23 - Daddy issues

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 -Camila

Quando apro gli occhi, per via dei raggi del sole che attraversano le tende chiuse, Shawn è intento a cercare qualcosa nella sua valigia, con indosso solo un asciugamano legato intorno alla vita. Dopo essermi messa a sedere sul letto, bevo un sorso della bottiglietta d'acqua che avevo sul comodino, incantandomi a fissare i muscoli della sua schiena.

Non appena si volta, Shawn abbozza un sorriso e io non mi sforzo nemmeno di far finta che non lo stessi ammirando. È il mio fidanzato. Fidanzato, che parola strana. Dopo la rottura con Austin, non pensavo che avrei chiamato qualcuno il mio fidanzato così presto. 

"Buongiorno", dice lui, tirando fuori dalla valigia un paio di pantaloncini del costume.

"Quante volte al giorno ti fai la doccia?", chiedo. "Così, per sapere".

Tra l'altro, stiamo per andare in spiaggia. Sulla spiaggia c'è la sabbia, nel mare c'è il sale... il che significa che farò la doccia quando torneremo, non prima di andare.

"Ho sudato stanotte, perché qualcuno continuava a invadere il mio lato del letto", commenta, con un sorrisetto sul volto.

Boccheggio teatralmente, fingendomi offesa. "Sarà stata la tua amante, perché di certo non ero io".

Il ragazzo sbuffa una risata, prima di indicare con un cenno del capo il suo comodino. "Ti ho preso la colazione".

Controllo sul cellulare l'orario e segna le dieci e mezza.

"Da quanto sei sveglio?"

Lui scrolla le spalle. "Sono andato a correre", replica con non chalance, prima di entrare nel bagno e socchiudere la porta.

Fisso la porta semichiusa a bocca aperta. È pazzo.

Apro il sacchetto di carta sul suo comodino, messo vicino a un bicchiere di spremuta, e al suo interno trovo un muffin al cioccolato. Bevo un sorso della spremuta, fissando il muffin come se fosse una persona che mi sta puntando un coltello alla gola.

A malapena mi accorgo di Shawn che esce dal bagno.

"Siamo in vacanza, Cami", alzo lo sguardo su di lui, che ora indossa i pantaloncini del costume. "Puoi mangiare un muffin. Puoi mangiarne anche due".

Deglutisco, mandando giù il groppo che mi si è formato in gola. "Lo so", dico, anche se non lo so. Forse la parte razionale di me lo sa; il problema è farlo capire alle altre parti. Alla fine lo mangio, perché è così buono e perché so che se non lo faccio Shawn continuerà a preoccuparsi.

Dopo di che, indosso anche io il costume e, invece di utilizzare l'auto che abbiamo noleggiato all'aeroporto, andiamo in spiaggia a piedi sotto il sole. È una camminata di più o meno dieci minuti e, essendo Ottobre inoltrato, fa ancora abbastanza caldo da fare il bagno qui in Florida, ma non così caldo da non poter fare due passi sotto al sole.

Arrivati in spiaggia, facciamo subito il bagno per rinfrescarci e, per quel che mi riguarda, per lavar via la patina di sudore che mi si è formata appena sotto al reggiseno del costume. Poi, ci stendiamo sulle sdraio sotto l'ombrellone che abbiamo affittato, dopo che Shawn le ha unite così da poterci sdraiare vicini.

"Sai, sono un po' invidiosa della tua famiglia", commento con tono scherzoso, dopo che Shawn mi ha fatto scattare una foto insieme a lui da mandare a sua sorella.

Solo ieri, lui e la sua famiglia hanno parlato al telefono tre volte in una sola giornata, mentre tutto ciò che io e mia madre ci siamo scambiate è stato qualche messaggio. Sì, le ho contate.

Señorita || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora