Quanto silenzio sui tetti fra mille discorsi e la tua Coca Light
Non ti ho detto mai
Quello che mi faiNon lo so?
A quel punto Cassandra glie lo lesse negli occhi, che non avesse la forza di dirlo ad alta voce. « Non lo sai, o vuoi che lo dica io? » Silenzio. « Se vuoi lo dico io, ce la faccio. » Aron abbassò lo sguardo chiaro, aveva già capito? L'aria colpevole. Cassandra avrebbe voluto vedere altro, sul suo viso. Ma cosa poteva aspettarsi? Serrò la mascella e strinse le dita di lei tra le proprie, forte, come se avesse bisogno anche di quel supporto. Anche per sconfiggere quello che provava per lei, aveva bisogno che lei lo aiutasse a distruggerla.
« Non voglio odiare me stesso. » Gli tremava la voce. Ma che risposta era. Cosa doveva dirgli? Voleva che gli mentisse?
Voleva che gli raccontasse una verità finta, solo per non causargli altro dolore. E tutto il resto?
« È già successo, e l'hai superato. » Sentí un peso enorme scivolarle via dallo stomaco, l'ansia le stringeva la gola, ma stava quasi bene, tanto era il sollievo di avergli detto quella cosa.Aron a quel punto alzò il capo, la mascella disegnata sembrava ancora piú tagliente e aggressiva, mentre digrignava i denti nervosamente. Erano davvero poche le volte in cui Cass l'aveva viso cosí. « Avevamo una storia? È per questo che sono attratto da te? » ponunciò quelle parole con tale disprezzo che lei si sentí quasi insultata, nonostante le avesse detto una cosa che non sperava d'udire più.
Comunque scosse il capo. I capelli biondi oscillarono ai lati del viso smunto. « No, nessuna storia, non ne avevamo il coraggio. » Sembrò sollevato. « Però ci sono stati dei momenti... in cui abbiamo finto di averla. » Sorrise, lui sembrò disgustato. Eppure era innegabile che nell'aria ci fosse una tensione insostenibile. « ...E ci piaceva da morire. » Le era quasi andata via la voce. Forse avrebbe fatto meglio a star zitta, prima di scoppiare a piangere.Adesso non sapeva più che dire, ferma su quella brandina, avvolta in tre strati di coperte mentre Aron le stringeva una mano. Ancora? Era quasi violento, il modo in cui le loro azioni tradivano sempre ciò che si dicessero. « Ti prego dí qualcosa. » sibilò piano, ma lui restò fermo a fissarla un altro po', avrebbe pagato oro per sapere cosa gli passasse per la testa, ma era impossibile. Nessuno riusciva a capirlo.
« È una seconda occasione. »
« Si? » Ovviamente lei l'aveva intesa in senso positivo, tanto che allargò lo sguardo e schiuse le labbra. Si sporse in avanti, perchè s'immaginava già il gusto del bacio che si sarebbe presa.
« Sí, per non fare lo stesso errore, capisci? » Lui restò immobile, ancora le dita di lei intrecciate alle proprie. Cassandra allentò la presa, invece. A lui sembrò dare fastidio, storse per un momento la bocca e poi si ricompose. Forse si era reso conto di quanto quella reazione stonasse con le proprie parole.
« Errore? » Era peggio di quanto credesse. Sembrava peggio della prima volta.
« Sí, possiamo ricominciare. »
Le bruciava la gola. « Ricominciare in che senso? » Strabuzzò gli occhi. Le sembrava uno scherzo. Era uno scherzo. « Ma ti ricordi cosa è successo a Lublino? » Ci credo che per te è facile, tu non ricordi niente. Non hai niente che ti distrugge.
Lui scosse il capo. « Di preciso no, ma che importa. »
« È importante, è lí che hai detto di amarmi, è lí che abbiamo capito che fosse assurdo provare a stare lontani. » L'aveva detto sul serio?
« Eravamo in balia della disperazione, è normale reagire cosí. » Ma che diceva. Cass sapeva che lui non riuscisse a credere d'aver detto a qualcuno di amarlo.
« Stai scherzando? So come reagisco alle cose e lo faccio sempre male, normale per noi sarebbe stato tacere e farci i cazzi nostri... non parlare, se l'abbiamo fatto era perchè sapevamo fosse la cosa giusta. Tu dici alla gente di amarla ogni volta quando sei disperato? »
L'aveva messo alle strette. « La mia decisione è questa, io e te insieme siamo sbagliati, sia per Klaus, sia per tutto il resto. » Ma cosa era tutto il resto?
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REBORN
ChickLitCassandra è la sorellina minore del piú spietato boss di New York. Quando i loro genitori sono morti e Klaus ha preso il posto del padre, a soli ventidue anni, ha deciso di eliminare dalla sua vita la sorella, che mentre cresceva assomigliava sempre...