Capitolo 4

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Una volta che fummo ritornate alla Nevermore era sera inoltrata, io camminai spedita lontano da Mercoledì che provò a rincorrermi.
"Rain!", mi chiamò nel corridoio, sbuffando mi volta piantano i miei occhi nei suoi.

"Perché ti sei arrabbiata?".

"Tu hai tentato di corrompere il MIO ragazzo a portarti fuori!", dissi.

La sentii ridere e la guardai male.
"Sei soltanto gelosa, non è così, Rain? Il tuo ragazzo mi guardava in modo diverso, e tu sei gelosa perché sai che non ti ama realmente", per evitare disastri decisi di andare via.

Salii e mi fermai sulla torre più alta, era sempre tutto buio e silenzioso li sopra e ci andavo ogni volta che avevo bisogno di stare in pace.
Portai una mano alla tasca del cappotto e presi il pacchetto di sigarette.

Mi portai la sigaretta alle labbra e cercai di non pensare, avevo la testa piena di paranoie e senzi di colpa.
Pensavo di non avere alcun diritto di comportarmi così, non quando io stessa ero quella più libera della relazione.

Ad un tratto sentii dei passi e come previsto era sempre lui.
Sbuffai lasciando uscire una nuvola di fumo.
"Incredibile il tuo tempismo di arrivare sempre nel momento sbagliato", dissi freddamente.

Quel giorno ci eravamo già pizzicati abbastanza, a colazione, a scherma e al bar, era troppo.
"Perché c'è un momento in cui sei felice di vedermi?", chiese ed io non risposi.

Vedevo solo la sua sagoma alta, si avvicinò e si sedette accanto a me, le nostre spalle erano attaccate e riuscivo a sentire il suo profumo.
Rimanemmo in silenzio, si sentivano solo i nostri respiri calmi, poi inaspettatamente mi prese la sigaretta e se la portò alle labbra.

Lo guardai nell'ombra mentre faceva ogni movimento.
"Credevo che non fumassi", ammisi.

"O meglio non fuori dai festini", mi corressi.

"Diciamo che non ho l'abitudine, faccio un po' come te, fumo solo quando qualcosa va male", rimasi a guardarlo.

Lui lo aveva notato.
Non mi spiegavo come facesse a sapere la mia abitudine di fumare soltanto quando ero arrabbiata.
"Che ti è andato di merda?", chiese poi dopo attimi infiniti di silenzio.

"Non mi va di parlare", risposi.

"Come vuoi tu, Addams, vorrà dire che rimarremo in silenzio", disse voltandosi per incrociare i miei occhi nel buio.

Poi il mio telefono vibrò e lo schermo si illuminò.

Tyler🍩: Ei Rain, perché sei andata via in quel modo oggi?
Comunque ho deciso di aiutare tua sorella alla festa del raccolto, spero che verrai con noi, non essere arrabbiata con me.

Sbuffando spensi il telefono.
"Ho capito", in quel momento, mi ricordai del ragazzo seduto accanto a me e mi resi conto che aveva letto tutto.

"No, non hai capito, invece", ribattei cercando di evitare il discorso.

"Oh e invece si, Galpin non è quello che sembra Addams, devi stargli lontano e non lo dico per scherzo", disse.

"Tu non sai niente", borbottai.

"E invece, so perché il tuo ragazzo mi racconta tutto, soprattutto di quanto tu sia fatta per scopare".

"Non dire stronzate, Thorpe. Tyler non pensa al sesso, non come tutti voi qui alla Nevermore", affermai con sicurezza guardandolo, lui distolse lo sguardo.

"Come vuoi tu, Addams, poi non dirmi che non ti avevo avvertito", disse e andò via lasciandomi sola con solo il suo profumo mischiato alla puzza di fumo.

Friends or lover - Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora