Life goes onLondra era più noiosa del solito, Cassandra la usava come posto sicuro per scappare ogni volta che qualcosa si metteva male.
Non funzionava mai, eppure eccola lì, china sui libri a studiare per l'ultimo esame della sessione prima delle vacanze di Natale.
Inaspettatamente, tutti quei casini avevano fatto aumentare la sua media, usava lo studio per distrarsi, quando non c'era Noah. Quando erano in vena di spogliarsi e farsi compagnia, solo per il gusto di provare a sentirsi in intimità con qualcuno. La sua compagna di stanza la evitava, e faceva bene. Cass pensó, mentre sfogliava silenziosamente la pagina di un libro, che forse se avesse avuto una vita diversa le sarebbe piaciuto poter avere degli amici.
Forse se Vanessa non avesse provato ad ucciderla, mentendole dopo una vita passata insieme, allora non avrebbe pensato che da quelle cose fosse meglio stare alla larga.Sentì la porta aprirsi, la serratura scattare lentamente. Era lei, Elena.
Sembrava avere l'affanno, a volte non la capiva. Cassandra si rese conto di non sapere proprio nulla su di lei. « Ciao. »
« Ciao Cass. »
« Tutto ok? »
« Si? Perchè me lo chiedi? » Stava ancora recuperando fiato. La bionda aggrottó le sopracciglia e chiuse i libri. Qualcosa non le tornava.
« Da chi stavi scappando? »
« E tu che ne sai? »
« Non lo so, ho tirato a caso, hai l'affanno quindi vuol dire che hai corso e ti sei chiusa velocemente la porta dietro le spalle. Era un'ipotesi. »
Elena a quel punto si strinse i libri contro il petto. Aveva paura? « Nessuno, perchè dovrei? »
« Ti stavano seguendo nel corridoio? »
Pensó subito a cosa fosse successo a lei, forse qualcuno aveva capito fosse la sua coinquilina, anche se adesso era impossibile. Forse erano ancora in pericolo?
« Ma che dici! »
La bionda a quel punto dovette alzarsi, era importante che sapesse. Se fosse successo qualcosa di strano Klaus doveva essere informato immediatamente, e anche Aron. Quindi assottiglió lo sguardo e si mise, minacciosamente, davanti ad Elena. « Dimmi che cosa succede, prima che la situazione peggiori. »
A quel punto la coinquilina abbassó le spalle. Serró la bocca e... stava piangendo? Lasció cadere i libri dietro di lei, sul letto. « Pensavo che avrebbero smesso... » Alzó lo sguardo scuro, aveva gli angoli delle labbra piegati verso il basso. « Invece è quasi peggio, ora. »
« Ma di che parli? »
« ...Delle mie vecchie coinquiline, no? » Lo disse come se Cass sapesse tutto. Invece non aveva capito nulla.
« Ma che ti fanno? » Ricordó che all'inizio dell'anno Elena le avesse detto di aver cambiato stanza ma senza dire i motivi. Non immaginava fossero tanto gravi.
« Mi prendono di mira, sono quella sfigata, capisci? E poi l'anno scorso il padre di Penny McRowell ha dovuto vendere una società al mio per dei debiti e lei l'ha presa malissimo, come se fosse colpa mia. Mi dispiace che abbia tutti quei debiti, che i suoi abbiano anche divorziato ma mi perseguita, dice che è colpa mia perchè è colpa della mia famiglia se sono finiti... non lo so dove, onestamente mi sembra che siano ancora molto ricchi solo che adesso non sono più... i più ricchi, cioè mica è colpa mia se suo fratello è finito in galera... »
« Elena, aspetta, frena. » Troppe informazioni tutte insieme, poi mentre singhiozzava era difficile da capire. Con quel suo accento greco.
« Che ti hanno fatto quelle stupide? » C'era un ragazzo che mi piaceva, cioè pensavo di piacergli... non so perchè ti racconto queste cose, sembro proprio una scema. »
« Dai, non preoccuparti, non penso che tu sia sfigata. »
« Era tutto finto, era una cosa per umiliarmi, sono rimasta un'ora ad aspettarlo quando dovevamo uscire, poi mi è arrivato un messaggio di Penny, diceva che nessuno mi avrebbe mai considerata, che sarei rimasta sola. E che tutta l'università lo pensa, e che... » Si mise a piangere un'altra volta. Cassandra pensó che fosse assurdo che tutte quelle cose fossero successe sotto il suo naso.
« Che stronze. Non ti preoccupare, glie le facciamo pagare. »
« No, no! Che poi è peggio, ti prego. »
« Non devi avere paura di loro, se tu mostri paura quelle continuano. »
« Non ho paura, vorrei solo che smettessero. So che non sono come loro, ma non ce la faccio più. » Come loro in che senso?
« Sei meglio di loro, se vuoi quelle stupide te le mangi. »
« Ma quando mai. »
« Vogliamo farle smettere? »
« Non fare casini. »
« Non voglio fare casini, tutti hanno un punto debole, sai? » Elena aggrottó le sopracciglia. Era strano sentirla parlare in quel modo. Sembrava Klaus, peccato che lei non lo conoscesse.
« Un punto debole? »
« Non bisogna fare per forza casino, possiamo fare tante cose, hai detto che il fratello è in galera, no? »
« Si ma— »
« Forse mio fratello ne sa qualcosa. »
« Che c'entra? »
Cassandra la fece sedere accanto a lei sul letto. « Niente, ho capito, la risolviamo senza troppo rumore. »
« Ma che dici. »
« Vuoi che la smettano? »
« Si ma— »
« Fidati di me. »
Questo innato bisogno di Cass di aiutare gli innocenti la rendeva tanto diversa dalla sua famiglia. Klaus le avrebbe detto che non avesse senso aiutare senza avere niente in cambio. Ma a lei dava fastidio chi se la prendeva senza motivo con chi non era alla sua altezza.
STAI LEGGENDO
REBORN
ChickLitCassandra è la sorellina minore del piú spietato boss di New York. Quando i loro genitori sono morti e Klaus ha preso il posto del padre, a soli ventidue anni, ha deciso di eliminare dalla sua vita la sorella, che mentre cresceva assomigliava sempre...