Come tu mi vuoi

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Anche il miglior narcisista manipolatore ha i suoi punti deboli ed io ero il suo, ero la preferita, la prescelta, la prediletta, chiamatemi come volete ma io mi ritenevo semplicemente la sua preda più prelibata, cresciuta con propensione all'autosacrificio il mio offuscare il mondo per lui era in grado di scatenargli una fottutissima e macabra erezione. Mi ignorava totalmente come fossi una vecchia pezza sporca per poi possedermi tutta la notte, un altalena di emozioni contrastanti che mi portarono alla follia.


Mi siedo sul bancone per ordinare la solita vodka ed avvicinarmi a lui con quel fottutissimo bicchiere in vetro, gli occhi di qualsiasi persona la dentro mi giudica, sono la sciaquetta dell'italiano e dopo tutto come biasimarli, lui ride e beve con i suoi amici mentre la mia presenza la dentro diventa più un assenza, sono stanca di essere messa da parte in attesa di essere usata per i suoi porci comodi per questo decido di far finta di mettere apposto il laccio del mio stivale cosi da potermi guardare attorno, gente devastata da droghe e alcool tranne un ragazzo, un bellissimo ragazzo moro con occhi azzurri che mi sorride da lontano e mi alza il bicchiere, penso voglia offrirmi da bere per questo decido di alzarmi e incamminarmi nella sua direzione.

Helene:"Posso?" Afferro il suo bicchiere e mi volto verso Michele che mi sta guardamdo mentre con un dito gioca con un accendino, sposto il mio vestito e con delicatezza mi siedo sulle ginocchia dello sconosciuto mostrando la mia coscia che poco dopo viene palpata dalla mano del ragazzo e come previsto lo sguardo di Michele non si sposta minimamente dal mio.


Si è fatto tardi così mi alzo per andarmene salutando lo sconosciuto che prende la mia mano pregandomi di rimanere ed io sorridendogli gentilmente rifiuto la proposta e vado a indossare qualcosa di più comodo per poi uscire da quel manicomio di tossici e andare al parcheggio verso la mia macchina fino a che sento strattonare verso il muro.


Michele:"Cosa cazzo pensavi di fare?!" Ha gli occhi iniettati di rabbia.

Helene:"Ma sei impazzito?" Il terrore mi pervade.

Michele:"Cosa vi siete detti?"

Helene:"Cosa interessa a te non eri impegnato a ignorarmi?"

Michele:"Hel, forse non ti è chiaro, tu non hai mani oltre le mie che possano toccarti"

Lo spingo, per quello che riesco mentre ridendo afferra il mio volto per poi spaccare il finestrino della mia auto con un cazzotto.

Helene:"Per favore Michele smettila mi fai paura" il mio cuore batte all'impazzata.

Michele:"Paura? Da quando hai paura Hel? Quando ti sei seduta sopra un ragazzo che non conosci non avevi paura" sorride mentre mi accarezza il volto sporcandomi di sangue.

Helene:"Adesso smettila, stai sanguinando e probabilmente hai bevuto troppo"

Michele:"vieni, andiamo, ti mostro una cosa"

Helene:"Michele io non credo che guidare nelle tue condizioni sia un'idea geniale"

Michele:"Non ti ho chiesto un parere" stringe il mio polso aprendo la portiera dell'auto e mi infila letteralmente all'interno per poi dirigerci verso "VILLA DAMIANI" e salire nella sua stanza dove lui va in bagno per pulirsi del sangue e fasciarsi la mano mentre io mi siedo sul letto e lo aspetto con un po di timore.

Michele:"Sei mai stata con qualcuno"

Helene:"Ma che razza di domanda è?" Lo guardo perplessa.

Michele:"Hai mai scopato Hel?"

Helene:"Non ho intenzione di rispondere" Si avvicina a me e mi abbassa delicatamente il giubbotto fino a levarmelo del tutto.

Michele:"Sei vergine?" Sospira vicino al mio collo provocandomi dei bruvidi lungo la schiena.

Helene:"Io non ho mai" le sue dita sulle mie labbra fermano la mia risposta.

Michele:"Non ti chiederò mai di fidarti di me, non ti giurerò mai fedeltà perché probabilmente non sarò neanche in grado di esserlo" spinge le mie spalle delicatamente fino a sdraiarmi completamente mentre mi leva la canotta che era dentro i pantaloni e continua slacciandomeli.

Michele:"Devi sapere Helene che non so fare l'amore ma ci tengo alle mie cose e tu sei mia" con forza mi leva i jeans e mi sfila gli slip.

Michele:"Non sarò mai dolce ma proverai un piacere in tutto cio che ti farò fare" mi bacia il ventre, il mio cuore accelera fino a sentire le gambe chiudersi e lui riaprirle con forza.
Michele:"Non ti innamorare mai di me Hel" i baci si spostano verso l'interno coscia fino ad arrivare all'inguine dove inizio a gemere e lui si alza di scatto per poi slacciarsi i pantaloni.

Michele:"All'inizio potrebbe farti male" sento come degli spilli trafiggermi all'interno per poi lasciare spazio a un bruciore misto piacere.

È l'alba, mi sveglio di colpo, ho la camicia di Michele addosso ma lui non ce, sento bussare alla porta.

Giorgia:"posso entrare?"

Helene:"Michele non c'è"

Giorgia:"Dio santo" sento borbottare.

Mi vesto e con passo felpato scendo le scale per evitare di farmi sentire quando una voce mi blocca.

Giorgia:"Lei è abituata ad entrare come i ladri ed uscire sempre come essi?" Una donna elegantissima, quelle di alta borghesia, avrà sui cinquant'anni ma portati benissimo, credo sia la madre.

Helene:"No mi scusi signora è che ieri ero con Michele"

Giorgia:"Certo Michele, immagino soltanto"

Helene:"Mi scusi cosa sta insinuando? Che sono una poco di buono?"

Giorgia:"Oh cielo, non lo sto insinuando è un ovvietà "

Helene:"Ma come si permette? Buonagiornata" sbatto il portone dell'entrata e esco quando mi rendo conto di non avere la più pallida idea di dove io sia e decido di incamminarmi a piedi quando trovo nella mia giacca le chiavi della maserati con un biglietto scritto da Michele;

"Non volevo distruggere la tua, prendi questa per adesso, spero vada bene."

Mi metto alla guida e torno a casa, una Maserati parcheggiata vicino ad una roulotte è il colmo dei colmi meglio se entro dentro prima di venire derubata da qualcuno quando sento sfiorarmi una spalla e mi volto.

Simone:"Hel credo che dobbiamo parlare" la mia bocca si apre ma le parole faticano ad uscire.

Helene:"Certo, sai mi spiace di non averti più chiamato"

Simone:"Hel, chi ti ha dato quella macchina"

Helene:"Diciamo che è la macchina del mio titolare"

Simone:"Michele è il tuo titolare?" Il mio cuore per un momento perde un battito.

Helene:"Ah vedo che lo conosci" sorrido sforzandomi.

Simone:"È mio fratello" ed ecco che per l'ennesima volta il mondo mi cade addosso e le menzogne mi si rivoltano contro balbettando vocali inutilmente.

Helene:"Tuo fratello? Pensa tu com'è piccolo il mondo" penso si legga il terrore nei mie occhi e la delusione nei suoi.

Simone:"Non è possibile quel ragazzo è capace di strapparmi dalle mani ogni briciolo di felicità"

Helene:"Io non so cosa dire"

Simone:"Non c'è niente da dire Hel" si volta e se ne va.

Poteva essere proprio Michele il fratello di Simone? Un caso fortuito? Pura coincidenza? O il destino a scritto per me un libro dannatamente disastroso?

IL VELENO CHE MI DAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora