Addominali e pazienza insesistenti

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Pronte a giocare con i demoni del passato?🦋

«Nuovo giorno, nuovo esaurimento nervoso per la grande campionessa Butterfly» sbuffo facendo la telecronaca della mia vita esasperante.

Ho guardato il soffitto per tutta la notte, non facevo altro che ripensare a come le cose mi stessero sfuggendo di mano. Ogni volta che provavo a chiudere gli occhi il rimorso mi faceva mancare il respiro e li riaprivo di scatto per sentirmi meno soffocare, ma questa
mattina ne pago le conseguenze.

Sono così spossata da sentire le gambe pesanti, potrebbero cedermi da un momento all'altro e le forze sono scarse, devo assolutamente mangiare.

«Dio, mi sento un cazzo di bradipo» mugolo diminuendo il passo.

Sto andando con il mio solito cappellino e gli occhiali da sole da Carla. È la proprietaria della caffetteria dove io e Daniel andiamo spesso a fare colazione prima di andare a lezione al campus e sono certa che mi riempirò lo stomaco in pochi minuti viste le sue delizie.

Oggi ci degnerà della sua presenza anche Annabella Sanchez anche detta "Psycho Pussy" per i suoi modi particolari.

L'abbiamo conosciuta a una serata dedicata ai nuovi studenti quando ci siamo immatricolati e da lì l'abbiamo accolta nel nostro duo per la limpidezza che emanava. Lei non ha scelto il nostro stesso indirizzo, ma studia ingegneria spaziale e, come noi, è al secondo anno.

È una di quelle persone di cui ti innamori subito, un uragano di grinta e sfacciataggine senza limiti. Per lei la vita va vissuta al massimo e non le importano i rimorsi, ma solo i rimpianti. E se continuerà così, non ne avrà minimamente.

Le voglio molto bene, è un'amica sincera e in me non vede Butterfly, ma solo Rose Marie. Questo mi porta a rilassarmi, a sciogliere le mie difese quando c'è anche lei.

«Carla!» esclamo non appena varco la porta e cerco subito con lo sguardo i miei migliori amici che puntualmente sono seduti allo stesso tavolo.

«Bambina mia, come stai?» domanda togliendosi il grembiule per abbracciarmi senza sporcarmi i vestiti di farina.

Ha settant'anni e nonostante l'età lavora ancora nel suo locale. Dopo la morte di suo marito, si sente terribilmente sola perciò continua a sfornare i dolci più buoni dell'isolato per riempire le sue giornate con qualcosa di positivo. Vengo qui spesso, mi fa sentire a casa e sono felice di tenerle compagnia.

«Esaurita come sempre, ma bene. Tu?» dico mentre mi scruta come se volesse costatare che sia tutto okay. Quanto posso volerle bene?

«Faccio finta di crederti, ma quelle occhiaie parlano chiaro» borbotta dopo avermi alzato velocemente gli occhiali, «io sto bene, come sempre! Sono una roccia».

«Una roccia che non può fare a meno di ricordarmi che sembro un panda» sbuffo dandole un pizzicotto sul fianco.

«Mangia di più e dormi almeno otto ore, Rose Marie!» ordina mettendo le mani sui fianchi e non posso fare a meno di sorridere.

«Carla, sembri mia madre» commento mentre lei va dietro il bancone per prendermi la colazione. Mangio sempre la stessa cosa da mesi: muffin ai mirtilli. Li amo e i suoi sono meravigliosi, non ne farei mai a meno.

«Ecco i tuoi muffin signorina, vai a mangiare insieme a quei due pazzi squinternati» dice porgendomeli.

Gli squinternati mi stanno aspettando e ho paura di cosa stiano confabulando, li osservo discutere animatamente e mi sembrano piuttosto concentrati.

«Grazie, sei fantastica» rispondo allungandole la solita banconota da venti dollari.

«Cosa state combinando voi due?» domando sedendomi al mio posto.

Per essere liberaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora