10 - Liar

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-Shawn

Quando apro gli occhi, la luce flebile del sole che passa attraverso le tende illumina lievemente la stanza e la mia sveglia ancora non è suonata, quindi suppongo che manchi poco alle sette. Il suono dei respiri regolari di Camila mi dice che la ragazza ancora sta dormendo beatamente, quindi alla cieca allungo il braccio per cercare il telefono sul comodino, così da disattivare la sveglia che suona ogni mattina alle sette. Quando lo trovo, vedo che effettivamente sono le sette meno un quarto.

Dopo qualche minuto passato a leggere i messaggi a cui non ho risposto ieri sera, tra i quali alcuni leggermente passivo-aggressivi di Andrew a cui non ho la forza di rispondere di prima mattina, faccio per alzarmi e solo allora me ne rendo conto. Camila è stesa su un fianco, col capo rivolto verso di me, e la sua gamba si trova letteralmente di sbieco sulla mia coscia e il suo piede in mezzo alle mie gambe. Anche con la poca luce, riesco a vedere come l'orlo della sua maglietta -la mia maglietta- si sia alzato lasciando scoperti i pantaloncini di tuta di mia sorella, che a Camila calzano un po' più stretti rispetto alla loro proprietaria, quindi le sue gambe sono praticamente nude.

E adesso ho un'erezione di prima mattina. Fantastico.

Il più delicatamente possibile mi libero dalla sua presa, stando attento a non svegliarla, e mi alzo dal letto. Usando la torcia del telefono, cerco nei cassetti una maglietta e un paio di pantaloncini per andare a correre. Dopo essermi vestito e aver fatto colazione, esco di casa.

Quando rientro, verso le otto e mezza, mi decido a rispondere all'ultimo messaggio di Andrew, dove dice che domani io e Camila saremmo dovuti andare allo studio per iniziare a lavorare sulla canzone e -questo non lo dice- suppongo anche ad incassare il suo rimprovero per essere andati via ieri sera.

In quel momento, Camila scende le scale, sbadigliando con una mano davanti alla bocca, per poi abbozzare un sorriso quando mi vede. "Hey".

Le mie labbra si piegano all'insù a loro volta. "Hey".

L'immagine della sua gamba nuda praticamente attorcigliata alla mia si fa spazio nella mia mente e devo sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire a mandarla via.

Mi schiarisco la voce. "Vado a fare la doccia", farfuglio nello stesso momento in cui lei borbotta "Vado a fare colazione".

Poi ridiamo entrambi nervosamente per qualche secondo, dopo di che io mi avvio su per le scale e lei sparisce in cucina.

Quando ho finito di fare la doccia e di vestirmi, torno al piano di sotto e Camila indossa il vestito giallo di ieri sera ed è intenta ad allacciare i laccetti delle scarpe col tacco intorno alla caviglia. "Il tizio dell'Uber mi prenderà per pazza", commenta, facendomi sbuffare una risata. "Comunque, grazie per ieri sera", afferma una volta finito coi lacci delle scarpe.

Faccio spallucce. "Ci vediamo domani, allora".

Lei annuisce. "Sì".

Guardandola uscire dalla porta, mi rendo conto che ormai -dopo ieri sera e dopo che abbiamo dormito nello stesso letto- non c'è più possibilità di tornare indietro. Non c'è possibilità di mantenere le distanze -non che prima stessi riuscendo nell'intento, anzi ho lasciato perdere già da tempo- e né di proteggermi in previsione di quando, inevitabilmente, le cose finiranno come l'ultima volta.

**

Andrew finge che sia tutto a posto mentre ci spiega come avremmo proceduto con la canzone. La base è già pronta, mancano solo le parole. Ce la fa ascoltare, così da darci un'idea generale su che tipo di canzone si tratta, dicendoci poi che avremmo dovuto abbozzare il testo insieme e che, una volta approvato, sarebbe stato rifinito dagli autori messi a disposizione dalla casa discografica. Il solito, insomma.

Señorita || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora