Cap. 7

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Una mattina, Abel si risvegliò completamente sudata nel letto. Di nuovo quell'incubo.

Si voltò per guardare la camera, le luci della prima mattina filtravano attraverso la tenda, lasciando che alcune scie di sole le dessero il buongiorno.

La sveglia non era ancora suonata, ma per alcuni minuti rimasti non avrebbe avuto senso rimanere a dormire, specialmente per la giornata che avrebbe dovuto affrontare: \"una riunione straordinaria\", le scrisse il fratello quella notte stessa, prima di augurare la buonanotte alla sorellina.

Si guardò allo specchio. Le piccole trecce davanti erano finite nel groviglio di capelli. Sarebbe stata un impresa snodarli tutti. E poi si sentiva stranamente stanca, senza che la giornata fosse ancora iniziata. Che cosa mai aveva sognato quella notte, per svegliarsi in quelle condizioni?

Ah si, l'incubo. Ma c'era qualcos'altro. Più si guardava allo specchio e più si sforzava di ricordare. Certo...era sicuramente uno di quei sogni, scaturiti dopo l'incubo. Le mani ruvide e leggermente calde, che accarezzavano la sua pelle delle gambe. La stretta allo stomaco mentre vedeva il suo volto abbassarsi sempre di più. La sensazione di stringere i capelli tra le sue mani. Le pareti che diventavano un tutt'uno con la sua voce, che usciva liberamente. Il volto compiaciuto di Bakugou, mentre diceva qualcosa che non riusciva a ricordare.

Questo era il bello e il brutto di aver sempre una persona nel mare dei sogni durante la notte. Sogni impossibili da ricordare, ma estremante imbarazzanti da confessare. <<Maledetta adolescenza>> pensò ad alta voce, una volta pettinati per bene i capelli.

Nel dormitorio non volava una mosca. Era ancora presto per l'inizio delle lezione, che quel giorno avrebbe saltato per via dello stage, eppure quando uscì dalla porta di ingresso, attenta a non far troppo rumore, rimase sbalordita del fatto che ci fossero anche Uraraka, Tsuyu, Midoriya e persino Kirishima.

<<Anche voi siete stati chiamati?>> chiese, per poi scoprire che quel giorno avrebbero preso la stessa direzione.

Stessa stazione, stesso treno, stessa via, stesso incrocio e infine stesso palazzo. Lì ad aspettarli, non c'erano solo i big three del loro liceo, ma anche Jamal, che sembrava piuttosto impaziente quella mattina.

<<C'è ne hai messo di tempo eh!>> la rimproverò con un piccolo buffetto sulla testa <<Ah...queste donne mi fanno sempre aspettare>>

<<Piantala>> gli tirò un calcio sul ginocchio, imbarazzata della scenata che stavano dando davanti ai suoi compagni di classe <<Diciamo che ho avuto qualche problemino...>> lo tirò per un orecchio, trascinandolo via senza proseguire con i discorsi.

L'interno del palazzo pullulava di eroi. Non solo si trovavano i pro hero degli stagisti, ma anche il professore Aizawa e il resto della famiglia di Abel. <<Che cos'è una riunione di famiglia!>> esclamò Abel, un po' irritata del fatto che qualunque cosa avessero fatto , gli occhi critici della madre sarebbero stati puntati su di lei.

<<Ero contraria a tutto questo>> le rispose la madre, nonchè pro hero Iside <<sei solo una studentella, niente di più. Una cosa del genere non potrai mai affrontarla>>

<<Buongiorno anche a te>> la canzonò la figlia, prendendo sotto braccio Midoriya che era pronto a farsi autografare il quaderno, dall'intera famiglia Hassan.

La platea si azzittì quando il pro hero Nighteye iniziò a parlare dalla sua comoda poltrona. <<In virtù delle informazioni che mi avete dato tutti, sono riuscito a fare enormi progressi sulle indagini>>

Abel guardò Jamal, se la sua teoria era esatta, quell'incontro era stato creato esclusivamente per parlare dell'organizzazione criminale, gli Otto precetti della morte. E la conferma non tardò ad arrivare, dal momento che il fratello maggiore annuì, capendo il quesito in questione.

Fiore spinato ᪥ Bakugou KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora