16 - fraintendimenti

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Era stato difficile i primi giorni abituarmi a quel luogo, la colpa era mia che ero stato troppo diffidente perché a guardare indietro ora, mi resi conto che erano stati tutti molto gentili e accoglienti fin da subito, non mi avevano etichettato come lo strambo dal manto diverso ma bensì mi avevano accolto come la rarità più bella che esistesse a detta loro. Dovevo ancora capacitarmi di tutto ciò, ma Kook e Yoon mi avevano rassicurato dicendomi che per quel villaggio era qualcosa da festeggiare la diversità poiché anche il loro Signore era diverso da loro e quindi si aspettavano grandi cose anche da me. Ed ecco che qui era entrata in gioco la mia insicurezza, la mia autostima era a dir poco sotto i piedi, temevo di deludere le loro aspettative poiché non ero così speciale come credevano.
La nonna di Taehyung era poi di una dolcezza infinita, capivo molto bene l’amore che il villaggio provava per quella donna, non ti faceva mai pesare nulla e se sbagliavi ti guidava con pazienza verso la retta via facendoti comprendere appieno cosa fosse giusto o cosa sbagliato, meritava a pieno il titolo di Grande Saggia.
La mamma poi era stata riaccolta tra lacrime e gioia, aveva pianto stretta a quelli che erano stati i suoi amici di infanzia, la sua famiglia, le era stato proposto di diventare il capo delle kitsune curatrici dato la sua enorme esperienza anche nel mondo umano, ma lei aveva rifiutato chiedendo solo di poter dare consigli non sentendosi abbastanza adeguata ed esperta per un tale importante compito. In segreto poi mi disse che in realtà aveva rifiutato perché tutte quelle responsabilità non facevano per lei e che aveva passato troppo tempo ad occuparsi di me solo a metà e che era intenzionata a recuperare tutti quegli anni in cui non aveva potuto accudire la mia kitsune come una vera madre dovrebbe fare.
Hoseok passava gran parte del suo tempo nel villaggio ascoltando i consigli delle curatrici sui poteri delle erbe e sui loro svariati utilizzi.
Tutto era così perfetto da sembrare un sogno. Solo una cosa stonava in tutto ciò. Taehyung. Con Taehyung era una lotta continua, non mi evitava più, ma ogni volta che ci incrociavamo era una guerra.

Sei pronto Jimin? Dai andiamo che faremo tardi altrimenti” disse Hobi entrando in quella che era diventata la mia stanza. La nonna di Taehyung ci aveva fatto restare a palazzo e mi aveva dato la stanza proprio al fianco di Taehyung. Mai errore fu più grande.

Inizia a scendere, arrivo subito” dissi sorridendo.
Osservai Hobi lasciare le mie stanze e con un sorrisetto lo segui voltando però dalla parte opposta alla sua.

Eccomi, andiamo” dissi uscendo velocemente e attirando gli sguardi degli altri.

dov’e Taehyung? Qualcuno lo ha svegliato?” Chiese Nam, era diventata abitudine per noi recarci tutti insieme all’istituto.

Non si voleva alzare” risposi alzando le spalle

Jimin cosa hai combinato stavolta?” Chiese Jin incrociando le braccia

perché dovrei aver combinato qualcosa?” dissi sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

La tua faccia…” Nam non fece in tempo a finire di parlare che un boato enorme seguito da un ringhio fece vibrare l’intero ingresso.

Oh merda” esclamai ridendo e iniziando a correre verso la foresta per raggiungere l’istituto.

Kitsune di merda, se ti prendo vedi cosa ti combino” un urlò rieccheggió per tutto il villaggio.
Sentivo le voci degli abitanti parlottare tra loro ridendo per le urla che sentivano. Sembrava che non aspettassero altro durante la mattina che sentire i battibecchi miei e di Taehyung.

Jimin che cosa hai fatto? Ti prego l’ultima volta ne abbiamo subito le conseguenze tutti del suo malumore” mi chiese Hobi supplichevole

Niente, ho solo cambiato il suono della sua sveglia” dissi ridendo.

Kitsune "Vmin Story"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora