circonda."

IL VELENO CHE MI DAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora