Uscito dallo studio Magnus poteva finalmente lasciarsi alle spalle le vesti del Dottor Bane e tornare ad essere il solito se stesso, amante del divertimento e dei vizi. Certo, poteva sembrare assurdo che considerando il suo mestiere fosse il tipo di persona che amava le feste e la movida notturna, ma Magnus Bane era pur sempre un uomo -un ragazzo- e non concepiva in che modo il fatto che amasse divertirsi potesse essere un problema. Francamente trovava più preoccupante l'idea di non amare il concetto di divertimento. Nessuno dei suoi pazienti, comunque, si era mai lamentato della sua professionalità o delle loro sedute: tutti, dal primo all'ultimo, erano rimasti spiazzati dal suo aspetto, dal suo abbigliamento e non di meno dalla sua giovane età, ma per quei pazienti che non avevano lasciato l'ufficio dopo i primi cinque minuti credendo che fosse uno scherzo di cattivo gusto, Magnus era stato un grandissimo aiuto. Era sempre stato disponibile e distaccato, capace di osservare ogni differente situazione con imparzialità ed occhio critico, dando consigli ben ponderati ed in maniera sempre cortese. Non aveva mai imposto il suo parere professionale a nessuno ma aveva sempre cercato di guidare i propri pazienti verso l'auto presa di coscienza dei loro stessi pensieri, l'unica cosa che lui credeva sensata da fare nel suo mestiere.
Per essere così giovane era eccezionalmente maturo e i suoi pazienti più di una volta si erano chiesti come potesse essere possibile che alla sua età -sconosciuta ma sicuramente giovane a giudicare dal suo aspetto e dai suoi lineamenti- fosse già uno dei migliori psicologi del Paese.
Quella sera, dopo il suo ultimo appuntamento, Magnus si era diretto a casa per farsi una doccia e risistemarsi il trucco che dopo una intera giornata di lavoro lo aveva già annoiato. Era stata una giornata come tante, costellata di nuove lacrime, nuove grida e nuovi pazienti, uno dei quali non avrebbe mai più rivisto molto probabilmente. Alexander Lightwood era un giovane uomo imprigionato in una famiglia fin troppo apprensiva e soffocante che aveva grandi difficoltà a relazionarsi col prossimo. Probabilmente il problema alla radice di tutto stava proprio nel modo in cui era stato cresciuto in casa, tenuto dentro una campana di vetro, educato da genitori rigidi e piuttosto chiusi, con una chiara idea di come dovrebbero andare le cose e di come invece non sarebbero dovute andare. Era bastata una semplice manciata di minuti con Maryse Lightwood per capirla e Magnus era quasi certo che era stato proprio il suo atteggiamento carico di aspettativa a far crescere il ragazzo con quel carattere chiuso e ostile. Il modo in cui sembrava a tutti i costi voler sfuggire dagli sguardi altrui gli lasciava pensare che probabilmente aveva solamente una profonda paura di deludere chiunque attorno a sé e di non volere che qualcuno gli prestasse troppa attenzione perché, altrimenti, avrebbe potuto deludere il prossimo ancora più platealmente. Magnus aveva provato una fitta di compassione per quel povero ragazzo, ma non aveva avuto modo di aiutarlo in quanto il giovane non riteneva di aver bisogno di aiuto o, forse, non aveva ancora capito di averlo.
Quale che fosse la verità il ragazzo era fuggito dal suo ufficio e probabilmente non ci avrebbe più rimesso piede.
Peccato, pensò Magnus mentre si infilava sotto la doccia dopo essersi spogliato nel suo ordinatissimo e fornitissimo bagno. Era bello da guardare.
Giunto al Pandemonium club, Magnus controllò il proprio telefono per leggere il messaggio che gli era appena arrivato.
Catarina (00.58) : Ti aspetto al bancone.
Infilò l'apparecchio nella tasca interna della giacca di velluto blu notte-visto che i pantaloni di pelle avevano tasche praticamente inutilizzabili in quanto troppo strette- e avanzò verso il bancone facendosi largo fra la folla di corpi danzanti e sudati. Si era sistemato i capelli tirandoli su con una generosa quantità di gel brillantinato mentre il trucco raccoglieva sfumature di viola e blu che risaltavano il colore verde-dorato delle sue iridi.
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You trigger me
FanfictionAlexander Lightwood è un giovane costretto dai suoi genitori a frequentare lo studio di un noto psicologo che in qualche modo gli capovolgerà l'esistenza. Magnus Bane è un brillante e ricercato analista incapace di affezionarsi ai propri pazienti -p...