Capitolo 6

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Yes to heaven- Lana del Rey

*

Passarono settimane da quel giorno ed Harry e Louis continuarono solo e esclusivamente a scopare.

Una sera Harry era allungato annoiato sul suo letto, quando Anne bussò alla porta.

"Harry tesoro, il dottore mi ha riferimento che stai migliorando a controllare i tuoi attacchi di panico. Come ti senti in questo periodo?"

Il riccio la guardò e senza farci caso sorrise. "Come mai sorridi?" Chiese beffarda la donna. Harry scosse la testa.

"Nulla mamma, sono felice per me stesso." Anne alzò gli occhi al cielo e proseguì a parlare.

"Comunque ho invitato i ragazzi a cena, inizia a scendere." Harry sbuffò. "I ragazzi comprendono anche Louis?"

Anne annuì spingendolo fuori dal letto. "Tanto lo so che da una parte ti piace. Su su!"

"Cosa?! Piacere Louis? A me?"
"Intendo stare insieme a lui, chi ha mai detto che ti piace." Harry divenne paonazzo in viso e si alzò. "Ok, ok! Ho capito! Mi alzo." Sbuffò scendendo, trovandosi Niall davanti alla porta.

"Buonasera!"
"Buonasera anche a te Niall." Il biondo tinto si mise sul divano prendendo il joystick.
"Ho preparato tutto, mancano gli altri."

Dopo poco, suonarono alla porta Louis, Zayn e Liam ed entrarono salutando calorosamente Anne.

Louis risparmiò molte cerimonie con Harry e si sedette sul divano. Avrebbe parlato con Harry quando le possibilità si sarebbero presentate.

Lo avrebbe fatto per la sua dignità.

E anche per il succhiotto che Harry fottuto Styles gli aveva fatto.

Come non se ne sia accorto, solo Dio lo sapeva. Forse era preso dal momento, da come Harry si incastrava alla perfezione sul suo corpo e di come il suo respiro era un velo protettivo e i suoi occhi verde smeraldo una cura, quasi una droga.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma in quegli occhi ti ci potevi perdere e rimanere a fissarli nelle sue mille sfumature.

E Louis, era fottuto se solo avesse abbassato la guarda. Si sarebbe dato mille testate al muro, fino a dimenticarsi di quella testa riccioluta.

Quei suoi pensieri scivolarono in un vertice, solo quando si rese conto che la luce della tv, riflesse l'inizio di una partita a FIFA.
Si sistemò sul divano, rimanendo concentrato, come se fosse immerso in quella partita e con lo scopo di eliminare definitivamente chiunque lo ostacolasse.

E cioè Harry.

"Ma che cazzo! Mi hai travolto completamente!" Urlò con la fronte corrucciata. Louis sorrise beffardo guardandolo.

"Se non capisci niente di calcio anche nel gioco, non è colpa mia." Harry grugnì e si rimise a giocare.

C'era da dire che quella partita era diventata una lotta di sumo che un obbiettivo di vincita.

E i ragazzi erano stremati di quel teatrino. Harry smise di parlare quando sentì la voce di sua madre farfugliare qualcosa.

"Davvero non posso rimandare questo turno?" Anne sospirò fortemente. "Va bene, sarò lì tra dieci minuti." La donna con passo lento, si avvicinò al figlio, il quale la guardò.

"Anche stasera devi andare?"
"Harry, tesoro, mi dispiace lo so che-"

Scosse la testa. "Fai come vuoi mamma..." Disse sedendosi nuovamente. Anne prese un bel respiro, era stanca del suo comportamento, doveva capire ed afferrare i concetti.

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