Slipping trough my fingers all the time
Do I really see what's in her mind?
Each time I think I'm close to knowing
She keeps on growingTrascorse il giorno dopo in ospedale, non sapeva se Klaus avesse voluto farla stare lì per tenerla lontana da Lidia, o forse era solo uno dei suoi strani pensieri. A volte tornava l'abitudine di crearsi problemi che non esistevano. Come l'idea che tutti non la sopportassero, era l'autosabotaggio costante in cui viveva.
Specialmente quando era sola, quando non c'era nessuno a farle compagnia, diventava difficile restare serena.Aron non l'aveva più chiamata, e Noah se n'era dovuto andare prima. Quella serata era stato uno scandalo troppo pesante per la sua famiglia, lo capiva, per questo l'avevano richiamato in Europa.
E lui, senza troppi discorsi, aveva deciso di obbedire, come sempre. Aveva davvero un'altra scelta? Qualcuno di loro l'aveva? Doveva comprenderlo per forza.Le venne da ridere, forse qualcosa di buono l'aveva fatto, se si erano infuriati tanto. Alla fine non era servito allontanarlo dalla famosa domestica, per far calmare i pettegolezzi. Era questo, che lui voleva far capire loro. Forse.
Forse voleva solo farli incazzare, come fosse ancora un adolescente offeso. Oppure era solo un folle, distrutto, a pezzi come Cass.« Sicura che ce la fai? »
Klaus era andato a prenderla, ovviamente. Anche se aveva insistito per tornare da sola. Aveva stretta tra le mani i manici della valigia di cuoio marrone, contenente tutte le cose che le aveva portato durante il ricovero. Troppe. Pensó che avesse vissuto in Polonia con molta meno roba. Forse da tutto quel casino aveva imparato davvero qualcosa.Trascinava le scarpette sulle piastrelle dell'ospedale, quel posto era cosí triste che solo a starci dentro si sentiva malata. « Ha chiamato Aron? » Non l'aveva ancora sentito, e aveva bisogno di lui, anche se si raccontava che fosse il contrario, lei non aspettava altro che poter risentire la sua voce. Dovevano cucinare insieme, perchè era sparito? « Dovevamo vederci, ha ricordato delle cose e dice che io lo aiuto. » Il tono di voce era basso, quasi rassegnato.
Klaus non ebbe il coraggio di rispondere subito. « Aron è tornato in Polonia, Cass. » Cosa?
Stavano camminando nel corridoio dell'ospedale, quando lei si fermó improvvisamente.
« Ma che cazzo dici. » Aron con o senza memoria, era bravissimo a scappare via. E soprattutto, a farlo di nascosto.
« È partito stamattina, non sapevo neanche ti avesse detto che vi sareste visti. »
« Non ci credo, non è possibile. » Klaus forse capì quanto fosse grave. Gli ricordó di quando partì, tempo prima, per stare lontano da sua sorella. Forse aveva fatto la stessa cosa. Lei non sapeva proprio lasciarlo andare. Altro che Noah.Si avvicinó lei e le accarezzó una spalla con la mano destra. Dovevano uscire da quel posto. « Cass, sta attraversando un periodo difficile, magari gli è venuta in mente una cosa su Lublino e ci è tornato, non è niente di grave. » Sembravano due anime rotte che cercavano di aiutarsi, ma non facevano altro che distruggersi a vicenda.
« Ma ieri... cioè... due giorni fa, quando è venuto, mi ha detto che riusciva a ricordare solo con me, e che— » Non lo capiva, era scostante e le dava un senso di inquietudine che la faceva stare male.
La annientava. « Aspetta, lo chiamo. » Le tremavano le mani, mentre cercava ovunque il cellulare, nelle tasche della giacca, nel borsone, fin quando suo fratello non la richiamó. Doveva sembrare davvero una pazza.
« Cass... » Era pietà, quella che gli leggeva nel tono di voce, neppure più preoccupazione.
« Senti io non lo lascio, non lo abbandono, non ce la faccio. » A fare cosa, non riesci? La verità era che pur di stargli accanto avrebbe interpretato qualsiasi ruolo, anche quello della stupida sorellina di Klaus, un'altra volta.Lui a quel punto la prese per un braccio. Si avvicinó minacciosamente al suo viso, era disperato. « Mi spieghi che cazzo è successo in Polonia? » La stava implorando. Lei lo guardó con le sopracciglia alzate. E cosa cambiava, che cosa sarebbe potuto cambiare, a quel punto?
Cass pensó che avrebbe fatto meglio a dare un senso alle sue reazioni, lui non sapeva ancora troppe cose, e questo la rendeva completamente ingestibile, ai suoi occhi. « A casa. » Magari era il caso di spiegargli proprio tutto, dall'inizio, dato che era riuscita a dare di matto ma mai a confessargli cosa provasse per Aron, come si fossero avvicinati e tutto il resto.
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REBORN
ChickLitCassandra è la sorellina minore del piú spietato boss di New York. Quando i loro genitori sono morti e Klaus ha preso il posto del padre, a soli ventidue anni, ha deciso di eliminare dalla sua vita la sorella, che mentre cresceva assomigliava sempre...