7. Capitolo (Senza incubi)

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1 Ottobre 2020
Ore 3 am
Dormitorio

"Ti prego basta, no no" urlavo riuscivo solo ad urlare e piangere, mentre Draco mi prendeva e mi faceva sua.

"Perfavore...basta" riuscivo solo a supplicarlo di smettere ma continuava, quegli occhi che divennero rossi, le mani che passavano su tutto il mio corpo, il senso di nausea ad ogni tocco, non c'è la facevo più.

Gridavo e urlavo, ancora e ancora.

"Basta Elvira svegliati dannazione" sentì quella voce, l'unica voce che riusciva a calmarmi, mi sentivo al caldo tra delle grandi braccia, mi sentivo protetta.

Mi svegliai e vidi due grandi occhi ossidiana che mi guardavano, quegli occhi che solo io riuscivo a vedere, la preoccupazione che continuava a sbocciare da quei due occhi neri è profondi.

Piansi come non avevo mai fatto, erano passati 10 giorni da quel giorno infernale, non riuscivo a riprendermi, non dormivo più, ogni notte rivivevo lo stesso incubo, Draco perennemente nei miei incubi, e si ripetevano in loop.

Ero sfinita.

"Elvira vieni seguimi" disse Piton, solo ora mi stavo accorgendo, mi stava chiamando per nome, sono tra le sue braccia, ma cosa sta succedendo, sarà un'altro sogno mi ripetevo, però questa volta non era un incubo.

Mi alzai, lo guardavo, lui fermo davanti la porta della mia stanza, mi osservava, aspettava qualche mio segno.

"Be vieni ho devo farti un disegnino, avanti Elvira non è un sogno vieni" disse guardandomi e intravidi un piccolo ghigno, ma non era come gli altri sembrava più un piccolo angolo di sorriso.

Io ero rimasta lì paralizzata non potevo crederci avevo visto un piccolo sorriso di Piton, al diavolo avevo visto Severus sorridere, non potevo crederci, ero rimasta incantata, i miei occhi stanchi, gonfi e pieni di occhiaie, che lo guardavano e non potevano non strizzare felicità in quel momento, si formò sul mio viso anch'esso un piccolo sorriso e finalmente riusci ad incamminarmi con lui.

Entrammo nel suo ufficio mi fece sedere su una sedia.

"Adesso ti bevi un po' di tè, ti rilassi, è inizieremo la lezione di occlumanzia" disse

"C-osa... Professore sono le 3 di notte e sono stanchissima non credo riuscirei neanche a stare seduta" dissi disperata, avrei voluto essere forte, ma non riuscivo, in quel momento ero solo distrutta nell'animo.

"Arzenti non mi dire che ti sei già rammollita, dov'è il tuo essere ribelle, quello che diceva che non aveva paura, che c'è adesso ti rimangerai tutto, finalmente inizierai ad ubbidire" fece un ghigno, mi stava sfidando, si mise a ridere, rideva di me.

No questo non posso permetterlo.

"Credo che qualcuno oggi ha mangiato qualche ridarella, la smetta e iniziamo subito" dissi decisa.

"Bene" disse il prof fiero.

Non mi diede il tempo neanche di prepararmi.

"Legilimens" gridò senza neanche accorgermene.

Vidi i ricordi di me, quando ero piccola, quando andai per la prima volta a scuola.

Andò più avanti, ero io mentre i miei compagni mi deridevano, piangevo e iniziai a correre verso casa, mi buttai sul letto e continuavo a piangere, finché non vennero le mie amiche, mi mancavano tantissimo.

"Vedrai Elvira passerà tutto, sono solo degli idioti, lasciali parlare" quelle parole che solo le mie amiche potevano dirmi e farmi avere un po' di forza per lottare, per andare avanti.

"La mia lettera per Hogwarts"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora