Sorella Orso

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Pronte a giocare con i demoni del passato?🦋

Il tempo cura le ferite, ma non le anestetizza mai completamente e forse è proprio questo il problema. Il dolore resta sempre lì. Il dolore diventa parte di te, scava fino a fondo e si insinua in ogni tua maledetta cellula facendoti perdere il controllo.

Stringo tra le mani il biglietto di Richard e digrigno i denti così forte da farmi male, ma non mi importa. Continuo a rileggere le sue parole in loop con i brividi che mi attraversano la schiena.

«Carla mi ha minacciato puntandomi contro una spatola se non ti avessi portato la tua colazione in fretta e furia. Spero tu stia meglio, Timon ha bisogno della sua Pumba al più presto»
Con affetto (non troppo),
Mr Muscolo.

La mia Carla, sempre così dolce, è riuscita a strapparmi un sorriso. La sua premura è una carezza, fa bene al cuore e, per quanto io sia grata del suo gesto, non riesco a non provare tristezza per ciò che sto facendo passare a Daniel.

Timon ha bisogno della sua Pumba al più presto e sono convinta che sia così. So quanto vorrebbe riavere indietro la Rose solare e piena di vita; si annienterebbe per darmi un briciolo di spensieratezza, la spensieratezza che mi è stata strappata via anche se ho lottato con le unghie e con i denti per proteggermi. Cazzo, quanto mi sento in colpa.

Flashback.

«Ti piace come sto?» domando al mio migliore amico mentre faccio delle piroette per fargli vedere il vestito che ho comprato proprio per l'appuntamento.

«È molto bello, forse troppo fioroso» commenta guardandomi attentamente, «però stai bene».

«Fioroso?» ridacchio alzando un sopracciglio, ha seriamente un vocabolario tutto suo.

«Esattamente, è pieno di fiori» spiega annuendo con disinvoltura.

«Anche tu sei cazzoso» rispondo trattenendo un sorriso, «hai la testa di cazzo».

«Ma sei una stronza!» esclama spingendomi dolcemente, «vai e divertiti! Chiamami quando torni a casa».

E pensare che quella chiamata non arrivò mai e io, non mi ero divertita per niente.

Prendo un lungo respiro e la mia mente viaggia anche su Richard, sul nostro maledetto ultimo incontro.

«Come mi vedi, Richard?», «Semplicemente stanca».

Avrei preferito che non vendesse nulla di tutto ciò che ha visto, non avevo alcun freno e dovrei scusarmi per come l'ho trattato, forse lo farò quando troverò anche il coraggio di ringraziarlo per la colazione. Chiederò a Daniel il suo numero di cellulare per mandargli un semplice messaggio formale, sono sicura che quel suricato invadente saprà anche la via di casa sua ormai.

Non avevo alcuna aspettativa, il nostro incontro mi aveva semplicemente divertita, eppure ora che me lo ritrovo sempre intorno senza volerlo non capisco se la sua presenza mi piaccia o meno.

È stato carino a portarmi la colazione, ma non dovremo superare il confine. Non ho intenzione di far entrare qualcuno nella mia vita, tanto meno una persona con con riflettore puntato in testa.

Sarebbe controproducente per la mia presa di posizione nei confronti della fama, voglio essere il più possibile trasparente e dopo quello che è successo non mi resta che evitare qualsiasi tipo di uscita oltre l'università e gli allenamenti.

So che privarmi di ogni svago non è il massimo per una ragazza della mia età, ma la sofferenza che sto provando è così stancante mentalmente da piegarmi fino a questo punto. Desidero soltanto rimanere a letto con una coperta di pile addosso e un buon libro.

Per essere liberaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora