Friends or lover - Xavier Thorpe

Capitolo 3

Il giorno successivo, mi stavo preparando quando Mercoledì si riflesse alle mie spalle con la sua divisa nera, le diedi un rapido sguardo poi afferrai la mia cartella con i libri ed uscii.

Mi recai in sala a fare colazione e nel sedermi notai come molti mi guardavano.
John aveva un polso fasciato e gli sorrisi con un ghigno.

"Questo non ti porterà da nessuna parte", disse Bianca, io la ignorai.

"Ho detto la stessa cosa io, solo che se l'è presa", Xavier prese posto piantando le sue iridi chiare nelle mie color pece.

"Tu ti fai troppo gli affari degli altri per quanto mi riguarda", lo vidi dare una mezza risata nervosa e roteare gli occhi.

"Cercavo di aiutati", disse.

"Io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, Thorpe, tienilo a mente, figurarsi del tuo", gli sibilai.

"Ohoh, asfaltato amico!", esclamò Ajax battendogli una mano sulla spalla.

"Andiamo abbiamo lezione".
La mattinata passò abbastanza in fretta e poi arrivò di nuovo il pranzo, nei corridoi tenni d'occhio Mercoledì, ma sembrava pensare ad altro.

Mentre mangiavo mi arrivo un biglietto ripiegato a forma di uccellino, lo aprii.

voglio proprio vederti oggi a scherma se taglierai qualcosa anche a me, Addams
- X.T.

Guardai con sfida il ragazzo che era seduto qualche tavolo più distante e davanti i suoi occhi accartociai il foglietto e lo gettai lontano.

"Questi sguardi mi fanno pensare a qualcosa", intervenne Loren, una ragazza lupo con cui parlavo abbastanza spesso.

"A cosa sentiamo?", chiesi.

"Che presto nascerà qualcosa, ho letto migliaia di libri enemies to lovers, che cominciavano così", disse con sicurezza.

"Nonostante questa cosa non mi piaccia, non posso non ammettere che sono d'accordo", aggiunse Bianca e la guardai corrugando la fronte.

"Di quale droga vi siete fatte?", domandai.

"Io non ci vedo proprio nulla di quello che avete detto", mi alzai per andarmi a cambiare.

"Ah Loren, ti ricordo che questa è la vita reale non un cazzo di libro, e sto con un ragazzo intelligente e carino", risposi.

"Carino, ma non alla tua altezza!", mi urlò dietro Bianca e le regalai un dito medio.

In camera indossai la tuta da scherma e mi recai nella sala di allenamento dove c'era già qualcuno.
Io presi una spada e la soppesai.
"Questa è meglio", la sua voce mi diede sui nervi.

Sbuffai.
"Possibile che ci tieni tanto a parlare anche se non ti chiedo un parere?".

"Hai ricevuto il mio biglietto", non era una domanda era un'affermazione, per dire che voleva sfidarmi.

"Già e non credere che mi lasci spaventare da te", risposi.

"Buon per te", alzai la testa dalla spada per guardarlo e lo vidi che soppesava la sua concentrato.
Vidi entrare Bianca.

"Oggi prenderai il mio posto contro Rowan, io mi batto con Thorpe", le dissi e annuì.
Quando arrivò il coach ci mettemmo le maschere.