La sveglia delle sette del mattino mi svegliò improvvisamente. Feci le solite cose che facevo ogni mattina, salutai papà ed uscii.
Ad LA era sempre incredibilmente caldo. Amavo il sole. A Milano c'era sempre un tempo incerto, a volte era troppo freddo ed altre si moriva dall'afa.
Salii la gradinata principale della Los Angeles High School con le cuffiette alle orecchie, ascoltando la mia canzone preferita, guardavo come al solito per terra, un po' impaurita che qualcuno mi notasse.
Un ragazzo venne spinto da un amico verso di me e inciampai su di lui, cademmo insieme.
-S...scusami.- Dissi preoccupata togliendomi una cuffietta di fretta.
-Non ti avevo...- Alzai lo sguardo. Era il ragazzo che avevo visto in presidenza due giorni prima e lo stesso che se ne stava nel suo gruppo di amici il giorno precedente. -Visto.- Finii la frase.
Lui mi sorrise. Si tolse il cappellino, si mosse i capelli con la mano e se lo rimise.
-E' colpa mia, scusa.- Mi disse sorridendo.
Non sembrava per niente un cattivo ragazzo. Non capivo la rabbia di Mrs. Fitzgerald nei suoi confronti.
-Non importa.- Girai i tacchi e mi dileguai velocemente.
Davanti alla porta mi attendeva Ellen.
-Lo conosci?- Mi chiese senza nemmeno salutarmi. -Chi?- Chiesi io non capendo la sua domanda improvvisa. -Nash!- Continuavo a non capire.
-Chi è Nash?- Mi guardò con aria sbigottita. -Non sai chi è Nash? Davvero?-
Mi girai e osservai di nuovo quel ragazzo. -No, non so chi sia...-
-Laura, lui è Nash Grier. E' famoso in tutta America.-
Ellen sembrava piuttosto sconcertata per la mia ignoranza. Forse non si era ancora resa conto che io avevo vissuto in Italia fino a quel momento.
-Io... sono italiana. Non lo conosco, scusa...- Avevo l'orribile vizio di scusarmi per ogni cosa, anche la più stupida. -Ma figurati! Hai ragione, non puoi saperlo.-
Chiudemmo la conversazione su quel ragazzo. Entrammo in classe e occupammo gli stessi posti del giorno prima.
Le ore passarono piuttosto veloci. A pranzo scegliemmo un tavolo all'esterno dove mangiare il nostro pranzo. Si sedettero con noi anche dei nostri compagni di classe, Jacob e Louis, due gemelli. Ci presentammo e scoprii che Ellen era più socievole di quanto sembrasse. In classe era sempre silenziosa e per conto suo ma in realtà conosceva molte persone e salutava tutti quelli che passavano.
La campanella dell'ultima ora suonò. Io e Ellen percorremmo il pezzo di strada che avevamo in comune.
-Questa sera c'è un evento in una discoteca qui vicino. Ti andrebbe di venire? Vengono un sacco di persone della scuola, magari conosci qualcuno di nuovo. Mi farebbe piacere se ci venissi con me.- Avevo completamente perso il conto dei giorni, era venerdì e tutti uscivano la sera. Non mi sembrava una brutta idea uscire, fare nuove conoscenze non sarebbe stato male.
-Mi piacerebbe, grazie!- Ci demmo appuntamento davanti alla discoteca alle dieci e mezza e ci separammo per andare ognuna verso la propria casa.
Quando arrivai nel cortile di casa notai una macchina davanti al garage. Intuii qualcosa. Ci girai attorno. Era una Mercedes grigia, bassa, con dei lineamenti morbidi.
-Ti piace?- Mi girai di scatto e mi ritrovai mio padre davanti. Avevo preso uno spavento. -Non farlo mai più.- Gli dissi sorridendo.
Ridemmo insieme e poi, riguardando la macchina, mi rigirai verso papà. -Si mi piace molto! E' nostra?- Lui annuì accennando un sorriso. -Già.-
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I Viners // Nash Grier & Cameron Dallas (#WATTYS2016)
FanfictionLaura, una ragazza italiana di 16 anni, si ritrova a dover cambiare stato e vita per il lavoro del padre. Il trasferimento è nella bellissima Los Angeles, Stati Uniti d'America, dove conosce molte nuove persone e perde la testa per due ragazzi, migl...