Cap. 13

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Che bellissima sensazione, quasi confortevole.

Il calore che le accarezzava la pelle del viso, il corpo comodamente steso. Era tutto un sogno?

<<Abel>>

No..sembrava la realtà, eppure non ricordava come fosse finita lì, sotto quell'albero di ciliegio.

<<Abel>>

La voce...seguì quella voce fino ad alzare lo sguardo.

<<Oh finalmente ti sei svegliata>> sorrise l'uomo davanti a lei. Era suo nonno.

Eh no..doveva essere proprio un sogno quello! Non vedeva il defunto nonno da un po' di anni ormai, da quando sua madre decise di non rimettere mai più piede in Giappone. Forse per non riaccendere il ricordo del padre defunto o solo per non ricordare la vita che faceva lì.

<<No cara, rimani giù..>> le sue dita fredde si appoggiarono sulla fronte di Abel, che non avvertiva più il dolore lancinante alla testa e la sua vista era tornata normale. Sentiva solo quel fastidioso odore metallico del sangue e non aveva nessuna intenzione di sapere da dove provenisse.

<<Ora va meglio?>> le chiese dolcemente <<Farà un po' male, ma vedrai che ti abituerai presto. Cerca solo di non sforzarti troppo>>

Le sue corde vocali vibrarono leggermente, fino a farle uscire un filo di voce <<Nonno...di cosa stai parlando>>

<<Del nostro quirk Abeluccia>> il nonno fece pressione sul braccio. Ora ricordava, quel proiettile e poi il balzo fuori <<quel proiettile non ti ha fatto molto. Ricordati che il tuo lato giapponese è così ottuso da non poter sparire facilmente e in quanto erede del mio quirk, come tua madre, è difficile che un piccolo proiettile possa fermarci, non credi?>>

Stranamente la cosa la fece sorridere.

Il vento si alzò, diventava sempre più forte e la figura del nonno, l'eroe giapponese che una volta era conosciuto come Genichi, iniziava a svanire. <<Ah..non ho molto tempo, beh sarò breve>> si alzò in piedi, appoggiandosi al suo bastone.

<<Cosa dovrei fare?>>

Il nonno le sorrise dolcemente, facendole venire alla mente quel ricordo lontano delle giornate trascorse insieme. Un ricordo che sapeva di ciliegio, come l'albero sotto la qual si rifugiavano sempre <<Osserva e sotterra, fa in modo che nessuno si prenda gioco dei tuoi occhi>>

Sentì gli occhi pesanti, si sentiva così tanto stanca che quando tentò di alzare la mano verso il nonno, questa cadde a peso morto, per poi addormentarsi ancora avvolta dal dolce abbraccio del vento e dall'amore del sole.

<<ABEL>>

<<ABEL SVEGLIATI>>

Urla. Rimbombi. Strilli di terrore.

Sentì il suo corpo alzarsi, no! Qualcuno l'aveva alzata, qualcuno di estremamente forte l'aveva caricata in braccio.

<<Ragazzi..venite a vedere>> Kaminari lasciò il telecomando sul tavolino, mentre tutti gli altri compagni si sedevano sui divanetti, lasciando che il silenzio venisse spezzato dalle notizie straordinarie di quel caldo pomeriggio.

Nessuno sapeva che cosa stessero combinando i loro cinque compagni impegnati negli stage, ma tutto fu chiaro quando le telecamere dell'elicottero sorvolò il luogo in cui si stava tenendo lo scontro.

<<Abel>> Mina si avvicinò alla televisione, quando le telecamere indicarono al famiglia Hassan riunita intorno al corpo della ragazza, portata in braccio dal padre <<o mio dio...è orribile>> la ragazza trattenne il fiato per qualche istante.

Fiore spinato ᪥ Bakugou KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora