L'uomo sbuffò, sembrava che quegli eroi gli stessero solo facendo perdere tempo. <<Voi eroi siete proprio perspicaci...e va bene, seguitemi novellini. E' un po' imbarazzante e non voglio parlarne in pubblico>>
Con un po' di timore, Midoriya prese in braccio la piccola, accompagnato da Abel e subito dopo Mirio e Jamal.
<<Vedete sono stato piuttosto preoccupato per Eri.Non importa cosa le dico, si impone sempre..>>
Dalla risposta dell'uomo, Abel pensò a qualsiasi tipo di male che potesse aver fatto alla bambina. Rapimento? Abuso?
In un mondo del genere, i criminali si distinguevano in due fazioni. Chi operava alla luce del giorno e chi nell'oscurità di un'ombra. La maggior parte delle volte, questi ultimi, potevano essere ancor più pericolosi o persino masochisti dei primi.
<<E' difficile crescere un figlio, immagino!>> esclamò Abel, accarezzando la testa alla bambina.
<<Infatti>> l'uomo si fermò, voltato di spalle. Non sembrava che stesse facendo qualcosa di strano, se non fosse che si stesse sfilando uno dei guanti <<Non capiscono subito i bambini...specialmente quando devono pensare a che tipo di persona diventeranno..>>
La piccola Eri si voltò finalmente verso l'uomo, scese dalle braccia di Midoriya e raggiunse il padre, il quale risistemò il guanto <<Hai finito con i capricci?>>. Salutò gli eroi con un gesto della mano e scomparirono nell'oscurità.
Mirio spinse via Midoriya che cercava di chiamare Eri, mentre Abel e Jamal, li seguirono in silenzio. <<Chi era?>> chiese la ragazza.
<<Diciamo che>> ci pensò un po' su Jamal <<fa parte di un organizzazione criminale chiamata Otto precetti della morte>>
Abel si fermò in mezzo alla strada, per poi voltarsi verso i tre amici con aria rabbuiata <<Mi stai dicendo che quello era un criminale con i fiocchi e lo abbiamo lasciato andare? Sei pazzo! Hai visto com'era terrorizzata quella bambina?>>
<<Calmati Abel>> la fermò Jamal, notando come gli altri due si stessero facendo sempre più piccoli ad ogni parola della ragazza. Midoriya sapeva che quando l'amica si arrabbiava, mischiava alcune parole arabe e giapponesi, faceva paura. <<Non è un uomo qualsiasi quello. Era il capo, si chiama Chisaki. Ogni agenzia è stata informata di questa organizzazione, pur non avendo prova delle sue attività illegali>>
La ragazza si calmò, ma questo non bastò molto. Mentre i quattro prendevano strade diverse, riprendendo le loro attività, Abel ripensava al volto della bambina, a come stesse stringendo Midoriya e come fosse corsa dal padre quando quest'ultimo sembrava pronto a sferrare un attacco.
Abel non parlò per il resto della giornata, combattendo con la voglia di tornare a recuperare quella bambina e saperne di più sull'organizzazione. Ma quando tornò a casa, dopo la giornata intensa, si accorse che persino Midoriya sembrava particolarmente cupo.
I due si guardarono per qualche secondo durante la cena, per poi tornare a pensare ai loro compagni. Assistettero allo spettacolo raccapricciante di Kaminari e Mineta, ai balletti di Mina, agli ordini di Iida e infine a Kirishima, che senza il suo migliore amico Bakugou non aveva nessuno da stuzzicare.
Solo allora Abel si accorse che Bakugou e Todoroki non erano ancora tornati dall'allenamento per l'esame della licenza provvisoria. Chissà come doveva essere dura recuperare tutte le lezioni, di nuovo.
<<Abel, una passeggiata fuori?>> alla proposta di Midoriya, Abel non ci pensò due volte e lo seguí in cortile, dove nessuno gli avrebbe ascoltati.
<<Quella bambina...>> si sedette sul primo gradino d'ingresso <<era terrorizzata. Midoriya dobbiamo tornare lì>>
<<Lo vorrei>> si sedette accanto a lei << ma purtroppo non è una cosa facile. Devo attenermi a ciò che mi dice Nighteye e tu a tuo fratello. Ad ogni modo...sarà meglio non farne parola con gli altri>>
Pur sapendo che Abel avrebbe raccontato tutta la giornata alle sue compagne di classe, quali erano particolarmente curiose di sapere dove l'avesse portata l'affascinante fratello, sapeva che Midoriya aveva ragione. Una questione così delicata non poteva essere divulgata così facilmente.
<<Si...è vero>> annuí, appoggiando il mento sopra le ginocchia. <<Ma se dovesse succedere qualcosa...non me lo perdonerei>>
<<Come non ti se perdonata ancora quella notte eh, Abel!>>
La ragazza lo guardò, mordicchiandosi l'interno della guancia <<Lasciamo perdere...non succederà mai più, la prossima volta lo salverò e salverò tu->>
<<Per prima cosa non sentirti in colpa. Avremmo tutti potuto salvarlo e poi Kacchan è quel tipo di ragazzo che non te lo avrebbe mai permesso...>>
A parlare del biondo spinato, era passato un po' di tempo. Due fari di una macchina si fermarono davanti al vialetto del palazzo. I due ragazzi guardarono chi stesse arrivando, erano Bakugou e Todoroki, al ritorno dall'allenamento.
<<Ma cosa vi è successo?>> chiese Abel, notando i graffi, i cerotti e i lividi sui loro volti.
<<Stiamo seguendo un'educazione spartana>> le rispose senza un briciolo di emozione, Todoroki.
Abel osservò il biondo. Aveva sicuramente perso sangue dal naso, riportava un cerotto sulla guancia sinistra ed un altro su quella destra. Perchè poi non fosse riuscito a superare la prova della licenza, ancora non riusciva a capirlo. Fino ad allora non credeva che Bakugou non potesse superare una simile attività.
<<Smettila di guardarmi così!>> le puntò il dito il diretto interessato <<NON GUARDARMI COME SE TI FACESSI PIETA'>> continuò a sbraitare. E se Abel mantenne gli occhi puntati su di lui, senza spostarsi di un solo centimetro, Midoriya si nascose alle sue spalle per paura di prenderle di santa ragione, nonostante quella volta (stranamente) non fosse stato colpito dalle minacce di Bakugou.
<<ASCOLTAMI BENE DONNA!>> continuò, per poi allontanare il bracciò di Todoroki che cercò di fermarlo <<TOGLITI DAL CAZZO BASTARDO A META'>> gli urlò contro.
<<Bakugou finiscila o->>
<<No Todoroki>> alzò una mano Abel, continuando a guardare Bakugou <<Fallo continuare, voglio sentire cosa ha da dire>>
Il sorriso terrificante della ragazza, che accettò una sfida campata in aria fece ribollire il sangue nelle vene del biondo, che abbassò il dito e serrò i pugni <<Vi spazzerò via uno ad uno...>>
A minaccia fatta, la superò dandole una spallata e successivamente Abel ritornò seria. Bakugou non poteva permettersi di fallire quell'esame un'altra volta, quindi pur di vederlo carico lo avrebbe stuzzicato tutto il tempo, fino al ricevimento della licenza. Perchè faceva tutto questo? Per una causa stupida, banale, ma di cui nessuno poteva immaginare.
Come odiava la sua forza, Abel l'ammirava e sperava, per qualche ragione sconosciuta, che il biondino potesse diventare ciò che voleva ... il primo degli eroi. Ma come lo avrebbe spiegato ai suoi amici una cosa del genere?
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Fiore spinato ᪥ Bakugou Katsuki
Fanfiction-Chi dice che per diventare un eroe, bisogna avere necessariamente un passato difficile?- Così inizia la storia di Abel, giovane studentessa della U.A., appartenente ad una famiglia di pro Hero abbastanza famosa in Giappone, come in Egitto, la sua t...