04 - ritorno

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{ 1110 anni dopo }

"Attento a dove metti i piedi pulce" mi aggredì lo sconosciuto di fronte a me, lui perfettamente in piedi come se non ci fossimo scontrati, io invece intento a massaggiarmi il fondoschiena dolorante per la botta.

Ottimo inizio direi.

Dopo che i nonni erano venuti a mancare avevo deciso di andare ad abitare nella loro casa, nonostante il parere averso di mia madre.

Ed eccomi qui, appena trasferito e già con il culo per terra. Certo ero parecchio instabile sui miei stessi piedi, ma un po' di accortezza da quello sconosciuto non era chiedere tanto, almeno avrebbe potuto darmi una mano a rialzarmi.

"tsk, maleducato! Non l'ho mica fatto apposta, almeno potresti darmi una mano che ne pensi?" dissi guardandolo male

"ahahahahah ringrazia il cielo che non ti calpesto già che sei a terra! Per colpa tua adesso puzzo" si annussó il braccio contro il quale mi ero scontrato e fece un'espressione strana.

"Ehi come ti permetti, mi lavo ogni giorno, ci tengo alla pulizia" dissi oltraggiato

"ciò non significa che tu sia profumato, pulce"

"la smetti di chiamarmi pulce? Neanche mi conosci" mi rialzai a fatica fronteggiandolo

"E come dovrei chiamarti? Microbo sarebbe meglio?" disse ridendo mentre iniziò ad allontanarsi nella direzione opposta alla mia

"ma guarda te questo! Appena arrivato e il coglione di turno doveva capitarmi" sbuffai alzando gli occhi al cielo.

"stai bene? Ho visto che hai avuto un bel incontro con JK" una viso sorridente si paró davanti al mio, rischiando di farmi cadere per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Avevo un viso che trasmetteva serenità, solo a guardarlo mi ispirava fiducia e poi aveva un colore di capelli davvero bizzarro, erano rossi. Un rosso così acceso che ti abbagliava, ma sembravano essere perfetti per il suo viso luminoso.

"Il coglione si chiama JK?" Chiesi guardandolo.

Fece una faccia strana e si guardò attorno circospetto. Forse non era stata una buona idea definirlo coglione, magari era un suo amico.

"Fossi in te non lo chiamerei a quel modo in giro, non so come, ma lui e il suo gruppo sanno sempre tutto" disse sottovoce, meno male non sembrava un suo amico, dovevo imparare a tenere a freno la lingua altrimenti chissà quante situazioni poco piacevoli avrei incontrato.

"Oddio c'è né sono molti come quello?" esclamai sconvolto. Incontrarne uno mi era bastato, molti non sarei riuscito a sopportarli. Non ero mai stato un attaccabrighe, ma certamente non mi facevo sottomettere da gente senza cervello.

"sono in cinque in totale. Namjoon e Jin sono i più grandi e sono fidanzati da una vita, sono sempre insieme, poi c'e Yoon che è un figo pazzesco, ma tiene sempre tutti alla larga tranne il suo gruppetto di amici e poi ci sono JK, il più giovane e il suo ragazzo Kim"

"Kim? Che nome strano!" Esclamai quasi ridendo. Era un nome molto insolito per questo paese.

"Kim è il cognome, nessuno osa pronunciare il suo nome, è un tipo silenzioso, resta sempre in disparte anche con i suoi amici, ma fa paura"

"come fa a mettere paura un tipo così?" Chiesi curioso

"il suo sguardo. Non parla, ma il suo sguardo sembra possa trappassarti. Fidati stai lontano da quel gruppo, sono pericolosi"

"fidati non voglio averci niente a che fare, mi sono trasferito per vivere in pace, non per avere guai"

"comunque io mi chiamo Hoseok, tu invece sei?" Chiese allungando una mano nella mia direzione.

Kitsune "Vmin Story"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora