20 - Save your tears

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TW: menzioni di disturbi alimentari

-Camila

Quando apro lentamente gli occhi, il letto è vuoto affianco a me, anzi direi che praticamente mi sveglio al centro del letto, invadendo il lato di Shawn. Tastando alla cieca il comodino in cerca del mio cellulare, lo afferro appena lo trovo per guardare l'orario. Sono solo le otto. Sospiro di sollievo; ho ancora un paio d'ore prima di dover uscire per andare dalla psicologa.

Psicologa. Il mio stomaco si contorce al solo pensiero.

Da dove dovrei cominciare? Dal mio problema col cibo o magari dalla storia con Cooper e dal fatto che, quando l'ha scoperto, mia madre ha fatto finta di niente perché sapeva che -in parte- era responsabile? Da Austin?

"Ugh", gemo contro il cuscino.

Ci penserò quando sarò lì, basta. Mi metto a sedere, passandomi le dita fra i capelli per sistemarli un po'. Proprio in quel momento, la porta del bagno adiacente alla stanza da letto si apre e ne esce Shawn, con indosso solo un asciugamano legato attorno alla vita. Shawn, tutto bagnato e seminudo. Shawn, coi riccioli ancora umidi.

Quando mi vede sveglia, abbozza un sorriso come se non fosse niente. "Buongiorno".

Io, che finora stavo fissando il suo addome lucido per via dell'acqua, scuoto la testa e alzo lo sguardo. "Mhm?"

Lui non dice niente. Scuotendo la testa, si limita a ridacchiare, per poi sedersi sul bordo del letto dandomi le spalle. E che spalle.

Eh no, bello. Non funziona così.

"Sei andato a correre?", chiedo alzandomi dal letto e passando davanti a lui per andare in bagno.

"Sì".

Prima di entrare, mi fermo proprio nel suo campo visivo e casualmente mi stiracchio, alzando le braccia. Così facendo, l'orlo della maglietta che mi ha prestato lui per dormire si alza abbastanza da mostrare il mio perizoma. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che la mia tattica subdola ha funzionato, perché Shawn si schiarisce la voce.

"Vado a vestirmi", dico prima di sparire dietro la porta del bagno, sorridendo tra me e me.

Ieri sera, Shawn mi ha dato uno spazzolino nuovo da usare, quindi -dopo essermi lavata faccia e denti- rimetto i vestiti di ieri sera e sistemo i capelli al meglio delle mie abilità in mancanza dei prodotti che uso solitamente ogni mattina. Non posso truccarmi, ma meglio così. Prevedo un bel piantino dalla psicologa, quindi...

Quando esco dal bagno, anche Shawn si è vestito. Non so se dire purtroppo o per fortuna.

"Voglio presentarti mia sorella", dice così dal nulla, con una tale non chalance mentre si passa l'asciugamano fra i capelli.

Questo mi spiazza per qualche secondo, in cui mi limito a fissarlo strabuzzando gli occhi.

"Come?", chiedo, anche se ho sentito benissimo.

Il mio stomaco fa una specie di capriola e non so se dare la colpa alla pizza di ieri sera, mischiata al vino, o alla mia ansia.

Shawn fa per parlare, suppongo per ripetere quello che ha detto, ma lo precedo. "Non penso sia il caso".

Okay, conoscere sua sorella non è al pari di incontrare i genitori, ma nel suo caso forse è anche peggio. Quasi tiene più alla sua opinione che alla loro. E poi, non stiamo insieme. Come mi presenterebbe? Come la sua finta fidanzata che forse potrebbe diventare la sua vera fidanzata? No, no e ancora no.

"Io penso di sì, invece", replica lui, alzandosi in piedi. Mi sorpassa per entrare nel bagno, uscendo poco dopo con l'asciugacapelli fra le mani. "Cosa pensi che accadrà? Che ti farà firmare un contratto dove prometti di sposarmi?"

Señorita || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora