Act XXVI

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– Quanti ce ne sono ancora?–

– Un paio, ormai abbiamo finito.–

Harry James Potter quel giorno era particolarmente allegro. Sicuramente sarebbe stato stanco e sudato se non avesse avuto l'aiuto della magia e delle bacchette di Ginevra e suo padre. Mobili e scatoloni non erano certo leggeri da portare, soprattutto da soli.

Il sorriso non l'aveva ancora abbandonato da quella mattina, quando si era svegliato e aveva realizzato che quella appena passata era stata la sua ultima notte da solo.

Meno di un mese prima aveva chiesto a Ginny di andare a vivere insieme e lei aveva subito accettato, felice come non mai.

Molly aveva pianto sia di gioia che di dispiacere a quella notizia, e non aveva neanche fatto mistero del suo disappunto per quella scelta: perché limitarsi a convivere da estranei?

Arthur l'aveva zittita dicendo che la decisione di sposarsi o no spettava solo ai diretti interessati.

Harry aveva intenzione di sposare Ginny, ma era troppo presto. Era sì sicuro del loro amore, ma preferiva fare un passo alla volta, e la convivenza gli era sembrata la giusta soluzione per il momento.

Così lui e la sua amata avevano cercato un nido d'amore adatto a loro e l'avevano trovato con facilità: una bellissima villa a tre piani nelle campagne della Londra Magica.

Se ne erano innamorati all'istante, era disponibile subito e il prezzo onesto. Avevano sbrigato tutte le pratiche per l'acquisto alla Gringott e stipulato un prestito di tre anni.

Harry aveva sì molto denaro da parte ma non abbastanza da comprarci una casa, che poi andava arredata e sistemata secondo il loro gusto personale. Sotto quel punto di vista Hermione era stata più fortunata: si era trovata nella mani un maniero enorme già pagato e senza un giorno di mutuo sulle spalle.

– Ecco, abbiamo finito.–

Harry strinse la mano di Ginevra, in piedi accanto a lui, e sorrise guardando la sua casa.

– E' bellissima.– sussurrò ammirandola con occhi dolci – Casa nostra.–

Il vero inizio di una nuova vita con la ragazza che più amava al mondo. Non poteva essere più felice.

– Bene, ragazzi– Arthur Weasley rinfoderò la bacchetta – io ho del lavoro da fare.– che stava a significare "Molly sta allagando la Tana di lacrime." – Vi lascio alla disposizione dei mobili.–

Salutò figlia e futuro genero e si smaterializzò. I due giovani maghi si guardarono negli occhi, sorrisero e corsero dentro casa mano nella mano.

Passarono il resto della giornata a sistemare i mobili come avevano già programmato e a fare progetti su altre cose da comprare e lavori da fare.

Siccome nessuno dei due era abbastanza in forze da mettersi ai fornelli decisero che la cena sarebbe stata a base di pizza, coca cola e patatine fritte.

Ed erano perfettamente felici così.

– Ma non doveva chiamare Hermione?–

Harry mandò giù un sorso di coca con qualche patatina – Credo sia troppo impegnata a litigare con Malfoy.–

Ginny sbuffò sonoramente – Sono mesi che litigano.–

Un'ombra passò sul viso del ragazzo – Già.– disse mestamente – E' sempre nervosa, non le si può dire nulla.–

– Secondo me ha bisogno di fare sesso.–

– Ginny!– esclamò imbarazzato Potter – Non credo che questi siano affari nostri.–

MISTAKE - L'Errore più Grande || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora