I said no
Ya know
Like a liarCassandra non aveva ansia, aveva dovuto conoscere e passare del tempo con cosí tanti sconosciuti nella sua vita che una persona in più non faceva differenza. Le prendeva solo una strana agitazione quando pensava che Klaus provasse amore nei confronti di quella donna, e allora si chiedeva come fosse possibile, se non fosse tutto finto, uno scherzo per metterla alla prova. Alla fine suo fratello aveva deciso di invitarla a fare colazione insieme, mentre Cassandra si allenava con Dominic.
Arrivò in anticipo come al solito, prima di entrare in palestra, controllò dai vetri se ci fosse Aron. Fu un gesto istintivo, spontaneo, non aveva idea del perchè volesse verificare la sua presenza. Non la metteva a disagio, non le dava fastidio. Forse le piaceva la sua compagnia? Comunque era sola. Fu un po' delusa. Ma che ti aspettavi, che venisse solo perchè anche lui sperasse di trovarti?
Decise di non pensarci, il modo migliore per pulire la mente era l'esercizio fisico, iniziò a riscaldarsi, dopo qualche minuto arrivò il suo maestro. Lo salutò con un cenno del capo, era pronta. Si rirò su i capelli e salí sullo stesso ring che i giorni prima aveva sporcato di sangue.
Iniziarono la solita lotta, il solito massacro, e quando finí al tappeto per la terza volta controllò l'ora sull'orologio appeso al muro; il suo insegnante sapeva dovesse lasciarla entro le otto. Pensò che non avessero finito, ma gli ordini di Klaus erano indiscutibili. « Devo solo fare delle commissioni, quando torno possiamo riprendere. » Si alzò, il labbro rotto le faceva ancora male. Aveva le ginocchia sbucciate e le nocche rotte.
Lui la squadrò, iniziava a piacergli il suo spirito combattivo. « Se ce la fai. »
Quella si sporse in avanti, era ancora inginocchiata a terra e stava raccogliendo le forze per alzarsi. « Si che ce la faccio. » Aveva l'affanno. Sputò un grumo di sangue addensato misto a saliva. Qualcuno avrebbe pulito.Raggiunse la solita borsa e si rivestí, Lidia sarebbe arrivata tra poco, aveva appena il tempo di farsi la doccia e darsi una sistemata. I gomiti le bruciavano, strinse i denti e li sciacquò sotto l'acqua calda; quando fu davanti allo specchio controllò dove avesse più lividi, forse la schiena poteva lasciarla scoperta. S'infilò un jeans a vita bassa, una maglietta che lasciava scoperta la pancia e il solito maglioncino che aveva di mille colori diversi. Ai piedi portava degli stivaletti bassi di Prada, e prima di scappare di sotto afferrò la Birkin nera.
I capelli erano sciolti, arruffati e disordinati. Il trucco sempre troppo scuro, ma non le importava, si piaceva cosí, quando i giornali la descrivevano cupa, misteriosa, difficile, si sentiva una specie di personaggio. Le pareva che potesse scegliere come gli altri la vedessero.« Klaus? » Bussò alla porta della sala da pranzo, sembrava quasi davvero timida, mentre restava sulla soglia, in attesa che le dicesse di poter entrare. Cercò con lo sguardo cristallino Lidia, erano seduti accanto. Per un momento provò un po' di invidia, lei non era mai riuscita a farsi volere cosí bene da suo fratello, poi arrivava lei e con la sua laurea in psicologia riusciva a fregarlo completamente. Li osservò silente qualche istante, poi sorrise. « Ciao, io sono la sorella di Klaus, Cassandra. »
« Piacere di conoscerti, Lidia. » Era italiana? Eppure non sembrava dall'accento. Aveva lo sguardo calmo, come se fosse a suo agio. Come poteva esserlo davanti a lei, in quella stanza cosí grande, cosí vuota? C'era un tavolo lunghissimo, di legno lucido al centro e dei banconi disposti attorno alle pareti. Ci cnservavano servizi d'argento e vecchi piatti, posate. Dal soffitto pendeva un lampadario troppo luminoso eppure non riusciva a rendere caldo l'ambiente. Era solo fastidioso.« Mangi qualcosa? » Con noi, intendeva. Cassandra la mattina presto non mangiava mai, e odiava fare colazione in compagnia, non era abituata.
« Non ho molta fame, però aspetto qui. Mi ha detto Klaus che anche a te serve un vestito per il matrimonio di... come si chiamava? » Si girò verso il fratello. Si mise seduta, scomposta, la schiena poggiata all'indietro e le gambe tese, allungate in avanti.
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REBORN
ChickLitCassandra è la sorellina minore del piú spietato boss di New York. Quando i loro genitori sono morti e Klaus ha preso il posto del padre, a soli ventidue anni, ha deciso di eliminare dalla sua vita la sorella, che mentre cresceva assomigliava sempre...