Cap. 15

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Per la prima volta, Abel si risveglio senza aver fatto incubi. Non le sembrava vero.

Quella sera dormì sonni tranquilli dopo un anno che continuava a sognare quella maledetta notte del rapimento di Bakugou.

Il suo buon umore lo notarono persino i compagni, che furono felici di vederla in questo modo, nonostante dovesse essere difficile riprendersi da quella dura missione. Eppure bevve il suo latte e caffè con il sorriso, si sistemò velocemente ed uscì in giardino per ammirare la giornate d'autunnale alle porte.

Quel venticello non più caldo e afoso, le ricordava quanto era meraviglioso il Giappone. Presto avrebbe assistito al primo Natale giapponese, fatto di freddo e neve.

Quelle temperature particolarmente basse, però, avrebbero danneggiato non poco i fiori spinati che erano abituati a temperature più alte. Doveva decisamente metterli in un punto abbastanza caldo della casa, ma sembrava che ci stesse già pensando qualcun'altro.

<<Ba-Bakugou che stai facendo?>>

Il ragazzo si irrigidì, per poi maledirla in tutte le lingue, mentre affondava le mani nella terra. <<Non vedi che stanno prendendo troppo freddo, eh cretina? Non resisteranno all'inverno>>

<<Asp-aspetta ti do un mano>>

Si avvicinò, raccogliendo i fiori e tutta la terra in un vaso abbastanza grande da contenerli tutti. Rimase sbalordita dalla serietà e meticolosità di Bakugou con la quale sistemò i fiori dentro, aggiustando la terra intorno e facendo risaltare il fiore più grande di tutti gli altri.

Abel ripensò alla notte precedente, solo allora si rese conto di quello che aveva fatto. Lo aveva baciato, le aveva chiuso la porta in faccia e adesso stavano sistemando dei fiori come se niente fosse, come se non fosse successo mai niente.

Pensò che forse era meglio così. Non poteva e non voleva mettere a rischio le loro carriere da eroi, per una questione del genere e poi sapeva bene che cacciare il discorso significava dichiarare la propria morte.

<<Da qua!>> le strappò il vaso dalle mani, solo allora Abel notò come stesse evitando il suo sguardo <<Rimaranno all'ingresso fino all'arrivo della primavera>>

Molte cose sarebbero cambiate da quel momento. Inevitabilmente tra loro due si alzò un divarico non indifferente, che tutti notarono durante il primo allenamento della classe.

Abel rimase al fianco del professore Aizawa, con il suo costume da eroe da poco sistemato e gli occhiali da sole che avrebbe dovuto portare fino a data da destinarsi.

L'allenamento era di coppia, ma a lei era stato severamente vietato l'uso del quirk. Quindi, quando il biondo si avvicinò con la sua solita aria incazzata, Abel si sentì quasi mortificata e a disagio nel dover confessare la sua debolezza.

<<Che cosa ci fai lì comparsa? Cos'è hai paura di combattere ora?>> si mise a braccia conserte.

<<Avanti Bakugou andiamo ad allenarci>> Kirishima, che conosceva le condizioni della compagna, cercò di spingerlo via ma fu irremovibile.

Se fino a pranzo non le rivolse un minimo sguardo, ora in tenuta da eroe sembrava che volesse farle pagare il gesto inaspettato della notte precedente.

<<Bakugou, Hassan non può allenarsi oggi>> comunicò il professore.

<<Mhh>> alzò un sopracciglio <<Che diavolo di stronzata>> Kirishima lo trascinò via, convincendolo a combattere con lui e magari migliorare qualche tecnica.

<<Non posso usare il mio quirk>>

Quando Abel urlò, tutti si fermarono e osservarono come camminò decisa verso Bakugou per potergli parlare meglio. Non capiva per quale motivo si sentisse in dovere di giustificarsi con lui, ma prima o poi tutti avrebbero saputo che cosa le fosse successo durante il salvataggio di Eri.

<<Mi hanno sparato con un proiettile che elimina completamente i quirk>> alzò la mano verso un macigno e tutti videro con i loro occhi, come non riuscisse più ad usare la forza di gravità per sotterrare quell'enorme blocco.

Mentre lo sguardo del biondo penetrava persino oltre gli occhiali da sole, Abel si sentì schiacciata dal suo stesso orgoglio. Era così orgogliosa del suo quirk, lo riteneva uno dei più forti della classe eppure ora era difficile dover confessare che le cose sarebbero cambiate <<Devo portare gli occhiali da sole perchè le cose sono cambiate. Il proiettile non mi ha colpito completamente posso ancora usarlo, anche se in modo diverso. Nella mia famiglia solo mio nonno poteva usare questo quirk con gli occhi, ma questo significa che->>

<<Piantala di blaterare, sei persino più noiosa di Merdeku>>

Il ragazzo preso in causa si irrigidì.

<<Se non sei in grado di sfidarmi, allora sparisci da qui. Non combatto con i deboli, comparsa!>> la superò colpendola con una spalla.

<<Bakugou sei stato troppo duro con lei, non deve essere facile..>> le parole di Kirishima si persero, quando Abel tornò accanto al professore che diede il via agli allenamenti.

Vedere i suoi compagni combattere e non poter fare niente era orribile, le sue gambe fremevano dalla voglia di usare il quirk, ma che senso aveva, se poi lo avesse perso per sempre?

<<Sii paziente. Per ora è meglio così, attualmente il quirk negli occhi è come un nuovo quirk. Devi aspettare, imparare a conoscerlo, a gestirlo e forse riuscirai ad usarlo>>

Passarono giorni, settimane e lei era sempre lì. Osservava i progressi dei loro compagni, lo sguardo compiaciuto di Bakugou quando mandava a terra Kirishima.

Ahh quanto le mancavano i loro allenamenti. I suoi sorrisi beffardi quando vinceva o quelle prese di posizione quando non accettava la sconfitta. Bakugou era fatto così. Era bello come il sole ed estremamente ostinato. Non accettava mai le sconfitte, eppure riusciva a darlo ottimi consigli, anche se questo significava minacciarla di morte.

Già, quante volte l'aveva fatto.

<<Perchè stai sorridendo?>>

Si voltò ritrovandosi il suo amico verde, che cercava di riprendersi dall'allenamento. <<Non sto sorridendo>>

<<Si invece>>

<<No, davvero. Stai bene?>>

<<Abel>> la chiamò con voce da saggio <<ti conosco abbastanza bene da sapere che stai pensando a ba->>

<<Shhhh>> gli tappò la bocca <<Va bene, va bene. Diciamo che ho fatto una stronzata e non so come rimediare, ma va bene così>>

<<Che-che genere di stronzata?>>

<<Ah niente di che...>> si voltò dall'altra parte <<..un giorno te lo dirò, forse..>>

L'amico si rassegnò e si allontanò non capendo una parola di quello che avesse detto.

Quindi ritornò ad osservare Bakugou.

Promise a se stessa che avrebbe ricominciato ad allenarsi per fatti suoi, anche se questo doveva significare metterci mesi, ma non importava! Voleva tornare ad essere quella ragazza forte che era un tempo. Voleva tornare a sfidare Bakugou, voleva tornare a vedere quel sorriso davanti a lei.

Fiore spinato ᪥ Bakugou KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora