CAPITOLO 2

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⚠️⚠️Avviso: SMUT/DROGA⚠️⚠️

They won't even know
You're hurt because

They never looked at you
The way you looked at them

Achille e il suo amico camminavano avanti a loro, erano appena scesi dalla limousine che scarrozzava sempre in giro Vincent.

Vanessa la tirò dal cappotto. « Cass, cass! »
« Eh? » Cassandra si era appena accesa una sigaretta, si divincolò dalla presa dell'altra e rimise l'accendino in tasca.
« Ma hai scopato con Achille? »
« Mh. » La bionda alzò le spalle.
L'altra sgranò lo sguardo. « Ma come
fai. »
« A fare cosa? »
« A prenderti sempre quello che vuoi. »

Cassandra fece per pensarci qualche momento, non sapeva se Achille fosse davvero ciò che volesse. « Devi buttarti, se non rischi non vinci mai. » E lei aveva vinto? Oppure le piaceva solo rischiare. Non era mai sicura completamente del perchè delle proprie azioni, si faceva prendere dall'istinto, dalla voglia di star bene qualche attimo, e quando finiva tutto si sentiva vuota. Per questo passava alla distrazione successiva.

« Tu che hai intenzione di fare con Vincent? »
« Non lo capisco, non capisco se gli piaccio. »
A Cassandra venne da ridere. « Giocaci un po' e vedi che succede, male che vada te ne trovi un altro, oppure alla fine cede. »
« Dici? »
« Tanto domani partiamo per Berlino, che te ne frega? » Prese un tiro e poi sputò fuori una nuvola grigia, l'altra mano era impegnata a reggere la borsetta, si pentí di non aver comprato dei guanti. Per fortuna che l'alcol rendeva più sopportabile il freddo.

L'appartamento di Achille era nel centro di Parigi, accanto al Louvre, bellissimo. Classico, storico, eppure super moderno. Quando entrarono dalla porta principale pareva d'essere in una specie di romanzo rosa ambientato in Francia, a terra il parquet era lucido, l'ambiente caldo e davanti a loro un tappeto persiano li accompagnò per un piccolo corridoio fino al salotto. Quando sarebbero arrivati gli altri? « Benvenute in casa Lacroix. »
Entrambi si liberarono del cappotto, Vanessa era ancora un po' infreddolita, Cassandra pensò che avrebbe potuto bere di più.

Decise di rimediare, nella sua testa la stava aiutando. « Hai da bere? » Si avvicinò ad Achille, lo guardò languidamente negli occhi e sciolse la cinta della giacca per farla scivolare via.
« Tutto quello che vuoi. »
« Sorprendimi. » Lo provocò ancora, allo stesso identico modo di quando si trovavano nel locale. Lui parve apprezzare, decise di sparire in un'altra stanza a cercare delle bottiglie di champagne.

La mora si era messa a sedere vicino a Vincent, stavano ridendo e sembravano quasi intimi mentre lui le accarezzava una coscia lasciata nuda dallo spacco dell'abito nero. Sorrise compiaciuta, decise di lasciarli da soli. Si tolse i tacchi e andò a cercare Achille, non aveva idea di come fosse strutturata quella casa, si avventurò tra le varie stanze chiamando sommessamente il suo nome. Poi sentí dei rumori provenire da dietro una porta, pensò fosse lui. L'aprí e infatti lo trovò da solo, chinato sul mobile in marmo del bagno che divideva delle strisce di cocaina.
Si accorse di lei troppo tardi per avere una scusa pronta, quindi si limitò a stare zitto. Aspettò una reazione. Cassandra gli mostrò un ghigno malefico, camminò lentamente verso di lui e poi volse lo sguardo in basso, sulle righe bianche.
« Non offri, Achille? Devo pensare che tu non sia un bravo padrone di casa. »
Lui allargò le labbra e l'attirò a sè con un braccio, da dietro la schiena. La voglia di star bene di nuovo le pervase il petto, le inebriò la mente. Si alzò sulle punte dei piedi per mordergli il labbro inferiore, era cosí caldo che ebbe voglia di spogliarsi subito.

« Tutto quello che vuoi. »
Si allontanò solo per lasciarle lo spazio di chinarsi sul mobiletto, le passò una banconota già arrotolata. Lei la mise sotto il naso e inspirò profondamente, forte. Socchiuse gli occhi, era certa che non avrebbe mai saputo smettere.
Achille la imitò qualche secondo dopo, adesso stavano cosí bene che parevano piacersi sul serio. Lui la prese dalle gambe e la fece sedere sulla superficie di marmo verde, lei se la rise, allungò il collo all'indietro e prese a sbottonargli la camicia, era da quando l'aveva visto da lontano che aveva desiderato di poterlo fare. « Perchè ridi? »
« Hai intenzione di scoparmi un'altra volta in bagno? » Ridacchiò anche lui, in effetti era vero, non erano capaci di tenere a bada i loro istinti, ed era meraviglioso. « Questa volta però puoi urlare. »

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora