Capitolo VI

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-Hayes! Questi sono i nostri ospiti! Marco, il mio nuovo dipendente dall'Italia e sua figlia, Laura.-

Il ragazzo strinse la mano a mio padre e poi mi guardò sorridendo, mi abbracciò e mi diede un bacio su una guancia.

-Piacere Hayes.-

Aveva gli stessi occhi del padre, mi colpì quanto erano espressivi.

Papà e Chad cominciarono a parlare fitto fitto, probabilmente di lavoro. Rimasi con Hayes, guardavo a terra silenziosa.

-Quiiiindi...- Disse lui ridendo e alzandomi il mento con la mano.

-Non avere paura, non ti mangio. Ti metto così a disagio? Se vuoi me ne vado.- Lo guardai sorridendo. Sentii il mio corpo rilassarsi, mi metteva piano piano a mio agio.

-Dai vieni timidona.- Mi fece un cenno con il capo e lo seguii verso una porta sul retro.

Davanti a noi scoprii una piscina, enorme, con degli sdrai e palloni da calcio ovunque.

-Niente male!- Esclamai.

-Oh allora cel'hai una voce! Ed è anche molto bella a quanto pare ahah.-

-Scusami, ero in panico. Il fatto che tuo padre sia il capo del mio mi mette piuttosto soggezzione, di solito non sono così, tranquillo.-

-Figurati piccola... Quiiindi, ti sei appena trasferita?-

-Si, dall'Italia.-

-Come ti trovi qui?-

-Piuttosto bene direi. Mi piace molto LA, tutto è perfetto, davvero. Me lo sognavo un posto così quando ero a Milano. Ma ovviamente è tutta un'altra cosa l'America dall'Italia e mi ci devo ancora abituare...-

-Ti mancheranno i tuoi amici... mio padre mi ha detto che hai la mia stessa età, se mi portassero in un'altro paese non vivrei per la mancanza delle persone che ho qui.-

-Si in effetti mi mancano molto, ma apprezzo il fatto di potermi fare una nuova vita qui. Ho perso mia madre quando ero più piccola, la mia vecchia casa era intrisa di suoi ricordi che mi facevano stare male, qui sia io che mio padre siamo più felici.-

Mi guardò con aria molto più seria di prima.

-Mi dispiace davvero...-

-E' successo molto tempo fa...- La solita scusa. Il tempo a volte non cancella le ferite, le rimargina e basta, ma la ciccatrice rimane sempre.

Mi ritorvai tra le sue braccia, ci conoscevamo da dieci minuti e già ci stavamo abbracciando. Era un ragazzo senza dubbio molto dolce.

Era più alto di me, aveva le braccia piuttosto muscolose, dei capelli corti ai lati e spettinati sopra. E' pure carino pensai.

Interruppe quel momento tanto dolce quanto buffamente inappropriato una bambina che gridando si attaccò alla gamba di Hayes, chiamando continuamente il suo nome e costringendomi a staccarmi dal suo abbraccio.

-Skyyy!- Gridò lui afferrandola e portandola sopra le sue spalle.

-Come stai?- Disse lei dandogli un bacio sulla guancia.

-Tutto bene. Tu cucciolina?-

Si guardavano in un modo troppo carino.

-Benee, mamma mi ha preso un nuovo peluche gigante a forma di cavallo, lo vuoi vedere?-

Hayes mi guardò con una faccia tipo 'ne ha già mille di quelli' poi si rigirò verso di lei e le diede un bacio sul naso.

-Certo che lo voglio vedere. Prima saluta la mia amica Laura!-

I Viners // Nash Grier & Cameron Dallas (#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora