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È necessario, a volte,
che il volume della musica
superi il volume dei pensieri.

Un attimo prima di rivelare a Josh che sono proprio io Carly's Mashup - colei che tanto segue e ammira sui social per la sua musica ma un po' meno nella realtà - lui esce di corsa come un pazzo.

Avrei voluto rivelarglielo, mi sentivo pronta. O almeno così pensavo. Avrebbe saputo un altro segreto di me, ma quando se ne è andato di corsa ho cambiato già idea. Forse è meglio non spifferarlo così facilmente, anche se si tratta di lui.

Anche se lui mi capisce più di chiunque altro in fatto di musica, e non solo...

È troppo rischioso rivelarlo a qualcuno, perché se due persone conoscono un segreto, allora questo non lo è più. Ormai il mio account strabocca di followers giorno per giorno, i miei mix vengono utilizzati come base sotto ogni tipo di video, e se lo avrebbero scoperto a scuola sarebbe stato un disastro.  Sarebbe dovuto rimanere il mio posto costudito nel cuore.

Però non so cosa è successo a Josh: un attimo prima era al telefono con Ella e subito dopo si era precipitato a casa sua frenetico.

Ed ora è qui, sull'uscio della porta, impassibile. È tornato ed ogni sua minima fragilità è più che visibile. È davanti a me, vulnerabile. Trema come una foglia e non proferisce parola, guardarmi con occhi vuoti e spenti.

«Josh? Sei scappato di corsa e...» parlo a sproposito, non sapendo cosa dire o pensare e mi blocco davanti a lui senza terminare neppure una frase.

Annaspa, senza fiato in gola, e stringe le mani in due pugni così forti da far diventare le nocche tutte bianche.

«Che succede?» riprovo ma non ottengo di nuovo risposta. Sembra non riuscire a sentirmi, ad ascoltarmi, chiuso in una bolla troppo difficile da scoppiare.

È inutile parlargli a vanvera, perché è come se la sua testa sia ovattata e non riesca a captate nulla se non il panico che si espande sempre di più dentro di lui. Ed io conosco bene quella sensazione di smarrimento, quando ti perdi dentro te stesso.

Ho vissuto molti momenti in quello stato dopo la morte di mamma, e sicuramente ce ne sarebbero stati degli altri.

Ma stavolta Josh è qui, davanti a me, è venuto da me.

Mi trovo ancora da sola casa, così lo faccio avanzare dentro, in silenzio. Nel salone echeggia solo il suo respiro affannoso e sempre più irregolare. Poi inizia a camminare in circolo, respirando sempre a fatica e fissando il vuoto.

«Ehi, guardami. Sono qui.»

Riconosco immediatamente quei segnali, il mormorio sommesso di un attacco di panico in agguato. Allungo una mano, avvolgendogliela intorno al polo e, sotto il pollice, percepisco il battito galoppare.

È come se la mia voce non lo scalfisca neppure.

La sua mente è totalmente isolata.

«Josh.» lo richiamo, prendendo il suo volto tra le mani piccole. «Josh, fai quello che ti dico.»

Provo a rimanere salda e sicura con tutta me stessa. A stento so controllare i miei attacchi di ansia. E non gli sono mai stata così vicino, quasi a leggergli i pensieri.

Love Song - sulle note dell'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora