CAPITOLO 33

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People empty me.
I have to get away to refill.

Cassandra aveva i bagagli pronti fuori dalla porta della propria stanza. Tante cose le aveva lasciate a Londra, altre glie le avrebbero spedite. Aveva un po' d'ansia. Era tanto che non tornava lì, l'ultima volta che era stata in Europa non era finita bene. Sapeva che casa non le sarebbe mancata, non le era mai mancato niente e nessuno, era abituata agli addii, e anche alla solotudine. Guardó oltre il letto e studió la sua scrivania, non le sarebbe mancata neppure quella. Neppure il proprio riflesso allo specchio.

Alla fine con Achille non s'era vista e lui non aveva più richiamato, credeva si fosse arreso o magari lui pensava Cass fosse morta d'overdose, troppo ubriaca per ricordarsi qualsiasi cosa. Che avesse raccontato tutto a Klaus era proprio la cosa meno probabile.

Insospettabile.
Inaffidabile.
Su Aron non sapeva ancora cosa pensare, non capiva cosa provasse. Solitamente -almeno con lui- era facile: desiderio, passione, disperazione e rabbia. Amore? Non ne avevano mai avuto il tempo, ma forse era proprio per questo che la loro storia sembrava così appetitosa.
Pensó che le avesse fatto rischiare il suo rapporto con Klaus per un capriccio, e che forse, come tutti, avesse un casino di problemi anche lui.

Non si era mai soffermata su cosa Aron volesse, aveva sempre e solo cercato di non far arrabbiare Klaus, di nascondersi. E allora? E poi lei, che diavolo voleva, lei?
Comunque non aveva piú importanza.

C'era giú l'autista che l'aspettava, le sembrava ieri che l'aveva portata lì. Allora qualcosa le sarebbe mancato? Serró la mascella. Non aveva salutato Polina, forse lei non voleva vederla. Era colpa sua se... non è colpa tua! Ma a chi voleva darla a bere, era anche colpa sua se Aron non era lí.
Si chinó in avanti, i gomiti puntati sulle ginocchia. Non sapeva se stesse facendo la cosa giusta. C'era qualcosa che la rendeva impaziente. Sentí qualcuno bussare.

« Permesso? »
Era Andrea? Non parlavano da un sacco di tempo. « Si, vieni. »
« Un po' mi dispiace che te ne vai. »
« Qui sarà tutto un po' più noioso. »
« Mi dispiace per quella storia del bigliettino... ho capito perchè non volevi... » Non trovava le parole. « Perchè ti sei arrabbiata tanto. »
Cass si alzó e andó verso la scrivania, aprí un cassetto dove aveva conservato un pacchetto di sigarette. « Tanto ormai è passata. »
« Peccato, non eravate male insieme. »
« Invece mi sa che eravamo terribili. » Accennó un sorrisetto divertito, si accese una sigaretta velocemente e poi ne porse una ad Andrea.

« Mah, tutte le coppie sono terribili. »
« Ma che ne so, riflettendoci bene ha ragione mio fratello. »
« Ma scusa hai parlato con lui? »
« Con mio fratello? »
« No, con... come si chiamava, Aron. »
« No, perchè? » Andrea sgranó gli occhi.
« Cioè tu hai deciso tutto senza parlarci? Come fai a sapere cosa pensa, cosa vuole... come sta? »
« ...Klaus ha detto che— »
A quel punto Andrea impazzí, si mise a ridere e poi prese un lungo tiro dalla sua sigaretta. Cassandra stette zitta. « Ma che ne sa Klaus, non deve parlare Klaus per lui. » Si sporse in avanti. Il maglioncino di cotone verde le scivoló su una spalla. « Io di relazioni non c'ho mai capito niente... peró una cosa la so, se non parli... se non chiarisci, non capirai proprio niente. »
« ...Io non so se voglio chiarire. »
« Mh. » Si mise con la schiena contro il muro. « Ma si, divertiti a Londra. » Cassandra si mise a ridere. Andrea sembrava tornata normale.

« E tu cerca di mettere la testa a posto. »
« Mah, non so. »
« Non ti ho neanche chiesto se ti hanno dato problemi. »
« Chi? »
« I tuoi vecchi capi, Klaus temeva... »
« Cosa? » Sembró spaventata. Cassandra assottiglió le iridi chiare. Che nascondesse qualcosa?
« Beh, che ti dessero fastidio, o che... non lo so, provassero ad usarti in qualche modo. »
« Usarmi? »
« Tipo spia. » Lo disse come fosse la cosa più normale del mondo.
Andrea spostó lo sguardo altrove. « Ma non lo farei mai. »
Cassandra non si fidava. « Si, ora lo so. Ma all'inizio... »
« Non ti fidavi. Fai bene. » Certo che era strana. Si chiese se agli occhi degli altri non fosse così difficile anche lei.
« Non mi fido mai. »
Figuriamoci. « Comunque no, non è successo nulla di grave. All'inizio erano incazzati ma poi... credo che tuo fratello abbia risolto. »
Certo, lui risolveva sempre tutto. Cassandra non fu sorpresa da quella risposta, non chiese neppure i dettagli, certa che non li sapesse neppure lei.

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