Capitolo 23

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"Gli faccio vedere io se non sputa il rospo quel nano di merda." Imprecò tra sé Zayn, con le mani nelle tasche del suo jeans, mentre si incamminava a casa Tomlinson. Appena arrivò, spalancò la porta, dopo aperta con le chiavi, senza pensare al come il liscio avrebbe reagito a quell'azione irruente.

"Potresti essere meno materiale?!" Sbottò infatti, seduto sul divano a guardare annoiato un programma in Tv.

"Dobbiamo parlare." Rispose a denti stretti Zayn, chiudendo la porta alle sue spalle, per poi fissare il suo migliore amico impassibile sull'immobile. Incrociò le mani al petto non avendo una risposta da Louis.

"Non lo faremo."
"Oh, certo che lo faremo, non era nemmeno una domanda." Si avvicinò mettendosi difronte a lui. Il liscio sbuffò.

"Potresti toglierti? È una scena che mi interessa." Zayn strinse i pugni e si diresse verso la Tv, staccando i suoi fili, lasciando un Louis visibilmente scioccato ed incazzato.

Si alzò di scatto ed urlò. "Porca puttana! Cosa non capisci di quello che ho detto?!"

"Intanto ti calmi e smetti di urlare. Seconda cosa, non mi interessa un cazzo del tuo programma da sfigati che stavi guardando, ora devi parlare con me, che mi sono stancato di questo tuo atteggiamento da stronzo!" Sbraitò, avvicinandosi.

"Sarei io lo stronzo adesso?" Ridacchiò istericamente. "Ma guarda un po' come si rigira la frittata." Strinse i pugni e lo guardò fisso. "Senti Zayn, non farmi perdere la pazienza e levati per favore." Cercò di andare, ma Zayn lo fermò mettendo una mano sul suo petto.

"Altrimenti che fai eh?! Mi picchi come hai fatto stamattina con Stan?! Avanti, fallo Tomlinson. Fammi vedere quanto duro sei e come riesci a tenerti tutto fino a sentirti una merda!" Lo guardò. "Cos'è Louis, non hai il coraggio?!"

Louis tirò un pugno, ma non al moro, ma ben sì al muro e dire che fosse così doloroso quel colpo era un'enorme scemenza. Non aveva sentito un bel niente. Guardò Zayn con il respiro irregolare e la mascella serrata. "Zayn, levati, te l'ho già detto."

"Io rimango qui, fino a quando non mi avrai mostrato cosa saresti capace di fare." Lo incitò con un gesto delle mani. "Avanti, dai, sto aspettando!"

Louis si girò e buttò a terra il telecomando, poi si diresse verso la cucina e tirò la sedia. "Smettila!"

"Io ancora non sento nulla."
"Zayn, smettila!" Urlò.
"A quanto pare il pavimento è la mia faccia." Lo schernì.

Zayn voleva solo capire cosa gli stesse passando per la testa, di certo non voleva che si facesse male. Non gli sarebbe importato se lui stesso si fosse fatto male.

"Avanti, dimmi a cosa equivale tutta questa rabbia che hai, a tutti gli oggetti che butti quando sei da solo e piangi senza far capire niente a nessuno, a tutte quelle volte che salti il pranzo e la cena e- oh a proposito!" Sorrise di scherno. Si diresse verso il frigorifero. "Il frigo è addirittura mezzo vuoto! Non c'è un cazzo!"

"Non ho fatto la spes-"
"Non ti credo!" Scosse la testa gridando interrompendolo. "Dici queste cazzate al primo che passa e ti diventa amico per interesse. Ma non a me che ci conosciamo da una vita, Tommo!"

"Non sai un cazzo Zayn, ne tu, né Liam, né Niall, né Harry! Harry che è diventato un chiodo fisso per tutti quanti!" Sbraitò lanciandogli un cuscino addosso. "Non sapete un cazzo di niente, di tutte le notti che guardo il soffitto e mi faccio mille domande senza avere una risposta che mi soddisfi e mi faccia cambiare l'idea di me stesso!" Gli lanciò un altro cuscino. "Non sapete niente di quanto io mi senta una merda, uno schifo, un fallimento e un bugiardo!"
E gli tirò un ultimo cuscino.

"Ma che cazzo dici Louis?!" Sbraitò Zayn avvicinandosi. "Non sei una merda, non sei uno schifo, non sei un fallimento e soprattutto sei l'ultima persona che possa essere considerato un bugiardo."

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