6 - Better

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-Camila

Quando mi alzo dal letto ed esco dalla stanza, percorrendo il corridoio, noto che la porta della camera di Andrew è aperta e il letto è già stato rifatto. È andato di nuovo a fare la spesa?

No, è impossibile. Dev'esserci una ragione per cui continua a sparire...

Mi strofino gli occhi, prima di scendere le scale. Non ho bisogno di guardare la stanza di Shawn per sapere che è già in piedi, il letto è già fatto e il resto della stanza è immacolata. A quest'ora sarà già a correre o magari è anche già rientrato. Uno strano calore mi irradia le guance al solo pensiero della cena di ieri e mi ritrovo a sorridere come un'ebete, riguardando la foto che ho messo nelle storie di instagram.

Non appena metto piede in cucina, la porta d'ingresso si apre, allora faccio capolino dallo stipite della porta per vedere chi è.

La figura di Shawn invade il mio campo visivo. Shawn in pantaloncini di tuta, tutto sudato, con le goccioline che gli illuminano la fronte e le braccia. A malapena si accorge di me, mentre zoppicando si dirige dritto al divano lasciandosi cadere a peso morto su di esso, con un gemito quasi impercettibile. Quasi.

Lo fisso, con un cipiglio in volto. "Tutto okay?"

Lui alza lo sguardo di scatto, ma vedendomi si sforza di abbozzare un sorriso. Un sorriso molto tirato. "Sì".

Mi avvicino al divano. "Shawn".

"Camila", mi scimmiotta lui, appoggiandosi con la caviglia destra sul ginocchio dell'altra gamba, così da potersi osservare di sbieco il polpaccio. Apparentemente sembra tutto a posto -niente rossore o gonfiore- ma il ragazzo si massaggia il muscolo come se volesse lenire il dolore.

"Ti sei fatto male", doveva essere una domanda ma esce più come un'affermazione, un dato di fatto.

"Penso di essermi strappato un muscolo", spiega con il tono più neutro che abbia mai sentito. "Niente di grave".

Non sono un'esperta, ma persino io so che uno strappo muscolare non può non essere nulla di grave invece.

Shawn fa per alzarsi, ma lo blocco, appoggiandogli una mano sulla spalla. "Non ti muovere. Vado a prenderti qualcosa in farmacia".

Il ragazzo scuote la testa, ma prima che possa ribattere sto già salendo al piano di sopra per infilare velocemente un paio di pantaloncini, un top e i sandali e per prendere il portafogli.

"Ci vediamo tra... tipo venti minuti", dico sgattaiolando fuori dalla porta.

Secondo Siri la farmacia più vicina, raggiungibile a piedi, è a dieci minuti da qui. Quindi seguo le indicazioni e arrivo in un po' meno tempo, avendo camminato a passo svelto. Quando torno a casa con i medicinali consigliatomi dalla farmacista, sono molto più sudata di quando ero uscita e ho la gola così secca che se parlassi penso che avrei la stessa voce del mostriciattolo del signore degli anelli, film che sono stata costretta a guardare da Austin, ma mi sono addormentata dopo la prima mezz'ora.

Vado prima in cucina a mandare giù forse mezzo litro d'acqua e poi prendo un bicchiere anche per Shawn, che a quanto pare si è mosso in questi venti minuti, perché non è più sudato e ha cambiato i vestiti, inoltre ha i capelli leggermente umidi. Però adesso è di nuovo sul divano.

Non l'ho mai visto seduto per così tanto tempo di fila, quindi deve fargli piuttosto male, anche se continua a ripetere che non è niente.

Prendo anche una borsa del ghiaccio, come mi ha detto di fare la farmacista. Tornata nel salotto, mi siedo a gambe incrociate vicino al divano, sotto lo sguardo confuso di Shawn.

Señorita || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora