19. Resa

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→ Ormai sta diventando una pessima abitudine quella di scusarmi per i biblici tempi d'attesa fra la pubblicazione di un capitolo e l'altra ma è doveroso che io lo faccia dopo tutti i messaggi e i commenti che mi avete lasciato in questi mesi. ♥ Sappiate che li leggo tutti e che mi riempite di gioia ogni volta che trovate il tempo di dedicare un pensiero a questa storia e che è solo per questo che nonostante la mia vena creativa sia costantemente a secco, ogni volta che la sento pulsare riapro il file di You trigger me e mi metto a lavorarci su. Come ho già detto in passato -e promesso a diverse persone- ho intenzione di portare a termine questo progetto e di non abbandonarlo, ma a causa dei miei sbalzi d'ispirazione non posso promettervi la costanza che vorrei perciò mi scuso davvero tanto per le continue attese a cui vi sottopongo e vi ringrazio dal profondo del cuore per la dedizione mostrata in tutti questi anni. Senza rendermene conto ormai sono sei anni che lavoro su questa storia e alcuni di voi la seguono da allora nonostante tutto: non so come ringraziarvi per questo. Spero che questo capitolo saprà farmi perdonare per quest'ultima lunghissima pausa: metà lo avevo già scritto durante il 2022 e solo oggi ho trovato la forza e l'ispirazione per terminarlo. Mi rimetterò subito a proseguire la scrittura del prossimo capitolo e spero di potervelo far leggere al più presto ♥ Grazie ancora per l'incoraggiamento mostrato e buona lettura! ←


A quel timido gesto Magnus rilasciò silenziosamente il respiro che stava trattenendo e si aprì in un sorriso appena più ampio.

«Bene.» chiosò dopo qualche attimo di quiete spostando la sua mano dalla guancia a sotto il mento del ragazzo. Gli sollevò il viso e forzò un nuovo contatto fra i loro sguardi mentre ora gli sorrideva apertamente e con più leggerezza. «Allora è tutto risolto. A parte il tuo naso, ovviamente.» disse col suo tono frizzante di sempre tornando ad alzare la voce ad un volume più normale e colloquiale, allontanandosi ora dal ragazzo per tornare davanti al tavolino alle sue spalle.

Recuperò la busta di piselli congelata e la scosse leggermente nella sua mano sotto lo sguardo di Alexander. «Se non ti metti questa sulla faccia ti rimarrà il livido per una settimana.» disse allungandogli nuovamente la busta, notando l'espressione esitante sul viso dell'altro. Sembrava quasi disorientato.

«Uh-grazie.» mormorò il giovane riscuotendosi, afferrando la busta gelida e tornando a sedersi impacciato sul divano.

Quando si pressò la confezione fredda sul viso mugugnò di dolore.

«Tranquillo, fra poco il freddo non ti farà sentire più niente.» commentò Magnus mentre andava a recuperare dall'angolo cucina una pezza con cui pulire il tavolino. Una pozza d'acqua si era formata lì dove i piselli erano stati poggiati poco prima.

Mentre l'uomo si affaccendava Alexander rimase seduto al suo posto con la busta ad intorpidirgli il viso in totale silenzio.

Ci volle qualche minuto perché la sua voce risuonasse all'interno del loft.

«Magnus?» chiamò cauto, incerto, sollevando leggermente il capo.

L'uomo si lasciò cadere sulla sua poltrona accanto al divano e osservò il ragazzo da dietro la copertura offerta dall'impacco gelido premuto sul suo viso.

«Mh?»

«Come—come facevi a sapere...? Cioè, in centrale...»

Le sopracciglia di Magnus s'alzarono leggermente sulla sua fronte mentre le sue labbra s'aprirono silenziose per un breve istante.

«Oh» gli uscì di dire mentre ripensava agli eventi di quella lunga giornata. Gli sembrava fosse passata una vita da quando s'era seduto a quel bar a parlare con Catarina. «L'agente Smith mi ha chiamato. Ha detto che...» s'interruppe per un istante prima di riprendere la parola. «...beh, ha detto che ero il tuo numero per le emergenze.»

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