Il bosco è buio, la spessa volta di fronde blocca alla giovane la vista del cielo notturno. Unica luce a guidarla sono centinaia di panfeuer sparpagliate lungo il lugubre e stretto sentiero. Selene procede con timore, i piedi scalzi provocano alla ragazza una sensazione viscida e fastidiosa mentre cammina sul terreno umido coperto di foglie cadute. L'abito bianco della giovane è sporco di fango e terriccio, mentre i suoi capelli biondi sono arruffati dalla fatica e dai rami bassi in cui incappa ogni tanto. La ragazza non ha idea di dove si trovi, ne di come sa arrivata li, ma deve trovare un modo per andarsene, o almeno per riscaldarsi. La notte è gelida e la fredda umidità nell'aria non fa che peggiorare la situazione. Selene cammina, cammina e cammina ancora, fino a che non sente le sue gambe implorare pietà, allora cammina più veloce, consapevole che fermarsi vuol dire soccombere. Tutto in quella buia selva pare identico: gli stessi rami, le stesse foglie, lo stesso buio, lo stesso silenzio. La giovane sta per arrendersi, sente i suoi occhi chiudersi mentre ancora sta arrancando sulle sue gambe ormai tremanti, ma qualcosa la riporta subito sull'attenti: di fronte a lei compare una figura candida. Un enorme cervo dai palchi dorati e dal manto bianco come la neve balza fuori dal bosco e si ferma nel mezzo del sentiero, guardando la giovane con due immensi occhi color del cielo d'inverno. Selene si avvicina, camminando faticosamente, retta dalle sue caviglie ormai doloranti. L'animale attende che la ragazza sia a pochi metri da lui, poi balza dal lato opposto, percorrendo ad una velocità incredibile lo stretto sentiero. Selene, nonostante gli arti inferiori doloranti, si lancia all'inseguimento di puro istinto. Senza un apparente motivo, le sue gambe non tremano più, come fosse stata privata di ogni briciolo di fatica, la ragazza corre, corre e corre a perdifiato, senza però percepire alcuna stanchezza. Il suo respiro è regolare, le sue gambe rapide, una leggera brezza pare spirare tra gli alberi oscuri che ora dipanano le loro intricate fronde mostrando alla giovane un immenso cielo stellato sopra di lei. Ma il cervo è ancora lontano, dopo alcuni minuti la ragazza lo perde di vista, come fosse scomparso, e si blocca. Il bosco pare identico a prima, ma più luminoso: i rami sono meno fitti, facendo trapelare la mistica luce delle stelle e della luna piena, a terra le foglie scricchiolano data l'assenza dell'umidità prima tanto opprimente, e, soprattutto, non c'è silenzio. Selene riesce a udire, distante ed indefinito, un canto. Una voce femminile delicata come seta e amorevole come un abbraccio. La giovane, la cui stanchezza pare scomparsa, si incammina di nuovo per il sentiero. Non deve fare molta strada prima d trovarsi di fronte ad un'altra apparizione insolita: una porta in legno di fico in mezzo al sentiero, senza fronzoli e con una maniglia di legno. Al centro di essa, una decorazione risalta sul legno grezzo: una spada rivolta verso il basso, simile ad una croce. Da oltre essa il canto pare più forte, Selene quasi riesce a capire le parole pronunciate in tono malinconico e materno, come una ninnananna. Per qualche ragione la ragazza viene avvolta da un senso di nostalgia e pace. La giovane si avvicina alla porta e mette mano alla semplice maniglia di legno. Fa un profondo respiro. E la apre con delicatezza. La ragazza sgrana gli occhi, al di là della soglia il paesaggio è completamente diverso. Selene entra in una radura verdeggiante, il sole tiepido le riscalda le membra mentre l'erba smeraldina le solletica le piante dei piedi. Attorno al prato un boschetto di tasso muove le sue verdeggianti fronde alla calda brezza che spira attraverso i tronchi centenari. Sparse tra le zolle verdi, sparuti gruppi di mandragole paiono accogliere la ragazza. Ma ad attirare l'attenzione della giovane è la figura al centro della radura: una donna voltata di spalle e seduta su un grosso masso dal quale sgorga una fonte purissima. I capelli della donna sono biondi come il grano ed indossa un abito candido proprio come Selene. La giovane si avvicina, capendo che da lei proviene quel triste e nostalgico canto. Tra le mani della donna Selene nota una lira dalle corde dorate, che la donna accarezza con esperta confidenza, facendone scaturire delle calde note pulite. La ragazza fa ancora qualche passo, non sa perché, ma non comprende la canzone. Come riuscisse a registrare ciascuna parola, ma la dimenticasse un istante dopo. Ormai la giovane è a pochi metri dal masso, quando la figura smette di suonare e si volta. La giovane rimane paralizzata: il volto della donna ha qualcosa di strano, non ha idea del perché, ma le ricorda qualcuno. Le basta un secondo per arrivarci, ed immediatamente arretra: quella donna è praticamente identica a lei, solo più grande e dagli occhi di un meraviglioso verde scuro con delle pagliuzze dorate al loro interno. Entrambe rimangono immobili con le labbra leggermente socchiuse per la sorpresa. La donna pare incredula, quasi sconvolta. Presto delle grosse lacrime le iniziano a scendere sulle guance e si avvicina con trasporto alla ragazza, che rimane immobile mentre la donna le poggia le mani sulle guance. Gli occhi della donna paiono carichi di un dolore tremendo, Selene comprende che sta parlando dato che muove le labbra, ma le sue parole sono come il canto: effimere. La giovane si rende d'improvviso conto di star piangendo, percepisce il caldo sui lati del volto, bloccato dalle mani della donna ancora sulle sue guance. Selene si muove d'istinto: poggia le sue mani su quelle della donna, poi si avvicina e la abbraccia. Profuma di lavanda e brezza estiva. La donna resta immobile per qualche istante, poi le restituisce l'abbraccio. Selene stringe gli occhi per fermare le lacrime. La donna sta continuando a parlare e la ragazza continua a non comprenderla. Piano piano la voce della donna pare farsi sempre più distante, Selene stringe di più la presa, ma sa cosa st per accadere.

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Moondance (Wintersaga)
Maceraseconda parte di Moondance (Sommersaga). Selene è finalmente diventata una sacerdotessa a tutti gli affetti dopo svariati anni di studio al santuario, sempre accompagnata dal padre adottivo. poco tempo dopo la cerimonia i due ripartono verso la capi...