Il gioco è bello quando dura poco

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5 mesi dopo.

Mi sono trasferita a New York, sto lavorando per un quotidiano locale, non mi lamento la paga è buona e divido le spese dell'appartamento con una mia collega, si chiama Jennifer è una brava ragazza, quando le raccontai di Michele e del mio incidente rimase scioccata, la capisco.

Mi frequento con un ragazzo, lui va ancora all'università, fa il barista dentro uno starbucks a times square per pagarsi gli studi, si chiama Colin, passiamo la maggior parte delle serate a casa, ordiniamo cibo d'asporto, una bottiglia di vino e guardiamo un film, Colin è davvero paziente con me tanto che ha accettato il fatto che io voglia aspettare prima di...beh insomma ci siamo capiti.

Ormai la mia vita da quando Michele se ne andato è abbastanza abitudinaria ma sopratutto è normale, quello che dopotutto volevo o almeno credo, ammetto che quando chiudo gli occhi sento ancora il suo respiro sul mio collo..

*driin driin*

Mi alzo e vado a vestirmi.

Jennifer:"Dai Hel muoviti, Colin ci sta aspettando, ha detto che non terrà la tua brioche al caldo per molto" mi metto a ridere.

Helene:"Va bene, va bene, arrivo"

Helene:"Va bene, va bene, arrivo"

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Prendo la mia borsa e andiamo.

Arrivati da Starbucks vedo Colin sorridermi da lontano.

È davvero l'opposto di ciò che ho frequentato in vent'anni di vita, odia i tatuaggi, odia le droghe, odia i locali ma sopratutto è dolcissimo, ogni mattina mi tiene la colazione da parte e me la porta al tavolo con una rosa

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È davvero l'opposto di ciò che ho frequentato in vent'anni di vita, odia i tatuaggi, odia le droghe, odia i locali ma sopratutto è dolcissimo, ogni mattina mi tiene la colazione da parte e me la porta al tavolo con una rosa.

Colin:"Buongiorno principessa" mi bacia la guancia sinistra.

Helene:"Buongiorno.." lo guardo e sto bene.

Jennifer:"Oh buongiorno jen, come stai? Bene grazie Colin! Ah di niente Jen" Scoppiano tutti a ridere.

Jennifer:"Scusa, JEN, buongiorno anche a te" e le da un bacio in testa.

Tiro fuori dalla mia borsa il mio notebook e verifico le ultime cose prima della riunione di questa mattina.

Arrivata in ufficio mi siedo e mordicchiando la mia penna aspetto nervosamente l'arrivo della riunione, si mormora che oggi ci sia una promozione per qualcuno dato che viene in visita per una settimana chi possiede il giornale, insomma, il mio capo. Non si sa chi è, si sa solo che è multimiliomario, immagino sia uno di quei vecchi bavosi che vanno a natale a Dubai.

Jennifer:"Hel vieni, inizia la riunione"

Mi siedo, i responsabili iniziano a parlare degli argomenti più interessanti, dalla politica, allo sport, al gossip fino ad arrivare al più stupido degli argomenti, il mio, mi chiamano, "LA POSTA DEL CUORE".

Helene:"Ecco" mi schiarisce la voce "Questa settimana abbiamo avuto molte mail riguardante problematiche amorose, quelle più interessanti a cui ho scelto di rispondere erano, di Marta che non riesce a lasciare andare il suo amato Derek e di Bob che non prova piacere nel fornicare con Amanda, ho consigliato a Marta di spegnere il telefono, uscire con le amiche e bere fino a non pensarci più invece a Bob di cambiare "Amata"" Dio che imbarazzo.

Dal fondo di questo chilometrico tavolo dove tutti sono seduti sento un applauso, la poltrona è girata di spalle di conseguenza non riesco a vedere nulla fino a quando una voce non mi ferma il cuore "Davvero molto brava la ragazza" si gira "Com'è che si chiama?" Gli rispondono "Helene"..

Michele:"Oh Hel sei davvero molto brava, una fantasia enorme" un sorriso sul suo volto.

Rimango pietrificata, le pupille mi si dilatano al massimo, inizio a tremare.

Jennifer:"Hel stai bene?vuoi dell'acqua?"

Si alza.

Michele:"Ragazzi, prendete spunto dalla nostra Hel, che mi delizia con le sue pupille di saggezza ogni settimana" mi guarda "devi avere davvero una gran bella vita amorosa per poter rispondere così decisa non è vero Hel?" Diventa serio, quegli occhi, neri, così oscuri.

Helene:"Scusate.."

Prendo le mie cose e corro in bagno, mi viene da vomitare, rimetto nel primo wc che trovo e tiro lo sciacquone, non è possibile, non può essere Michele, torno nella mia scrivania, cerco di recuperare le mie cose sento dei passi e la porta chiudersi davanti a me.

Michele:"Bene, bene, bene la mia Hel, quanto tempo.." Mi guarda poggiandosi alla scrivania.

Helene:"Cosa ci fai qui"

Michele:"Davvero pensavi di avere i requisiti per lavorare qui?" Si mette a ridere e continua "Ti ho assunta io, qua è tutto mio".

Helene:"Bene, allora mi licenzio" mi alzo e me ne vado quando mi prende da un braccio e mi strattona verso di lui, mi stringe una coscia e mi fa sedere sulla scrivania poi si avvicina al mio orecchio.

Michele:"No Hel, non puoi pagarti nella città più cara degli stati uniti senza un lavoro" lo spingo e me ne vado.

Michele:"Carino il tuo ragazzo Com'è che si chiama?"

Helene:"Colin.." si mette a ridere.

Michele:"Sarebbe bello se facesse un gioco con me non credi?".

IL VELENO CHE MI DAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora