11. Hai mai...

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 Il risveglio portò con sé la sua dose di ricordi.

Magnus aprì gli occhi nel suo letto al suonare della sveglia del suo telefono. Grugnendo e riparandosi dalla luce del sole che filtrava dalle finestre, interruppe quel suono continuo e penetrante cercando di abituarsi alla sensazione del sole sul viso. Poco per volta la sua mente si schiarì ed i ricordi si fecero chiari e nitidi. Aveva pianto per tutta la sera e si era addormentato quando si era sentito svuotato di ogni forza ed energia, ritrovandosi a crollare in un profondo sonno senza sogni. Adesso si sentiva assonnato, il corpo pesante, ma in qualche modo più leggero, come ogni volta che si lasciava andare ad un pianto disperato.

Sentì il cuore contrarsi quando il pensiero volò ad Alexander ed alle sue parole, al modo in cui aveva così semplicemente detto quello che nessun'altro aveva avuto la forza di sbattergli in faccia. Era evidente che non volesse ferirlo, che stesse solo cercando di rispondere innocentemente alla sua domanda, ma non poteva sapere cosa aveva scatenato con il suo dire. Afferrò il telefono tornando alla loro conversazione, leggendo e rileggendo i suoi ultimi messaggi.

Improvvisamente si sentì assalire dai sensi di colpa.

Non aveva mai risposto alle sue scuse e sicuramente il ragazzo doveva essersi sentito piuttosto male per la sua improvvisa sparizione, come se sentisse di aver detto qualcosa di sconveniente. Forse non era esattamente il modo in cui la gente normalmente chiacchierava -da quando poi potevano dire che il loro fosse un rapporto normale?, forse effettivamente era stato un po' troppo schietto, ma in nessun modo Magnus sentì di essere offeso od arrabbiato con lui per quanto gli aveva detto, anzi. Gliene era grato. Grato per essere stato sincero con lui, grato per non essersi soffermato alle apparenze, grato per essere riuscito a vedere oltre quello che tutti vedevano in lui.

Si sentì improvvisamente travolto da una ondata di ottimismo e di energia. Era come se rendersi conto di quanto profondamente Alexander fosse entrato nella sua vita senza neppure che se ne accorgesse gli avesse dato la carica, la voglia di ricominciare da capo, di essere più forte. Un sorriso andò ad allargarsi sulle sue labbra mentre digitava un nuovo messaggio per lui. Improvvisamente il sonno era svanito e con esso quel senso di pesantezza e vuoto interiore. Si sentiva ancora piuttosto abbattuto, ovviamente, ma per lo più si sentiva colmato da un senso di forza e vitalità. Si alzò dal letto non appena ebbe inviato il messaggio e si diresse canticchiando verso il bagno. Lì si abbandonò ad una doccia fresca rigenerante che lo svegliò del tutto e che rilassò i suoi muscoli leggermente intorpiditi dal sonno.

Si lavò con cura strofinando i capelli con energia canticchiando sotto l'acqua una qualche vecchia canzone rock per cui era andato matto quand'era più giovane. Non sapeva bene nemmeno lui cosa, esattamente, lo stesse rendendo così euforico e di buon umore: aveva passato una intera serata a piangere e disperarsi fino a quando non era crollato distrutto abbandonandosi all'oblio dell'incoscienza ed ora era lì a canticchiare allegramente sotto la doccia. Le sue supposizioni, tuttavia, lasciavano spazio a due sole possibilità: la prima è che dopo aver rilasciato tutto il dolore e la tensione accumulati in mesi di contenimento si fosse semplicemente sentito più libero e leggero, la seconda riguardava il fatto che quel giorno era in programma una nuova seduta per Alec il che voleva dire che si sarebbero rivisti.

La sola idea gli faceva agitare qualcosa nel fondo dello stomaco e faceva contrarre il cuore nel petto in una morsa calda e piacevole. Sentiva scintille bruciare nelle vene, il sangue correre sottopelle solleticando ogni nervo al semplice pensare che, dopo tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni, si sarebbero rivisti. Ah e poi c'era un'altra piccola possibile spiegazione al suo buon umore: l'indomani sarebbe stato il suo compleanno. Erano solo pochi anni che aveva iniziato ad apprezzare davvero quella particolare ricorrenza grazie all'aiuto dei suoi amici. Da quando le loro vite avevano preso strade diverse era diventato sempre più difficile riuscire a vedersi, ad eccezione di Catarina che fino a poco tempo prima aveva vissuto con lui nel suo loft, ma ogni volta che ricadeva il loro compleanno riuscivano sempre a trovare il modo di vedersi e passare la serata insieme. Non c'era emergenza lavorativa che tenesse che potesse impedire loro di passare quel giorno insieme e Magnus sentiva, in cuor suo, che vedere i suoi amici gli avrebbe decisamente fatto bene.

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