Cap. 10

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Due giorni dopo, nel cuore della notte, Abel era immersa nei soliti incubi. Ora che Eri era entrata a far parte dei suoi sogni, sia lei che Bakugou non le davano più tregua con i loro volti angoscianti.

Provò a rigirarsi nel letto, pensando di poter cambiare sogno, ma un dolore al fianco le ricordò del nuovo livido che Bakugou le aveva regalato con tanto di pacchetto regalo. Già, per tre giorni consecutivi Abel si allenò con lui e avrebbe continuato almeno finche non avesse ricevuto la chiamata di emergenza da suo fratello.

Nessuno degli stagisti conosceva la data dell'assalto, fino ad allora era stato chiesto di continuare le loro attività scolastiche come se niente fosse. Fu più facile a dirsi che a farsi. Per alcuni di loro ci fu un crollo emotivo, specialmente per Midoriya che nel bel mezzo del pranzo iniziò a piangere in silenzio. C'era chi si preoccupava per lui e chi, come Abel non poteva far altro che dargli una pacca sulla spalla e limitarsi ad annuire. L'avrebbero salvata costi quel che costi!

Aprì gli occhi, aveva la gola secca e quella sera andò a dormire senza portarsi l'acqua. Allenarsi con Bakugou risultò essere molto più stancante del previsto, tanto che era andata a letto senza cenare.

Scese silenziosamente dal letto, indossò le pantofole e aprì e richiuse la porta con uno scatto veloce. Nessuno si sarebbe accorta di lei. Quanto si sbagliava.

Improvvisamente, nel silenzio totale, il telefono iniziò a squillarle e dovette fare un'impresa eroica per poter spegnere la suoneria.

<<Jamal>> rispose sussurrando <<ma dico sei impazzito? E' notte fonda, stanno tutti dormendo>>

<<E la cosa strana che tu sia così sveglia, da quando non sei più la dormigliona di casa?>> sembrava in vena di ironia.

<<Non mi va di perdere tempo, vai dritto al punto>>

<<Preparati, l'operazione sta per iniziare>> questa volta la voce fu molto più seria del solito e quando Abel riattaccò il cellulare, ritrovò i restanti quattro stagisti in sala.

<<Anche voi l'avete ricevuto il messaggio?>> chiese Midoriya.

<<Sono ancora le sei di mattina>> controllò Abel dal suo cellulare <<se siamo veloci a vestirci, nessuno noterà la nostra assenza>>

Alle otto di mattina, in punto, gli stagisti, i big three, i pro hero e una squadra di polizia si riunì davanti al quartier generale dell'organizzazione dei criminali.

L'ansia iniziava a fare un brutto gioco, la paura di non farcela, di contare qualche compagno ferito e non poter fare niente. Questo era il genere di pensieri che i ragazzi della 1A si ripetevano nella mente, fino a quando il resto della famiglia di Abel non arrivò.

Per la prima volta la vista della madre, più del padre, rassicurò Abel, quale si sentì rasserenata di averli insieme a lei in quella prima attività da eroe.

<<Sono ancora contraria a tutto questo>> si avvicinò velocemente la madre, seguita dal padre e dal fratello maggiore <<Vedi di non combinare una delle tue solite sciocchezze>>

Non era il genere di commento che si aspettava. Pur sapendo che quello era uno strano modo per dirle che si preoccupava per lei, Abel si sentì schiacciata dalle innumerevoli responsabilità che doveva contare nella sua missione. Sperava, almeno per una volta, che il padre potesse dirle qualcosa in sui favore, invece rimase in silenzio. Suo padre era sempre in silenzio, anche quando era palesemente contrariato alle idee della moglie. In ogni famiglia c'era sempre quell'elemento debole, nella famiglia Hassan era lui.

Quanto a Jamal, comprese l'ansia della sorellina e rimase affianco a lei e ai suoi amici, mentre i pro hero si riunivano per parlare della strategia da usare.

<<Ragazzi>> il professore Aizawa si avvicinò a loro <<lavorerò al vostro fianco dagli uffici di Nighteye. Capite cosa voglio dire?>>

I ragazzi annuirono, sentendosi leggermente appagati dalla sua fiducia, l'unica che sembrava esserci nei loro confronti, quel giorno.

<<Eroi>> lo richiamò il capo della polizia << È possibile che ricorreremo a un po' di violenza. Non possiamo evitarlo. Se notate anche il minimo cenno di azioni ostili, vi invito a rispondere allo stesso modo. Vi esordio a non abbassare la guardia nemmeno per un istante e ad adempire alle meglio delle vostre funzioni!>>

Finite le classiche questioni burocratiche, fu la volta di avvicinarsi all'ingresso della grande villa, sede dei nemici.

Il piano era stato ripetuto più e più volte. Per prima cosa vennero schierati i poliziotti, il cui capo avrebbe suonato al campanello per cercare di trattare tranquillamente con i proprietari. Se avessero opposto resistenza al mandato, avrebbero lasciato libero spazio di azione agli eroi.

Nascosti tra i pro Hero e sovrastati dai poliziotti, gli stagisti aspettavano con ansia l'inizio dell'operazione. Era difficile attenersi alle regole quando l'operazione non partiva da loro, tuttavia non si trattava più di una corsa alla sopravvivenza, ma una vera operazione con i fiocchi.

Tuttavia, Abel era più agitata del solito, più di tutti gli altri. <<Hassan>> la chiamò il professore << l'agitazione ti porta all'errore, cerca di calmarti>> le mise una mano sulla spalla.

<<Le è mai capitato di non riuscire a salvare qualcuno?>>

Per un breve momento il professore alzò le sopracciglia, come se non si aspettasse minimamente una domanda de genere. Che Abel avesse problemi lo aveva capito già da un po', ma non credeva che si fosse portata dietro quel macigno per tanto tempo.

<<C'è la farai!>> annui.

L'attimo dopo, al suono del campanello, un Villain di grande dimensioni, sfondò completamente il cancello, facendo saltare in aria alcuni uomini della polizia.

<<Midoriya, Hassan> urlò il professore.

<< Ci penso io>> urlarono contemporaneamente i ragazzi, salvando alcuni agenti sobbalzati dall'onda d'urto.

<<Tutto bene ?>> chiese Abel, poggiandolo delicatamente a terra.

Era adrenalinica. L'aver salvato la prima persona, la resa adrenalinica. Il primo attacco l'aveva sbloccata dall'ansia e adesso si sarebbe lasciata scatenare come meglio poteva.

<<Chi vi ha dato il permesso di venire a quest'ora del giorno eh?> urlò l'enorme Villain all'ingresso.

Venne fermato dalla pressione del pro Hero Iside e i cerchi d'aria di Anubi. Il lavoro di squadra, perfettamente coeso diede la possibilità ai primi pro Hero di superare il cancello ed entrare nel giardino della villa.

<<Qui ci pensiamo noi, voi andate!>> urlò Tatsuma, conosciuta anche con il nome di Dragoon Hero: Ryukyu. Possedeva un quirk in grado di trasformala in un enorme drago.

<<Abel>> Jamal la prese per un braccio, incitandola a correre velocemente. Quel passaggio che la madre stava offrendo era l'unica occasione che avevano per entrare nella villa. <<Io e te entreremo dentro. Anche Midoriya e Mirio hanno superato il porticato>>

Abel si voltò verso i suoi genitori, non sapeva che li avrebbe rivisti molto tempo dopo, in condizioni in cui non avrebbe mai voluti vederli. Lavoravano insieme come una vera coppia, si guardarono per qualche istante, scambiandosi un leggero sorriso.

Non aveva mai visto i suoi genitori così uniti, neanche quando si voltarono verso di lei ed annuirono seriamente, come per incitarla a continuare a correre.

<<Salvala Abel>> le urlò il padre, facendo uscire finalmente la sua voce.

Fiore spinato ᪥ Bakugou KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora