Capitolo 2

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Dopo che successe ciò, Louis si era addormentato sul divano del salotto di Harry, nonostante avesse promesso che sarebbe andato via. Il riccio si trovò a passare, cercò di evitare la sua figura lì, ma appena mise piede sul primo gradino, scosse la testa.

"Fottuto Tomlinson..."Imprecò. Gli sistemò il cuscino."Non sia mai gli si fermi il sangue al cervello." Si girò di nuovo, ma si fermò. "Ma che cazzo." Si diede un colpo sulla testa e gli allungò le gambe sul divano. Sospirò. "Ma porca puttana." Corse a prendergli una coperta e gliela mise. "Non farmi domande quando ti sveglierai." Si diresse verso le scale, ma sentì un rumore di chiavi. Imprecò girandosi.

"Harry sono a cas-" Il riccio le tappò la bocca e indicò Louis. Anne si sorprese e "Oh, non lo avevo visto..." Andò in cucina. "Mi aiuti con la spesa?"
Il figlio nascondendo l'irritazione la seguì. Anne mentre metteva apposto alcune cose, iniziò a parlare. "Non vedo Johannah da un po', chiederò come sta a Louis."

Harry si fermò e con un sopracciglio alzato la fissò. "Perché mamma?"

"Non chiedi mai di Louis, non capisco come mai voi due non andiate d'accordo."
"È complicato, ma questo non condiziona il fatto che io voglia bene a Johannah e lui a te, infatti mi ha chiesto di te."

"Che carino."
"Mh, tanto." Rispose ironicamente. Anne lo guardò storto, facendo sorridere lievemente Harry. "Johannah non sta bene?"

Anne si fermò e sospirò. "No Harry e mi dispiace se in questo periodo sembra che io ti lasci solo, ma un po' tutte stiamo andando ad aiutare la famiglia Tomlinson."

"Che cosa?" Chiese quasi infastidito. "Perché non me lo hai detto?" Continuò mentre tagliava le carote.

"Ogni volta che nomino Louis vai in tilt." Harry lo guardò con la coda dell'occhio, fino a quando non si irrigidì. "Johannah ha la leucemia ed è peggiorata."  Per un'istante al riccio gli si blocco tutto, compreso la mano, tanto che lasciò andare il coltello. Realizzò un po' di cose, dal comportamento di Louis, alle continue assenze a scuola e di come non si impegnasse più a reagire ad ogni sua provocazione. Fatto sta che Harry era devastato, non sapeva come reagire, ma la cosa sicura era che si sarebbe comportato come se non sapesse nulla. Era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse che Anne lo stesse chiamando.

"Harry tesoro, il telefono." Il riccio si diresse verso il cellulare, notando anche Louis svegliarsi in quel momento, confuso mentire guardava lui e la coperta.

"Ciao Liam!"
"Ciao Harry, ma dimmi, sei a casa? Mio padre ha detto che posso ritornare."

"Certo, c'è anche..."Si girò deglutendo." Tomlinson."

"Fantastico! Oh, cosa?"
"Poi ti spiego."
"C'è sicuramente Anne."
"Sì! Sì, infatti."

Harry chiuse la chiamata, sospirò e lanciò un'occhiata furtiva verso il liscio, il quale era seduto a guardare il tavolo del soggiorno. Non riusciva a vederlo in quelle condizioni e doveva ammettere che per un'istane, il suo sorriso gli mancava.
Scosse la testa a quel pensiero e continuò a guardarlo, ricordandosi di come iniziarono ad odiarsi.

***
Era il primo anno, dove c'erano le selezioni delle squadre, quel giorno Harry aveva sbagliato spogliatoio, andando in quello della squadra di calcio. Non vedendo nessuno, alzò un sopracciglio confuso, osservando furtivamente la stanza.

"C'è qualcuno?" Non avendo risposta avanzò qualche passo, fino a trovarsi nelle docce. Imprecò, non sapendo ancora quale fossero i luoghi della scuola, come ogni studente del primo anno.
Sentì dei passi, così si fece più avanti e sentì cantare, una voce quasi angelica, iniziò prima con "505" degli Arctic Monkeys, ma solo dopo che Harry vide chi fosse, rimase a fissarlo.

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