Ferite

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Pronte a giocare con i demoni del passato?🦋
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Richard
Ci sono giorni in cui vorrei essere invisibile, senza avere addosso il peso delle aspettative degli altri. Quando sei la stella della Cornell e anche il figlio del rettore, non puoi far altro che accettare di essere esposto alle persone come un fottuto trofeo.

«Sei stato fenomenale» si complimenta con me il coach Collins dandomi una pacca sulla spalla mentre sgattaiolo negli spogliatoi.

«Si può sempre fare di più» mormoro a bassa voce. Giocare a football era il mio sogno fin da bambino invece ora non è altro che un promemoria per ricordarmi che non posso fallire.

«Se abbiamo vinto è grazie a te» commenta il mio migliore amico lanciandomi un'occhiata di rimprovero.

«Sappiamo entrambi che non basta vincere» controbatto lasciandomi cadere sulla panca.

Ho dolore ovunque, ma niente che un bel po' di ghiaccio non possa risolvere.

«Eccome se basta, razza di idiota!» esclama categorico e io sospiro sopraffatto da tutto.

Dannate aspettative sempre pronte a soffocarmi.

«Se non la smetti di insistere ti appendo per le palle» borbotto lanciandogli un calzino puzzolente in faccia.

«Pensavo ti piacesse la fica, perché vuoi toccare le mie palle d'oro?» domanda lanciandomi un paio di mutande che schivo prontamente.

«Mi piace provare cose nuove» lo provoco e lui scappa via tenendosi i suoi gioielli di famiglia.

«L'unica cosa che vorresti provare è la farfallina che non hai nemmeno riconosciuto» mi urla dietro e vorrei strozzarlo.

«Non voglio portarmela a letto e non chiamarla così, si chiama Rose» obietto categorico.
Non voglio andarci a letto, non subito almeno.

«Puoi ammettere di esserti preso una cotta per una star?» mi canzona finché non entro nella doccia accanto a lui e non gli assesto un pugno sul costato.

«Mi è rimasta impressa, ma questo non ti dà il diritto di sfottermi Travis» ringhio insaponandomi.

Potrebbe aver invaso i miei pensieri con i suoi modi scorbutici e il suo essere totalmente non accondiscendente. È un dannato uragano e non riesco a levarmela dalla testa.

«Se fate dei figli vengono dei piccoli dei greci, così, per incoraggiarti» starnazza e non posso fare a meno di ridere.

È proprio un coglione, ma gli voglio bene come a un fratello.

«Stasera dobbiamo per forza andare a quella festa, vero?» domando senza evitare di mostrare la mia mancanza di voglia.

Sono piuttosto stanco, avrei bisogno di dormire una settimana.

«Sarà divertente, la squadra deve andarci e di conseguenza anche noi due» risponde carico come una molla. Si perderà in mezzo alle gambe di qualche ragazza, ne sono sicuro.

«E va bene» accetto ormai rassegnato.

***

Dopo essermi immerso in una vasca colma di ghiaccio e aver spento i miei pensieri, sono andato a prendere Travis per andare alla confraternita Beta. I post partita sono sempre caotici, ma se sei con le persone giuste diventano quasi piacevoli.

Per essere liberaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora