20. Crollo

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→ E quando meno ve l'aspettavate...! Spero che questo capitolo varrà la nuova, lunga attesa ♥ Oggi ero particolarmente ispirata e ho scritto quasi tutto l'intero capitolo in un'unica serata anche se l'avevo iniziato diverso tempo fa, in realtà ~ Grazie come sempre a chiunque ha seguito e segue ancora questa storia, per il sostegno che ancora mostrate dopo tutto questo tempo e per la pazienza infinita che mostrate ad ogni nuovo capitolo. Di cuore, g r a z i e. ←



Pronunciare quelle parole ad alta voce lo lasciò senza fiato.

Lasciar uscire quella confessione dopo anni di ostinato silenzio, fu al contempo terrificante e liberatorio.

Gli parve di non avere aria e di poter finalmente tornare a respirare al tempo stesso.

Sentiva il cuore nel suo petto contrarsi dolorosamente ad ogni suo tentativo di inspirare e ben presto si ritrovò a boccheggiare a corto d'ossigeno.

I singhiozzi iniziarono a smuovere le sue spalle mentre le lacrime che dapprima avevano preso a scorrere lente sul suo viso presero a fuoriuscire rapide, fiumi salati che rigavano le sue guance pallide.

Alec non si era mai sentito così distrutto come in quel momento.

Era come se un martello avesse colpito il punto esatto da cui mille crepe avevano preso a diramarsi lungo il suo corpo, appena sotto pelle, mandandolo in frantumi. Una lastra di vetro trasparente ridotta a nulla più che milioni di granelli di polvere tagliente.

Per la prima volta il dolore lo travolse in tutta la sua forza.

Il ragazzo si sentì travolgere dalla piena potenza di uno tsunami inarrestabile mentre i ricordi affioravano dolorosamente nella sua mente. Tutti i sentimenti e le emozioni che si era sforzato di non provare in quegli anni, esplosero adesso dentro di lui annientandolo.

Rannicchiato su se stesso, con le mani a stringersi fra i capelli proprio sopra la sua fronte, cercava disperatamente di respirare attraverso i singulti. L'aria faticava a raggiungere i suoi polmoni, il suo addome si contraeva nello sforzo in spasmi dolorosi.

La sua voce usciva strozzata in gemiti acuti, lamenti strazianti.

Il suo fratellino era morto.

Il suo fratellino sempre sorridente.

Il suo fratellino troppo intelligente.

Il suo fratellino che amava gli anime e i manga e sapeva usare il cellulare meglio di quanto avesse mai saputo fare lui.

Il pensiero gli era semplicemente intollerabile.

Dopo pochi respiri spezzati, Alec esplose in un pianto struggente. I lamenti che fino a quel momento aveva cercato di trattenere, che non era riuscito ad emettere a causa della mancanza d'aria, trovarono sfogo in un gemito grave, roco, graffiante. Un verso cupo e baritonale che si fece strada dal centro del suo essere risalendo lungo la gola ed uscendo poi cupo e straziante. Ogni difesa, ogni barriera era finalmente crollata lasciandolo totalmente inerme contro l'ondata di dolore che lo stava attraversando.

Annaspando, pianse disperato ignorando il dolore pulsante al viso, troppo insignificante e misero rispetto a quello ben più intenso e penetrante nel suo petto.

Si abbandonò totalmente alla sua sofferenza, troppo stanco per cercare ancora di arginarla dentro di sé. Per troppo tempo aveva tentato di domarla, per troppo tempo aveva provato a superarla senza sapere di star solo fuggendo da essa.

Adesso, però, era finita.

Non aveva più modo di scappare, non c'era luogo dove rifugiarsi.

Era stato raggiunto e avvolto dalle gelide dita della sua colpa.

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