14. Capitolo (Libertà)

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21 Novembre
Villa Malfoy

Sentii il suono della cella aprirsi, vidi dolohov venire verso di me.

"Avanti alzati schifosa sanguesporco ci sarà da divertirsi oggi" disse con un ghigno.

Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato, ma sapevo che non sarebbe stato piacevole.

Ero così debole, avevo paura, non c'è la facevo più, era troppo, una ragazza a quasi soli 17anni non dovrebbe sopportare tutto questo.

Non avevo molte speranze sapevo che avevo poche possibilità di sopravvivere, ma dovevo fidarmi di severus, mi avrebbe salvata, se lui promette una cosa è perché sa che non si sbaglia, io mi sono sempre fidata di lui, posso sembrare una pazza, ma io vedo in lui qualcosa che mai nessuno è riuscito a vedere, forse solo silente oltre a me riconosce questo suo lato.

Mi alzai con non poca fatica, le gambe mi tremavano, il respiro mi mancava.

Dolohov mi portò dentro una stanza, c'era un enorme tavolo con seduti tutti i Mangiamorte e voldemort seduto capo tavola, e vicino strisciava il suo schifosissimo serpente.

Dolohov mi gettò a terra, mi trovai sul pavimento, alzai lo sguardo e tutti i mangiamorte compreso severus mi osservavano.

Ridevano e mi deridevano, finché Voldemort non li zittii.

"Silenzio, bene oggi abbiamo un'ospite, avvicinati ragazzina" disse il bastardo, guardandomi con quei occhi rossi.

Mi alzai, e mi avvicinai, non so per quale motivo ma mi sentivo più al sicuro ad avvicinarmi verso Severus, mi trovai tra Voldemort e severus che era seduto alla sua sinistra.

"Vedo che è molto coraggiosa la sanguesporco, scometto che sei una grifondoro vero?" Disse Voldemort.

Non sapevo se rispondergli, ma sicuramente non mi sarei fatta vedere debole, a me non mi importava morire, non avevo paura della morte anche se avrei voluto continuare a vivere, ma ormai la mia vita dipendeva tutto da severus, senza di lui io sarei stata un fantasma.

"In realtà sono serpeverde" dissi io risoluta e fiera di non aver balbettato.

"Come è possibile una sanguesporco nella mia casata, che schifo, sei un disonore" disse disgustato.

Tutti erano scioccati dal vedere che gli avevo risposto e il loro padrone non si era neanche innervosito, non mi aveva tolto neanche un capello.

Vidi severus impassibile, anche se notai per un secondo uno sguardo confuso davanti a quella scena che gli si era presentata.

"È un peccato che sei una sanguesporco, saresti potuta essere una grande Mangiamorte ora inginocchiati e supplicami di diventare una mia servitrice" continuò a dire Voldemort.

Manco morta.

"Preferisco morire che servire un mostro senza naso" dissi io, prima di mettermi una mano sulla bocca, l'avevo fatta grossa, la mia morte stava per arrivare.

"Come hai osato" disse Voldemort alzandosi.

"Crucio" gridò.

Il dolore era sempre più forte, le cruciate di dolohov erano niente a confronto.

Mi accasciai a terra, cercai di non gridare, dovevo essere forte.

Continuò e iniziai a non sopportare più il dolore, ero stanca e allora iniziai a gridare.

Dopo non so neanche quanto tempo smise.

"Non ti ucciderò, sai perché, tu sporca mezzosangue, speri in questo, io invece voglio vederti strisciare e chiedermi pietà e supplicarmi di farla finita" disse sputandomi addosso.

"La mia lettera per Hogwarts"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora