Capitolo 10

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Enchanted- Taylor Swift

*

Era il 6 dicembre, giorno prima della partita e Louis era alle stelle, con l'ansia e l'adrenalina nelle vene. Era a casa Styles, annoiato, con una matita sul labbro, per tenerla in equilibrio, con poca voglia di studiare. Con Harry era un round ogni venti minuti, ma il riccio diede un limite. Era concentrato con i compiti di geometria.

Non parlava mai con Louis, almeno per quello che conservava dentro.

Fatto sta che lo guardò torvo. "Potresti almeno fare i compiti oltre che il mio culo Louis. Non ti farebbe male avere un po' di cervello in più." Non riuscì a rimanere serio e rise, coinvolgendo Louis con gli occhi sbarratti.

"Come sei diretto! Poi da che pulpito, come se tu avessi più neuroni di me." Gli sfregò i capelli ricci giocosamente, facendo diventare paonazzo Harry, mettendo il broncio.

A Louis non fece altro che tenerezza. Sbuffò alzandosi per andare verso il frigorifero. "Vuoi qualcosa da bere?"

Harry, con lo sguardo concentrato sul quaderno "Prendi una birra." Il liscio aprì il frigorifero e fece una faccia disgustata. "Hai dei fottuti avocadi in frigo, ew." Il riccio lo guardò malissimo. "Contengono un sacco di vitamine, dovresti rivalutarli." Louis prese le due birre, sempre con lo stesso sguardo.

"Le vitamine ci sono anche in altri alimenti, Harry." Il più piccolo roteò gli occhi bevendo il liquido freddo, rifrescandogli la gola. Louis nemmeno un minuto, ruttò.

"Alla salute."  Gli fece un cenno con il pollice per ringraziarlo di tutta quella premura. Ma rimase pensieroso, fissando un punto vuoto. "Cos'è? La birra ti ha reso depresso?"

Sospirò, un po' incerto, fissando sempre lo stesso punto. "Ho un po' paura...sì ok, è così ridicolo..." Si passò una mano sul volto, fermandosi.

"No, non lo è. Perché Louis?" Il più grande sgranò gli occhi, ancora girato di spalle e gli si fermò il cuore.

Non lo aveva preso in giro come una volta, lo avrebbe fatto se non fossero stati amici, ma a Louis non tornava questo rapporto, sembrava celare qualcosa di più bello e fantastico di una semplice amicizia, ma non lo avrebbe mai ammesso. Così sospirò di nuovo, senza guardarlo. "Sono agitato per la partita, ma ho un brutto presentimento."

"Del tipo?"
"Non lo so..." Si fermò e girò la testa verso il riccio. "Ti va di andare da mia mamma?" Harry lo guardò, con gli occhi brillare di felicità, gli sorrise creando delle fossette evidenti. "Va bene."

Camminarono per qualche tragitto, fino a quando Louis non si fermò, osservando il negozio di fiori.

"Che c'è? Vuoi regalarle un mazzo di fiori?" A Louis batté più forte il cuore, gli si creò un nodo alla gola, sentiva che sarebbe stato uno degli ultimi mazzi di fiori, Johannah era peggiorata e molto, ma il suo sorriso nascondeva tutto il dolore.

Senza rendersene conto, gli scese una lacrima, tanto da far preoccupare Harry, di fianco a lui.
Se l'asciugò immediatamente. "Secondo te è meglio darglielo oggi o domani, prima della partita?"

Harry deglutì, si sentiva così in ansia e se dovesse essere quel giorno stesso l'ideale per darle un mazzo di fiori? Iniziò a girovagare lo sguardo, con il cuore a mille e fitte allo stomaco nel vedere quegli occhi blu diventare sempre più spenti.  "Io-"

Louis non ci pensò due volte, strinse i pugni nelle tasche della felpa. "Io mi fido di te, Harry."

"Louis io- e se non fosse domani il giorno giusto? E se tu volessi prenderlo oggi e far felice Johannah ancora una volta?"

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