-Cos'hai oggi?- Mi domandò Ellen durante la lezione di psicologia.
-Nulla. Perchè?- Risposi togliendo lo sguardo dal punto fisso che osservavo da un ora.
-Sei strana. Va tutto bene?-
-Certo!- Risposi guardandomi i palmi delle mani.
Forse dovevo dirle di Cam e Nash, era ora.
-Senti...- Mi bloccò subito. -Dimmi tutto.- Disse con lo sguardo illuminato.
-Domenica sono uscita con un ragazzo.- La guardai speranzosa che non facesse domande.
-Oddio, sul serio? Chi?- Ero in panico. Non sapevo se Cameron era nella sua 'lista nera'.
Non mi era mai importato dell'opinione degli altri, me ne fregavo di solito di ciò che pensava la gente di me, ma Ellen era la mia unica amica lì, non mi andava di perderla e soprattutto mi interessava molto la sua opinione sulle cose, mi ci stavo affezionando molto.
-Cameron Dallas.- Sparai contraendo la mandibola.
Sgranò gli occhi e mi guardò con un sorriso malizioso.
-Quel figone di Cameron? Come hai fatto?- Sentii le guance arrossirsi e un caldo improvviso. Abbassai lo sguardo e poi risposi.
-L'ho conosciuto venerdì sera, dopo che te ne sei andata via dalla festa.-
-Hai una fortuna... ma grazie a Dio non hai conosciuto quell'idiota del suo migliore amico.- Fece una smorfia.
Sapevo benissimo di chi stava parlando, Nash... forse non dovevo dirle ciò che era successo tra me e lui.
-Signorine, la smettete di chiaccerare?- La professoressa ci guardava con uno sguardo minaccioso. La campanella ci salvò e uscirono tutti molto velocemente.
-Vado a casa di Britanny oggi. Ci vediamo domani Laura.- Mi disse Ellen abbracciandomi calorosamente.
-Così mi racconti meglio di te e Cameron!- Aveva ancora quello sguardo malizioso.
Risi dandole un bacio sulla guancia e poi varcai la soglia della porta.
Uscita dall'edificio afferrai il mio skate, lo appoggiai a terra e iniziai a scivolare verso casa.
Non ero veramente sicura di ciò che provavo per Nash. Cameron mi piaceva, e non poco, parlarne con Ellen me lo aveva fatto capire, ma Nash era diventato importante in pochissimo tempo e lo volevo frequentare, forse non dovevo correre con le cose.
Arrivai davanti a casa e riconobbi una macchina famigliare parcheggiata accanto al marciapiede.
Ci girai attorno ma non vidi nessuno all'interno, così entrai in casa.
Inserii la chiave nella serratura ma la porta si aprì e mi ritrovai mio padre davanti.
Sul divano di casa c'erano Cameron e una donna piuttosto giovane, sulla quarantina d'anni.
-Papà, ma non lavoravi oggi?- Dissi appoggiando lo zaino sull'altro divano.
-Ma era il mio giorno libero, tesoro.- Non ne ero a conoscenza.
Cameron e la donna si alzarono in piedi. Lui mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia.
-Piacere, sono Gina, la mamma di Cameron.- Le strinsi la mano sorridendole.
Non capivo cosa ci facessero lì.
-Piacere, Laura.-
Guardai Cameron con sguardo interrogativo e lui fece una faccia idiota, come al suo solito, arricciando le labbra.
-Lau, ti starai chiedendo perchè sono qui...- Mio padre aveva iniziato il discorso con un tono piuttosto intellettuale.
-Io e Gina ci conosciamo da un po' e... abbiamo deciso di uscire... cioè, siamo fidanzati ora...- Mio padre aveva uno sguardo molto preoccupato. Non ci capivo più nulla. Come si conoscevano da un po'? Eravamo da pochissimo in America. Come poteva mio padre sostituire mamma? Come poteva innamorarsi di un'altra donna?
-Come... come vi siete conosciuti?- Ero sconvolta.
-Vedi, Gina è stata in Italia un paio di volte, lavora anche lei per la mia stessa società e ci siamo incontrati spesso. Tra noi...- Guardò lei, le sorrise, poi continuò. -E' nato qualcosa.- Finì.
Guardai Cameron. Stava sorridendo.
-Cam, tu lo sapevi?-
-L'ho saputo ieri.- Mi disse felice.
Non riuscivo ad immaginare papà con un'altra donna che non fosse mamma. Non lo potevo sopportare.
Senza dire nulla afferrai lo zaino bruscamente e andai in camera mia sbattendo la porta. Lanciai tutto a terra e mi sedetti sul letto raccogliendo le gambe al petto con le braccia.
Guardai la foto di mamma sul mio comodino. La rivolevo lì con me. Ne avevo un bisogno estremo. Una lacrima rigò il mio viso, mi scappò un singhiozzo.
La porta si aprì piano, un viso si fece spazio nella fessura.
-Ei, tutto bene?- Cameron entrò e si sedette accanto a me sul letto, mi scostò le mani dal viso e vide che piangevo.
-Cosa succede?- Mi accarezzò la guancia.
-Non lo so... vedere mio padre con un'altra donna che non é mia madre... fa male.- Dissi tra un singhiozzo e l'altro.
-Pensi che per me non sia strano, piccola?- Mi asciugò dolcemente le lacrime con il pollice. Non risposi. Rimasi a guardarlo negli occhi.
-Credimi, vedere tuo padre felice ti renderà felice a tua volta. Lo so che vuoi la sua felicità, dagli la possibilità di rifarsi completamente una vita.- Forse aveva ragione. Forse questo gli avrebbe fatto bene. Forse questo poteva rimarginare un po' la ferita che entrambi avevamo nel cuore.
Mi avventai su Cam, lo abbracciai forte a me.
-Grazie.- Gli sussurrai.
Dopo alcuni minuti, calmati i singhiozzi e le lacrime, decisi di chiedere a Cameron della sua famiglia, cosa che non avevo mai fatto prima d'ora.
-Da quando sono separati i tuoi genitori?-
-Da sei anni ormai. Mio padre era diventato violento con mia madre e abbiamo deciso di mandarlo via di casa. Mamma non ha mai trovato un'altro uomo... bhe fino ad ora. Sinceramente sono molto felice per lei, ma posso capire come ti senti... la tua perdita è stata diversa.-
Abbassai lo sguardo. Basta discorsi seri... pensai.
-Mangiamo qualcosa?- Esclamai per cambiare discorso in fretta.
-Fatta!- Rispose Cam.
Mi afferrò la mano e andammo al piano inferiore dove ci aspettavano mio padre e Gina.
Appena spuntammo dalle scale ci guardarono mano nella mano, sorrisero.
-Dovrete abituarvici.- Disse Cam scherzando.
Stavo facendo un casino.
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I Viners // Nash Grier & Cameron Dallas (#WATTYS2016)
FanfictionLaura, una ragazza italiana di 16 anni, si ritrova a dover cambiare stato e vita per il lavoro del padre. Il trasferimento è nella bellissima Los Angeles, Stati Uniti d'America, dove conosce molte nuove persone e perde la testa per due ragazzi, migl...