2 - Bailemos

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-Camila

Seven years ago

La prima volta che ho incontrato Shawn, sette anni fa, eravamo pronti a salire su un aereo -accompagnati da Andrew ovviamente- perché entrambi avremmo fatto l'apertura dei concerti del tour di Taylor Swift. All'epoca facevo parte di un gruppo di cinque ragazze, compresa me. Durante il primo volo mi trovo seduta in mezzo a Dinah, una ragazza del mio gruppo, e Shawn. Non appena lei si addormenta, il che accade molto in fretta, io e Shawn trascorriamo venti minuti di volo in un silenzio imbarazzante, con lui che tiene le dita saldamente attorcigliate attorno ai braccioli del suo sedile e con me stravaccata sul mio in un futile tentativo di trovare una posizione comoda.

Con la coda dell'occhio l'osservo per qualche secondo, notando il modo in cui le sue spalle sono tese e la rigidità con cui è seduto.

"Quindi, sei canadese giusto?", esordisco in un disperato tentativo di fare conversazione. Se c'è una cosa che odio è il silenzio e cosa c'è di peggiore del silenzio? Stare in silenzio in prossimità di un ragazzo carino. Lui volta leggermente il capo verso di me, limitandosi ad annuire. "Giochi ad hockey?"

"Sì... perché, ti piace?"

Scuoto la testa. "È una delle poche cose che so sul Canada. Non sono molto ferrata in geografia".

O in nessun'altra materia, se è per questo.

A ripensarci ora, vorrei tanto potermi schiaffeggiare da sola per la cosa super imbarazzante che ho detto, ma in fondo da adolescenti eravamo tutti un po' imbarazzanti, no?

Shawn accenna la cosa più vicina ad un sorriso che abbia visto sulla sua faccia da quando siamo decollati. Semplicemente le sue labbra non sono più piegate in una linea dritta, ma leggermente incurvate all'insù. È un inizio.

"Hai paura di volare?"

Lui corruga la fronte. "Perché lo chiedi?"

Faccio spallucce e con un cenno della mano indico nella sua direzione. "Sembri agitato".

Non appena glielo faccio notare, Shawn si sforza di sciogliere la sua presa sul bracciolo e di rilassare un po' le spalle. "È la seconda volta che prendo un aereo".

Annuisco, posando la mia mano sul suo avanbraccio, ancora appoggiato al bracciolo che separa i nostri due sedili. I suoi occhi guizzano sulla mia mano e allora la ritraggo e mi sento arrossire. Sono sempre stata abituata a vedere il contatto fisico come una cosa normalissima, ma probabilmente non tutti apprezzano di essere toccati da una tizia conosciuta da a malapena mezz'ora.

Mi schiarisco la voce. "Non preoccuparti, se vuoi dormire ti sveglierò nel caso accada qualcosa di brutto. Ma non accadrà, fidati".

"In realtà, tecnicamente molte cose potrebbero andare storte", sussurra, suppongo per non farsi sentire dagli altri passeggeri. "Anche se le probabilità che l'aereo cada saranno forse una su un milione, non sono zero".

Scoppio a ridere, ma non appena una coppia di signori di mezz'età dall'altro lato del corridoio mi rivolge uno sguardo torvo mi ammutolisco, continuando però a sorridere divertita.

Shawn mi fissa con un cipiglio sul volto. "Sono serio".

"Okay", replico, cercando di togliermi il sorriso dal volto ma fallendo miseramente. "Allora farò in modo di distrarti".

E fu così che parlammo per tutto il viaggio. O meglio, ero per lo più io a parlare e lui ascoltava, ma perlomeno ero riuscita a tranquillizzarlo e la sua paura di volare passò in secondo piano.

Señorita || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora